Bernard Délicieux: differenze tra le versioni
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Colto, abile dialettico, oratore efficace, Bernard era un trascinatore di uomini. I suoi sermoni, brevi e semplici, con accenni profetici e gestualità teatrale, suscitavano l'entusiasmo e la commozione dell'uditorio.<ref>J.-L. Biget, cit., p. 76.</ref> Disceso dal pulpito, gli si baciavano le mani e si sentiva esclamare: «costui è l'angelo che Dio ci ha mandato».<ref>Ms. lat. 4270, f. 235 v.</ref> Quando, nell'agosto del [[1301]], giunsero a [[Tolosa]] Jean de Picquigny, [[visdomino]] di [[Amiens]], e Richard Leneveu, arcidiacono di [[Auge]], i «riformatori» inviati dal re [[Filippo IV di Francia|Filippo il Bello]] per dirimere le varie contese presenti nella [[Linguadoca (provincia)|Linguadoca]], essi dovettero ascoltare le lamentele di una folla arrivata da Albi, da Carcassonne, da Cordes, da Castres e da Limoux, che denunciava le violenze perpetrate da anni dagli inquisitori e l'avidità del vescovo di Albi.<ref>B. Hauréau, cit., pp. 819-821.</ref>
Anche Bernard Délicieux, giunto appositamente da [[Narbonne]], dove esercitava provvisoriamente la funzione di lettore nel convento francescano, era presente in quell'assemblea. Egli sostenne gli accusatori e divenne l'anima della campagna contro l'Inquisizione. Secondo lui, le vittime degli inquisitori erano innocenti, le eventuali confessioni erano state estorte sotto tortura e solo la brama di ricchezze del vescovo Castanet, desideroso di impossessarsi dei beni dei condannati, era stata la causa determinante dei processi e delle condanne.<ref>J.-L. Biget, cit., p. 77.</ref>
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A Natale Filippo il Bello, la regina, i loro tre figli, i consiglieri [[Guillaume de Nogaret]] e Guillaume de Plasian, l'[[arcivescovo di Narbonne]] e il vescovo di [[Béziers]], [[Bérenger de Frédol]], ricevettero a Tolosa gli inviati di Carcassonne e di Albi, il sindaco Arnauld Garcia, il console Élie Patrice, l'avvocato Pierre Probi, il giudice Gahlard Étienne e Bernard Délicieux, che rinnovarono le accuse agli inquisitori di perseguitare cittadini innocenti. Il re non volle però interferire con i poteri della Chiesa, confermando, con un'ordinanza emessa il 13 gennaio [[1304]], quanto già deciso tre anni prima: solo al papa spetta annullare le sentenze dell'Inquisizione.<ref>B. Hauréau, cit., pp. 838-840.</ref>
Svanito l'appoggio del re, che con la morte di [[Bonifacio VIII]] non aveva più interesse a prolungare l'annoso conflitto con la Chiesa di Roma e dilazionava anche il ricorso al papa presentato dalle città di [[Carcassonne]] e di [[Albi (Francia)|Albi]], fra Bernard ed Élie Patrice presero contatto a [[Montpellier]] con [[Ferdinando d'Aragona (1278-1316)|Ferdinand]], il terzogenito del re di Maiorca [[Giacomo II di Maiorca|Giacomo II]] giunto in Francia per prestare giuramento di vassallaggio a Filippo IV. In segrete trattative svolte dal 21 al 29 febbraio [[1304]], a Ferdinand fu offerta la signoria di Carcassonne, con la prospettiva di estenderla all'intera
[[File:Maître de Boucicaut Clément V et Philippe le Bel.jpg|thumb|upright=0.7|Clemente V e Filippo il Bello]]
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=== Il processo ===
[[File:Laurens - The Agitator of Languedoc.jpg|thumb|left|upright=1.2|[[Jean-Paul Laurens]]: ''L'agitatore della Linguadoca'']]
Nel convento domenicano di Béziers vi era Raymond Barrau, nemico di Guillaume Frédol e del movimento delle beghine e degli spirituali, sviluppatosi nel [[Rossiglione (regione)|Roussillon]] e nella [[Linguadoca (provincia)|Linguadoca]], che avevano forti appoggi presso i frati minori. Barrau considerava che a capo degli spirituali di Béziers fosse fra Bernard. Il nuovo [[papa Giovanni XXII]], deciso a combattere un movimento fortemente sospetto d'eresia, convocò alla sua corte di Avignone i minori dei conventi di [[Narbonne]] e di [[Béziers]], e Bernard Délicieux si levò in loro difesa. Anche lui fu convocato ad [[Avignone]]: presentatosi il 22 maggio, il 24 venne arrestato e pochi giorni dopo iniziò l'inchiesta, condotta dal vescovo di [[Troyes]] [[Guillaume Méchin]] e dall'abate Pierre Letessier.<ref>B. Hauréau, cit., p. 857; J.-L. Biget, cit., p. 79.</ref>
L'inchiesta contro Bernard, iniziata alla fine di giugno, fu separata da quella svolta contro gli spirituali. Per questi ultimi si accesero i roghi a [[Marsiglia]], il 7 maggio [[1318]], dove quattro frati minori furono giustiziati, poi a Narbonne, a [[Lunel]], a Béziers, a [[Capestang]] e a [[Lodève]]. Bernard Délicieux fu accusato di aver lottato contro l'Inquisizione, sollevando contro di essa la popolazione, e persino di aver fatto avvelenare papa Benedetto XI.<ref>B. Hauréau, cit., p. 857.</ref>
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