Loris Fortuna: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
SteveR2 (discussione | contributi)
mNessun oggetto della modifica
SteveR2 (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Riga 1:
{{F|politici italiani|luglio 2013}}
{{Carica pubblica
|nome = Loris Fortuna
Riga 21 ⟶ 20:
|luogo_morte = [[Roma]]
|data_morte = 5 dicembre 1985 ({{Età|1924|1|22|1985|12|5}} anni)
|titolo = [[laurea in giurisprudenza]]
|professione = [[avvocato penalista]]
|partito = [[Partito Comunista Italiano|Comunista]] (1946-1956)<br>[[Partito Socialista Italiano]](1956-1966, poi dal 1968)<br> [[PSI-PSDI Unificati]] (1966-1968), [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]] (doppia tessera PSI-PR dal 1974)
|legislatura = [[IV Legislatura della Repubblica Italiana|IV]], [[V Legislatura della Repubblica Italiana|V]], [[VI Legislatura della Repubblica Italiana|VI]], [[VII Legislatura della Repubblica Italiana|VII]], [[VIII Legislatura della Repubblica Italiana|VIII]], [[IX Legislatura della Repubblica Italiana|IX]]
Riga 52 ⟶ 51:
|Nazionalità = italiano
}}
Il suo nome - assieme a quello di [[Antonio Baslini]] - è legato alla [[divorzio (ordinamento civile italiano)|legge italiana sul divorzio]], denominata [[Divorzio_(ordinamento_civile_italiano)#La_legge_Fortuna-Baslini|legge Fortuna-Baslini]].<ref name=fort>[http://www.treccani.it/enciclopedia/loris-fortuna_%28Dizionario-Biografico%29/ Dizionario biografico Treccani]</ref>
== Biografia ==
=== La resistenza e il PCI ===
Partigiano antifascista, inizialmente aderì al [[Partito Comunista Italiano]] per poi uscirne nel [[1956]], all'indomani dei [[Rivoluzione ungherese del 1956|fatti d'Ungheria]]. Si iscrisse così nel [[Partito Socialista Italiano]], con cui fu eletto deputato per la prima volta nel [[1963]].<ref name=fort/>
 
=== Il passaggio al PSI e l'attività politica socialista e radicale ===
Due anni dopo fu il primo firmatario di una proposta di legge intenta a legalizzare il [[divorzio]], ma su suggerimento di [[Pietro Nenni]] decise inizialmente di non sottoporre la sua proposta all'esame in [[parlamento]].<ref name=fort/>
 
Sempre rieletto alla [[Camera dei deputati]], nel [[1970]] egli ruppe gli indugi e propose la possibilità di divorziare per gli italiani insieme al collega [[Partito Liberale Italiano|liberale]] [[Antonio Baslini]]. Nonostante l'opposizione della [[Democrazia Cristiana]], Fortuna incassò l'appoggio del PCI, del [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]], del [[Partito Liberale Italiano|PLI]] e della sinistra: il 1º dicembre dello stesso anno la proposta di legge "Fortuna-Baslini" fu approvata con 325 sì (e 283 no) alla Camera e 164 sì (e 150 no) al [[Senato della Repubblica]]. Sempre nel corso della Quinta legislatura ([[1968]]-[[1972]]) si occupò della revisione del diritto di famiglia e chiese l'abolizione degli annullamenti automatici dei matrimoni ad opera della [[Sacra Rota]].<ref name=fort/>
 
Successivamente la DC tentò con la via del [[referendum]] di abrogare la legge 898, o legge Fortuna, sul divorzio, ma nella [[Referendum abrogativo del 1974|consultazione popolare]] dell'11 maggio [[1974]] il 59,3% dei votanti, pari al 52% degli aventi diritto (affluenza alle urne pari all'87,7%), si dichiarò contrario all'abrogazione. Durante la campagna elettorale divorzista Fortuna si legò umanamente e politicamente al leader radicale [[Marco Pannella]]: da qui la sua scelta di avere la "doppia tessera" del PSI e del PR.<ref name=fort/>
 
Nella successiva legislatura ([[1972]]-[[1976]]) il deputato socialista fu autore della prima proposta sulla depenalizzazione dell'[[aborto]]: anche su questa proposta la DC propose un [[Referendum abrogativi del 1981 in Italia|referendum popolare]] da svolgere il 17 maggio [[1981]], dove le tesi di Fortuna ottennero l'appoggio del 67,9% della popolazione. Un anno prima egli aveva suggerito una serie di modifiche alla legge sul divorzio, con una separazione necessaria ridotta a due anni (senza opposizione di uno dei due), rispetto ai cinque previsti.<ref name=fort/>
 
Più tardi, nel [[1984]], chiese alcune modifiche e integrazioni alla legge sulla cooperazione dell'[[Italia]] con i paesi in via di sviluppo e sugli interventi contro la fame nel mondo. Sempre nel 1984 Loris Fortuna si batteva nel chiedere norme sulla tutela della dignità del malato e la disciplina dell'eutanasia passiva. Poco prima di morire il politico camuno chiese a [[Bettino Craxi]], che lo aveva appena nominato Ministro delle politiche comunitarie, di raggiungere un'intesa elettorale coi radicali.<ref name=fort/>
 
Fortuna è sepolto nel [[Famedio]] del Cimitero di San Vito a [[Udine]].<ref>[http://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2009/12/07/NZ_07_UDA1.html Il ricordo di Loris Fortuna, nel nome di diritti e libertà di MAURIZIO CESCON]</ref>
==Omaggi e commemorazioni==
Il suo nome tornò a circolare nell'ambiente politico nel [[2005]] allorché, a seguito dell'alleanza tra radicali e [[Socialisti Democratici Italiani|SDI]] ([[Rosa nel pugno]]) il vecchio amico Pannella lo accostò a [[Tony Blair]] e [[José Luis Zapatero]] come esempio da seguire all'interno della tradizione laico-socialista.<ref>[http://www.radicalifriulani.it/node/3101 Fortuna, Blair e Zapatero ispirano la Rosa nel pugno]</ref>
 
[[File:Enzo Tortora 85.jpg|upright=1.8|center|thumb|[[Roma]], [[1985]], Marcia della Pace: [[Enzo Tortora]], [[Adelaide Aglietta]] (dietro), [[Giovanni Negri]], [[Loris Fortuna]], [[Flaminio Piccoli]], [[Giuseppe Zamberletti]]]]