Discussione:Eroti: differenze tra le versioni

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::::::: Beh Platone attiene solo all'ultimo punto. Gli altri sono certamente più attinenti. Ma non "dobbiamo" parlare né qui né altrove. Quindi possiamo concludere la discussione. Per quanto attiene questa voce ho fatto i miei rilievi e inserito il template di conseguenza. Alla prossima. --[[Utente:Xinstalker|Xinstalker]] ([[Discussioni utente:Xinstalker|msg]]) 14:08, 29 set 2014 (CEST) P.S. Per quanto attiene la condanna della condotta omosessuale Platone '''è''' l'autore dell'epoca, il resto segue.
Eccomi, ciao e scusa ma, come puoi controllare in crono ero perdudo (per colpa tua che mi hai accennato al romanticismo) in altri lidi: allora, non sentirti offeso (scherzo!) ma sono quasi perfettamente d'accordo con te sull'errore ermeneutico, fino all'epoca contemporanea non vi è identità omosessuale o bisessuale o altro, ma pratica o condotta come dici bene tu; con "sessista" distinzione tra attivo-virile e passivo-femminile ovvero degradante; e sono pure d'accordo sul fatto che la pederastia non significava automaticamente un incontro di tip sessuale... (quindi dov'è il "contrasto"?)<br /> Per il resto brucia platone che già Nietzsche lo considerava nient'altro che un prete mancato (parole sue, non mie xd). Continua pure così che va bene (pare un barbosissimo studio accademico... eheh), io proseguo con l'amor cortese che è più romantico e confacente ai miei gusti...<br /> è questo il bello di wiki, se io apro una voce non la considero mia, anzi proprio me ne importa gran poco, esigo che altri se ne occupino; io non riesco a star fermo più di un dì e mezzo su una stessa voce, quindi ti lascio immaginare... sono dispersivo come un certo Leonardo: io devo creare un voce da 35-40mila al giorno, alle fonti seconde terze quarte che ci pensino pure altri. Buon lavoro1--'''<span style= "color:#FC74F8;">|</span>[[Utente:DuilioJapanlove|<span style= "color:#D400CD;">'''Japanlove'''</span>]] - [[Discussioni utente:DuilioJapanlove|<span style= "color:#ff69b4;">Gokigenyō!</span>]]<span style= "color:#FC74F8;">|</span>''' 02:52, 3 ott 2014 (CEST)
:::* Carissimo {{ping|DuilioJapanlove}}, devi credermi ieri ti stavo pensando rivedendo come ho modificato la pagina che avevi predisposto traducendo dalla WikiEN e devo riconoscere che la tua pagina era più "bella" e probabilmente centrava, in alcuni suoi aspetto, meglio anche il "lemma". Te lo riconosco senza alcun mio dubbio. Il fatto è che per quanto più "bella" e più centrata ciò corrisponde solo al mio punto di vista. Tieni bene a mente che Xinstalker ti sta dicendo che secondo il suo POV la tua lettura complessiva dell'ambito "erotico" non teologico è corretta e maggiormente pregnante rispetto a quello che vado ''sfasciando'' io inseguendo, presentando e precisando le fonti attendibili. Ciò premesso, e te lo devo, occorre anche continuare la nostra discussione su Platone, da quello che scrivi richiede ancora uno sforzo di approfondimento per non equivocare quell'importantissimo autore, partendo proprio dal ''Simposio''. Ciò che si deve correttamente comprendere è che Platone non ha mai inteso condannare l'omosessualità in quanto desiderio, ma ha inteso rifiutare la sessualità e se ciò non era evidentemente possibile, accettare solo la sessualità ai fini della procreazione. Ciò discende dal fatto che per Platone la concezione di bello/vero/giusto è la parte fondamentale dell'esistenza ed essa si affaccia nell'uomo in modo assolutamente naturale e vince qualsivoglia altra evidenza sensoriale. Noi vediamo il giardino bello, anche se è feroce; noi vediamo quei quadri da te ad esempio indicati, come "belli" anche se poi di fatto altro non sono che un insieme di sporco colorato; noi ci possiamo comportare in modo valoriale anche quando ciò può mettere a repentaglio la nostra sopravvivenza fisica; noi possiamo perseguire la giustizia anche quando questa non ci "conviene" come guadagno sensoriale: insomma per fare un esempio spiccio spiccio si può vedere maggiore bellezza in una donna anziana che assiste gratuitamente un bambino gravemente malato, piuttosto che nelle tette rifatte dell'olgettina di turno. Platone quindi si domanda da "dove" previene questa percezione/consapevolezza/desiderio che violenta l'evidenza fisica e sensoriale, lui la riscontra quindi fuori dal mondo fisico/sensoriale in quanto lo contraddice costantemente, e ritiene di individuarlo in un mondo trascendente come ciò che inserito io noi (la ''psyché'') è trascendente il nostro corpo fisico. Il vero erotismo per Platone è ciò che spinge la ''psyché'', il nostro vero sé, a tornare in quell'ambito trascendente l'illusorio mondo fisico, e quell'ambito trascendente è il vero mondo. Il desiderio erotico fisico altro non è che una forma illusoria del vero desiderio erotico che è invece "spirituale". All'interno di questo quadro l'unico erotismo "fisico" accettabile è quello eterosessuale procreante perché consente alle ''psyché'' cadute nel mondo fisico il loro viaggio di ritorno al vero mondo. In tal senso leggi l'inno ad Afrodite e agli Eroti del tardo platonico Proclo. (poi continuo). P.S. intanto cfr. --[[Utente:Xinstalker|Xinstalker]] ([[Discussioni utente:Xinstalker|msg]]) 12:46, 3 ott 2014 (CEST)
:::* Carissimo {{ping|DuilioJapanlove}} sto continuando la voce, ora che ho quasi finito di sistemare Plotino capirai per quale ragione intendevo il tuo lavoro più centrato del mio. Ovvero dell'importanza del lato estetico in una voce come questa che tratta dell'eros sia fisico che spirituale. Sto cercando di rimediare inserendo immagini antiche ma di spessore. Detto ciò continuo. Platone non si è sposato e non ha generato figli violando così uno dei doveri costituenti l'adesione al proprio clan familiare, [[Moninque Canto-Sperber]] sottolinea giustamente questo fatto e anche il fatto che le sue eventuali preferenze omosessuali non sarebbero certo stato di ostacolo in questo come era comune in quel tempo in Grecia. Nei prox giorni riporterò con dovizia di fonti la trasformazione del lemma e della nozione di eros in ambito cristiano, intendo cristiano antico. Intanto occorre notare che anche per i cristiani il tema non è l'omofobia ma, semmai, <span style="text-decoration: underline">la sessuofobia</span>. L'ambito platonico che coinvolge <span style="text-decoration: underline">tutte</span> le religioni monoteistiche è quindi di tipo sessuofobico se intendiamo il sesso al solo fine dello scambiarsi l'amore e il piacere, in quanto il sesso fisico e affettivo allontana l'anima dalla sua vera natura, ingannandola. Solo il sesso ai fini della procreazione ha ruolo, ma ruolo secondario, in quanto rientra nel disegno divino della generazione (o della caduta) delle anime. Nel frattempo spero di interessarti con una ''[[midrash]]'' significativa per l'ambito ebraico: <small>Le anime degli uomini a venire sono state create al tempo di Adamo e sono conservate in uno scrigno nel Settimo Cielo. Da lì sono prese ogni qual volta viene concepito un nascituro. L'Angelo della Notta (Layhal) preleva il seme e lo porta al cospetto di Dio che ne stabilisce il futuro genere, aspetto fisico etc. solo la rettitudine o la malvagità saranno disponibili come scelte al futuro uomo. Dio ordina quindi all'anima di entrare nel seme. L'anima non vuole perché sta bene nel Settimo Cielo, ma Dio la convince ad entrare sostenendo che il mondo futuro è migliore di dove essa risiede ora. L'Angelo conduce quindi il seme, ora con l'anima, nel ventre della donna e ben due angeli sono predisposti a controllare che questa non l'abbandoni. Poi, al mattino, uno di questi la conduce in paradiso, mentre la sera la conduce all'inferno; infine gli fa girare il mondo e conoscere il suo destino ingiungendole a comportarsi bene per avere un futuro migliore: entrare nel paradiso dei giusti ed evitare l'inferno dei dannati. Al momento di nascere l'Angelo la chiama a venir fuori, ma l'anima non vuole entrare nel mondo, allora l'angelo gli spiega: "Sappi che così come sei stata formata contro la tua volontà, contro la tua volontà nascerai, contro la tua volontà morirai e contro la tua volontà renderai conto di ciò che avrai fatto al cospetto del Re dei re, il Santo, sia Egli benedetto". Ma l'anima è restia e l'angelo, pizzicandole il naso, la costringe ad uscire contro la sua volontà. L'anima al momento della nascita dimentica ogni cosa, ma quando l'uomo giunge sul punto di morte, l'Angelo torna; allora l'uomo a quel punto lo riconosce e piangendo gli domanda perché non fosse venuto prima e perché l' ha tratto da dove era per farlo finire in questo mondo. E l'Angelo: "Non ti avevo detto che sei stato formato contro la tua volontà, contro la tua volontà saresti nato, contro la tua volontà saresti morto? Contro la tua volontà renderai conto di ciò che avrai fatto al cospetto del Re dei re, il Santo, sia Egli benedetto". (dalla 'midrash' Yeṣirat ha-Walad; riportata al tomo I della raccolta di rabbi Louis Ginzberg)</small>--[[Utente:Xinstalker|Xinstalker]] ([[Discussioni utente:Xinstalker|msg]]) 12:48, 6 ott 2014 (CEST)
 
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