Loris Fortuna: differenze tra le versioni

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|Nazionalità = italiano
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Il suo nome - assieme a quello di [[Antonio Baslini]] - è legato alla [[divorzio (ordinamento civile italiano)|legge italiana sul divorzio]], denominata [[legge Fortuna-Baslini|Divorzio_(ordinamento_civile_italiano)#La_legge_Fortuna-Baslini]].
 
== Biografia ==
=== La resistenza e il PCI ===
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Due anni dopo fu il primo firmatario di una proposta di legge intenta a legalizzare il [[divorzio]], ma su suggerimento di [[Pietro Nenni]] decise inizialmente di non sottoporre la sua proposta all'esame in [[parlamento]].
 
Sempre rieletto alla [[Camera dei deputati]], nel [[1970]] egli ruppe gli indugi e propose la possibilità di divorziare per gli italiani insieme al collega [[Partito Liberale Italiano|liberale]] [[Antonio Baslini]]. Nonostante l'opposizione della [[Democrazia Cristiana]], Fortuna incassò l'appoggio del PCI, del [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]], del [[Partito Liberale Italiano|PLI]] e della sinistra: il 1º dicembre dello stesso anno la proposta di legge "Fortuna-Baslini" fu approvata con 325 sì (e 283 no) alla Camera e 164 sì (e 150 no) al [[Senato della Repubblica]]. Sempre nel corso della Quinta legislatura ([[1968]]-[[1972]]) si occupò della revisione del diritto di famiglia e chiese l'abolizione degli annullamenti automatici dei matrimoni ad opera della [[Sacra Rota]].
 
Successivamente la DC tentò con la via del [[referendum]] di abrogare la legge 898, o legge Fortuna, sul divorzio, ma nella [[Referendum abrogativo del 1974|consultazione popolare]] dell'11 maggio [[1974]] il 59,3% dei votanti, pari al 52% degli aventi diritto (affluenza alle urne pari all'87,7%), si dichiarò contrario all'abrogazione. Durante la campagna elettorale divorzista Fortuna si legò umanamente e politicamente al leader radicale [[Marco Pannella]]: da qui la sua scelta di avere la "doppia tessera" del PSI e del PR.