Utente:Antonioptg/Sandbox/Guerra sovietico polacca: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
fix mappa (già presente su Commons) |
Rimosso parametro harv da template Cita; template citazione; fix Noisbn; fix parametro isbn |
||
Riga 84:
La sfida maggiore che dovette affrontare Piłsudski nella creazione dell'esercito polacco fu riuscire ad amalgamare, equipaggiare e addestrare a combattere insieme uomini provenienti da ogni parte d'Europa, che parlavano lingue diverse e avevano ricevuto un addestramento diverso a seconda dell'esercito in cui avevano combattuto.<ref>{{cita|Zamoyski|pp. 18-20}}.</ref> Sotto il comando polacco era anche l'Esercito del popolo russo, una formazione composta da controrivoluzionari russi organizzata da [[Boris Savinkov]], ex viceministro della guerra nel [[Governo Provvisorio Russo]] (nato in seguito all'abdicazione dello Zar nel 1917) e capo del Comitato politico russo antibolscevico a Varsavia.<ref>{{cita|Andrew, Gordievskij|p. 111}}.</ref>
L'equipaggiamento prevedeva almeno quattro differenti tipi di fucile: il [[Lebel Modèle 1886|Lebel]] francese, il [[Steyr-Mannlicher M1895|Mannlicher]] austro-ungarico, il [[Berdan (fucile)|Berdan]] russo o il [[Mauser Gewehr 98|Mauser]] tedesco, ognuno con un differente munizionamento, mentre per l'artiglieria il [[75 mm Mle. 1897|cannone da 75 mm]] francese era l'equipaggiamento standard benché vi fosse una carenza di munizioni.<ref>{{Cita|Watt|p. 45}}</ref> L'addestramento era molto carente: solo alcune unità d'élite erano in grado di ingaggiare battaglia, mentre la maggior parte delle formazioni erano in grado solo di eseguire compiti di base; nel tentativo di fornire una migliore coesione, la Francia inviò una missione composta da quattrocento ufficiali per addestrare i quadri, ma il loro arrivo non fu uniformemente ben visto.<ref>{{cita|Worrell|pp. 18-19}}.</ref> L'esercito polacco utilizzava anche [[Treno corazzato|treni blindati]], provvisti di cannoni di grosso calibro, che operavano come [[Nave da battaglia|navi da battaglia]] terrestri e servivano anche a trasportare artiglieria pesante, cavalli e aeroplani. Vi era una piccola [[Aeronautica militare polacca#Il periodo 1918-1922|forza aerea]] nella quale militavano in gran numero veterani della prima guerra mondiale e volontari stranieri, in modo particolare [[Stati Uniti|statunitensi]] che avevano servito in Francia nella [[Squadriglia Lafayette]].<ref name="Cienciala">{{cita web|autore=Anna M. Cienciala |titolo=Rebirth of Poland|url=http://web.ku.edu/~eceurope/hist557/lect11.htm|
=== L'Armata Rossa ===
Riga 108:
{{quote|Facemmo di corsa tutta la strada per Kiev, e di corsa facemmo tutta la via del ritorno.|Un veterano polacco<ref>{{cita|Davies|p. 105}}.</ref>}}
Preannunciata da alcuni scontri di frontiera all'inizio del 1919 ([[Battaglia di Bereza Kartuska (1919)|battaglia di Bereza Kartuska]] - febbraio 1919), anche se una frontiera certa non esisteva, la guerra iniziò con l'avanzata dell'esercito polacco verso Vilnius (occupata in aprile), da cui fu espulso il governo sovietico della [[RSS Lituano-Bielorussa]], e verso Minsk (conquistata l'8 agosto), e precipitò nella primavera successiva con il dilagare dell'esercito polacco, fiancheggiato dalle truppe ucraine dell'atamano Simon Petljura, in Ucraina e la conquista, l'8 maggio 1920, della città di Kiev,<ref>{{cita web|url=http://www.britannica.com/EBchecked/topic/514051/Russo-Polish-War|titolo=Russo-Polish War|
L'Armata Rossa, già impegnata su almeno quindici fronti contemporaneamente (le armate bianche di [[Nikolaj Nikolaevič Judenič|Judenič]] davanti [[San Pietroburgo|Pietrogrado]], di [[Aleksandr Vasil'evič Kolčak|Kolčak]] in [[Siberia]] e di [[Anton Ivanovič Denikin|Denikin]] sul Volga; le truppe britanniche ad [[Arcangelo]], Murmansk e nel Caucaso; quelle francesi a Odessa; quelle statunitensi e [[giappone]]si a [[Vladivostok]]), praticamente si ritirò senza combattere.
Riga 114:
Poiché nella primavera del 1919 c'erano solo pochi reparti dell'Armata Rossa disponibili sul fronte occidentale, la gran parte dell'esercito polacco venne dislocata lungo le zone di confine contese con la Galizia, la Cecoslovacchia e la Germania. Così, l'attacco polacco contro Lituania e Bielorussia, fu condotto inizialmente da una forza di soli 10 000 uomini, al comando del generale Stanisław Szeptycki, organizzati in dodici squadroni di cavalleria, dodici battaglioni di fanteria e tre compagnie di artiglieria. Da parte sovietica, a presidiare quel settore, c'erano la Divisione occidentale a Lida (a sud-ovest di Vilnius) e la Divisione di Pskov a Vilnius. Piłsudski arrivò al fronte il 15 aprile portando con sé due divisioni di fanteria e una brigata di cavalleria in rinforzo.<ref>{{cita|Davies|pp. 49, 50}}.</ref> Facendo affidamento sulla sorpresa e grazie ad una finta verso la città di Lida, i polacchi distrassero una parte delle difese sovietiche da Vilnius, quindi, utilizzando la cavalleria, riuscirono a interdire le vie di comunicazione isolando le difese sovietiche sia a Lida che a Vilnius e avanzando nel vuoto fra le linee che si era così creato. I polacchi riuscirono ad occupare Vilnius in soli tre giorni. Con l'arrivo in rinforzo dell'armata di Poznan all'inizio di luglio, i polacchi iniziarono a manovrare per attaccare Minsk, verso cui aveva ripiegato la Divisione occidentale sovietica. La battaglia per la conquista della città occupò la prima settimana di agosto e, similmente a quanto fatto a Vilnius, i polacchi dapprima condussero incursioni con la cavalleria nelle retrovie sovietiche, tagliando le vie di comunicazioni in modo da isolare la città, e poi l'attaccarono direttamente. Con l'occupazione di Vilnius e Minsk, per la metà di agosto 1919, i polacchi si erano assicurati il raggiungimento dei propri obiettivi strategici in Lituania e in Bielorussia.<ref>{{Cita|Watt|pp. 97-100}}</ref><ref>{{Cita|Zamoyski 2008|p. 9}}</ref><ref>{{cita|Davies|p. 59}}.</ref>
Alle prese con pressanti problemi militari (il 19 settembre l'armata controrivoluzionaria del generale Denikin aveva occupato Kiev) ed economici (il blocco economico imposto dall'[[Triplice intesa|Intesa]] che per circa un anno impedì alla Russia boscevica qualsiasi commercio con l'estero aggravando la situazione della popolazione, colpita dal tifo e da altre epidemie, per la carenza di cibo, vestiario e medicinali<ref>{{cita|Louis Fischer|p. 174|
[[File:Polish troops in Kiev.jpg|thumb|left|L'arrivo delle truppe polacche a [[Kiev]].]]
Riga 143:
Le direttive inviate da Kamenev a Egorov prevedevano che la 12ª e la 14ª armata attaccassero le posizioni polacche, rispettivamente, a nord e a sud di Kiev; mentre alla Prima armata di cavalleria era assegnato il compito di condurre l'attacco frontale. Il collegamento col fronte occidentale di Tuchačevskij era assicurato dal Gruppo Mozyr, la cui scarsa consistenza, che ammontava a meno di due divisioni, era in parte compensata dal fatto di essere schierato a presidiare un tratto del fronte (che sconfinava nelle paludi del Pripyat) caratterizzato da un terreno che rendeva difficile i movimenti delle truppe.<ref name="Erickson-90">{{cita|Erickson|p. 90}}</ref> All'epoca dell'invasione polacca, la Prima armata di cavalleria del generale Budënnyj, la famosa Konarmiia, disponeva di circa {{M|16 000}} uomini e si trovava nel Caucaso settentrionale (nel [[Bassopiano del Kuban'|Kuban']]), dove aveva combattuto contro l'esercito del generale [[Anton Ivanovič Denikin|Denikin]]. Partita dalla città di [[Majkop]], si riorganizzò nella città di [[Uman']], in Ucraina a sud-est di Kiev, che raggiunse dopo una marcia di trasferimento di 1 200 chilometri, quasi tutti coperti cavalcando in trenta giorni e al prezzo di cinquanta cavalli azzoppati o morti al giorno.<ref name="Reese46" /><ref>{{cita|Babel'|p. 7, nota 1}}</ref><ref name="Erickson-89">{{cita|Erickson|p. 89}}</ref><ref name="Worrell, p. 26"/>
Il 31 maggio iniziò l'attacco del fronte sud-occidentale. Alla mobilità e alla forza dirompente della Prima armata di cavalleria era affidato il compito di sfondare le linee della 3ª armata polacca, a sud di Kiev, avanzando verso nord-ovest in modo da tagliarne le vie di comunicazione, mentre la 12ª armata, attraversato il Dnepr a nord di Kiev, doveva procedere verso sud-ovest in modo da completare l'accerchiamento. La 14ª armata avrebbe coperto il fianco sinistro della Prima armata contro la 6ª armata polacca e, alla sua destra, il Gruppo Fastov, forte di due divisioni di fanteria, era posizionato per un attacco parallelo in direzione dell'incrocio ferroviario di Fastov, circa 40 km a sud-ovest di Kiev.<ref name="Ziemke121">{{cita|Earl Frederick Ziemke|p. 121|
Inizialmente, gli sforzi fatti per rompere le linee polacche utilizzando l'assalto in massa della cavalleria, una tattica che aveva frequentemente avuto successo contro le armate bianche, non diede i risultati sperati contro le ben trincerate e relativamente disciplinate forze polacche. Egorov allora cambiò tattica: l'attacco della Konarmiia fu sostenuto da quello della fanteria e condotto sfruttando la superiorità dell'artiglieria sovietica; la Konarmiia stessa fu scaglionata su più linee d'attacco (la prima linea era composta dalla 4ª divisione, la seconda dalla 14ª e dalla 11ª divisione e la terza dalla 6ª divisione).<ref name="Erickson-90" /><ref name="Kimball9-10" /> L'assalto generale fu lanciato all'alba del 5 giugno e quattro giorni dopo le fanterie sovietiche riuscirono a sfondare le linee polacche occupando Fastov e aprendo un varco nello schieramento avversario attraverso il quale si riversò rapidamente la cavalleria. La Konarmiia, avanzando rapidamente lungo la ferrovia ad ovest di Fastov, portò la breccia nel fronte polacco ad un'ampiezza di 40 km. L'intento di Egorov era quello di tagliare rapidamente la linea della ritirata ai polacchi, ma la Konarmiia, che avrebbe dovuto chiudere la tenaglia intorno alla 3ª armata polacca convergendo verso nord sulla ferrovia Kiev-Korosten, per difetto di comunicazione e confusione negli ordini, avanzò invece in direzione di [[Žytomyr]], contro le posizioni della 2ª armata polacca. La Konarmiia era la sola unità a disposizione di Egorov in grado di compiere rapide manovre; la fanteria sovietica, invece, faticò a tenere il passo della propria cavalleria e delle truppe polacche in ritirata. La mancanza di forze di riserva mobili fece fallire il tentativo di Egorov di accerchiare e distruggere i polacchi, che poterono così ritirarsi in relativo ordine lungo la ferrovia per [[Korosten']] preservando forze che, per quanto provate, altrimenti sarebbero state distrutte.<ref name="Kimball9-10" /><ref name="Reese46" /><ref name="Ziemke121" /> Il 13 giugno l'Armata Rossa entrò a Kiev, abbandonata dai polacchi in ritirata.
Riga 165:
Parve in quel momento che i bolscevichi russi fossero sul punto di seguire l'esempio dei [[Giacobinismo|giacobini]] francesi, affidando ai loro eserciti il compito di diffondere la rivoluzione in Europa. Durante la precipitosa ritirata le truppe polacche si abbandonarono a ogni genere di violenza contro le popolazioni delle regioni attraversate, compresa l'organizzazione di ''[[pogrom]]'',<ref group="nota">«Zitomir, 3.6.20... Il ''pogrom'' di Zitomir, organizzato dai polacchi, e dopo, naturalmente, sono arrivati i [[cosacchi]]. Dopo la comparsa delle nostre avanguardie i polacchi sono entrati in città e ci sono rimasti per 3 giorni. Un ''pogrom'' di ebrei, hanno tagliato le barbe, e questa è un'abitudine, al mercato hanno preso 45 ebrei, li hanno portati al mattatoio, li hanno torturati, hanno tagliato loro la lingua, grida fin sulla piazza. Hanno bruciato 6 case... guardo intorno chi si è salvato dalla mitraglia, hanno infilzato con la baionetta il portinaio nelle cui braccia una madre aveva gettato il figlioletto da una finestra in fiamme, un prete ha appoggiato una scala al muro posteriore, e così si sono salvati... Komarov, 28.8.20... Voci di orrori. Vado nella cittadina. Terrore e disperazione indescrivibili. Mi raccontano. Di nascosto nella piccola casa, hanno paura che ritornino i polacchi. Qui ieri ci sono stati i cosacchi dell<nowiki>'</nowiki>''esaul'' Jakovlev. ''Pogrom''». Nota 86 al Diario: «...facevano parte della brigata cosacca dell<nowiki>'</nowiki>''esaul'' Jakovlev anche truppe di polacchi bianchi.» Cfr. {{cita|Babel'|}}.<br/>«Il passaggio di questa brigata nelle cittadine ebraiche fu segnato da violenti ''pogrom''. Nel villaggio di Komarov seppellimmo intere famiglie di ebrei, tutti sgozzati da questi "combattenti". Nello stesso villaggio furono violentate più di cento donne e fanciulle.»<br/>Cfr. S. Orlovskij ''Il grande anno. Diario di un cavalleggere'', Mosca, 1930, cit. in: {{cita|Babel'|nota 86 al diario}}.</ref> e nuove brutalità si ebbero al passaggio delle truppe bolsceviche.<ref group="nota">«18.7.20... È arrivato l'ordine dal fronte sud-occidentale, quando andremo in Galizia - per la prima volta le truppe sovietiche passano il confine - comportarsi bene con la popolazione. Noi non andiamo ad occupare un paese, il paese appartiene ai lavoratori e ai contadini galiziani e soltanto a loro, noi andiamo per aiutarli a instaurare il potere sovietico. Un ordine importante e ragionevole, lo osserveranno questi predoni? No». Cfr. {{cita|Babel'|}}.<br/>La 6ª divisione di cavalleria, a cui era aggregato Babel', venne smobilitata il 10 ottobre 1920 nella regione di Rakitino, per ordine di Lenin, a causa dei sempre più frequenti casi di banditismo, vandalismo e saccheggi che si verificarono in essa, e la Prima armata venne posta in riserva. Sulla drammatica smobilitazione della 6ª divisione di cavalleria esiste la testimonianza del segretario del Consiglio rivoluzionario militare della Prima armata di cavalleria, S. Orlovskij, che la imputa ai numerosi casi di banditismo e diserzione, nonché quella del generale Budënnyj che, in un documento ufficiale, testimonia come i crimini imputati ai cosacchi della 6ª divisione fossero autentici.<br/>Cfr. S. Orlovskij, ''Il grande anno. Diario di un cavalleggere'', Mosca, 1930, cit. in: {{cita|Babel'|nota 78 al diario}}.</ref><ref group="nota">Lo scrittore Isaak Babel' partecipò alla guerra aggregandosi alla 6ª divisione della Prima armata di cavalleria con il nome di battaglia di Kirill Ljutov — "Cirillo il crudele" — in qualità di corrispondente dell'Agenzia telegrafica russa e come redattore del giornale ''Il cavalleggere rosso'', organo ufficiale della stessa Prima armata</ref>
La Polonia, che vedeva messa in forse la sua stessa sopravvivenza come nazione indipendente, chiese aiuti militari ed economici a Francia e Regno Unito, che tuttavia tardarono ad arrivare perché la Germania aveva proclamato la propria neutralità e aveva rifiutato il permesso di transito ai rifornimenti provenienti dalla Francia; i ferrovieri [[Cecoslovacchia|cecoslovacchi]] ispezionavano tutti i treni diretti in Polonia e non lasciavano passare quelli che trasportavano armi; i portuali britannici minacciavano lo sciopero se costretti a caricare le navi con le armi destinate ai polacchi e quelli tedeschi del porto di Danzica se costretti a scaricarle. Cionondimeno alcuni rifornimenti poterono giungere in Polonia attraverso il porto peschereccio di [[Gdynia]], nel [[Corridoio di Danzica|corridoio polacco]], mentre il carico delle navi francesi che sostavano al largo di Danzica fu trasferito, con l'impiego di truppe britanniche, su barconi e trasportato lungo la [[Vistola]] fino a [[Tczew|Dirschau]] ("Tczew" in polacco), da dove fu caricato su treni merci per Varsavia.<ref name="Cienciala" /><ref>{{cita|Louis Fischer|p. 189|
[[File:Kosynierzy 1920.JPG|thumb|Volontari dell'esercito polacco nel 1920]]
A questo punto, con la Polonia seriamente in pericolo e la possibilità che i bolscevichi riuscissero a collegarsi direttamente con i movimenti operai comunisti tedeschi portando la rivoluzione nell'Europa centrale, il governo del Regno Unito, per mezzo del proprio ministero degli esteri [[George Curzon, I marchese Curzon di Kedleston|George Nahaniel Curzon]], l'11 luglio inviò via radio al governo bolscevico una nota invitandolo a cessare le ostilità contro la Polonia, a riconoscere il confine fra Polonia e Russia sovietica costituito dalla linea di demarcazione fissata dal [[Consiglio supremo di guerra alleato|Supremo Consiglio Alleato]] l'8 dicembre del 1919 (la cosiddetta "[[Linea Curzon]]" che passava per [[Suwałki]], [[Grodno]], [[Brėst|Brest-Litovosk]] e poi per il medio corso del fiume [[Bug Occidentale|Bug]] fino a [[Sokal']] e che era già stata rifiutata da Piłsudski in dicembre) e a inviare immediatamente a Londra una delegazione per partecipare ad una conferenza di pace. I sovietici rifiutarono argomentando nella risposta ufficiale, data da Čičerin il 18 luglio, che non vedevano alcun motivo per cui i negoziati avrebbero dovuto svolgersi sotto la supervisione anglo-francese, né perché avrebbero dovuto estendersi anche agli stati baltici - con i quali al tempo erano in corso colloqui bilaterali che avevano già portato alla stipula di accordi di pace con l'Estonia (2 febbraio 1920) e con la Lituania (12 luglio 1920) - né era accettabile la condizione di un armistizio con il generale "bianco" [[Pëtr Nikolaevič Vrangel'|Vrangel']] (alle cui truppe doveva essere garantita la possibilità di restare in [[Crimea]] per tutta la durata dei negoziati), che avrebbero trattato direttamente con i polacchi, quando questi sarebbero stati disposti a un negoziato ufficiale diretto, lamentandosi del tardivo intervento della diplomazia britannica e di come l'anno precedente i polacchi avessero rifiutato offerte di pace ben più generose di quelle prospettate dal piano britannico.<ref>{{cita|Louis Fischer|pp. 180, 181, 188|
Il piano del generale Kamenev, approvato dal [[Politburo]] del [[Comitato centrale]] il 28 aprile, prevedeva che il fronte sud-occidentale, una volta liberata l'Ucraina, avanzasse in direzione di Brest-Litovosk e, raggiunto il confine occidentale delle paludi del Pripyat e preso contatto con la 16ª armata a nord, passasse poi sotto il controllo del fronte occidentale per l'avanzata finale verso Lublino e Varsavia.<ref name="Ziemke119">{{cita|Earl Frederick Ziemke|p. 119|
Sospinti dagli Alleati i polacchi, infine, accettarono di trattare direttamente con i sovietici. I colloqui avrebbero dovuto svolgersi a Minsk a partire dal 10 agosto. I sovietici erano disposti a trattare sulla base della Linea Curzon B, che portava entro i confini della Russia sovietica la città di Leopoli (in sostanza l'unica zona a maggioranza polacca del territorio conteso) e i campi petroliferi della [[Podolia]], sebbene con correzioni territoriali a favore della Polonia nella zone di [[Białystok]] e [[Chełm]]; l'esercito polacco doveva essere ridotto a una consistenza di {{M|60 000}} uomini, le armi in soprannumero dovevano essere cedute all'Armata Rossa, l'industria bellica smantellata e i polacchi dovevano garantire il diritto di libero transito per le merci e i passeggeri provenienti dalla Russia lungo la ferrovia Volkovysk-[[Grajewo]]. Ma nel documento preliminare con le condizioni sovietiche trasmesso al primo ministro britannico [[David Lloyd George|Lloyd George]], il generale Kamenev aveva omesso due ulteriori richieste: una zona di disarmo, che avrebbe dovuto essere sorvegliata da una "milizia operaia" di {{M|200 000}} uomini, e un risarcimento per le famiglie delle vittime di guerra polacche attraverso la concessione di terre libere. Queste due ultime richieste, più che termini di pace sembravano costituire propaganda rivoluzionaria ed era ovvio che sarebbero state inaccettabili per qualsiasi governo "borghese" polacco, ma i sovietici, sull'onda dell'entusiasmo delle vittorie militari, in quel momento non volevano la pace più di quanto la volessero i polacchi in marzo. Lloyd George invitò i polacchi ad accettare le proposte sovietiche, ma il negoziato non ebbe mai luogo sia perché i polacchi disertarono i colloqui e sia per l'evolversi della situazione militare.<ref name="Cienciala" /><ref>{{cita|Louis Fischer|pp. 191, 192|
=== La battaglia di Varsavia ===
Riga 199:
[[File:Tanks FT-17.jpg|thumb|Carri armati francesi [[Renault FT-17]] dell'esercito polacco durante la battaglia di Varsavia.]]
Con il progredire dell'avanzata di Tuchačevskij, il governo polacco incominciò a traballare e, ancor prima di cominciare, l'attacco della Prima armata di cavalleria portò la paura nell'alto comando militare polacco: in una conferenza nel [[palazzo del Belweder]], la residenza ufficiale del maresciallo Piłsudski, il capo di stato maggiore dell'esercito, generale Sheptizki, affermò che la guerra era ormai perduta e che era necessario raggiungere la pace a qualsiasi costo.<ref>{{cita|Louis Fischer|p. 185|
La propaganda di guerra polacca fece ampio uso di temi e motivi antisemiti. Numerosi volantini e cartoline postali raffigurarono gli ufficiali sovietici con le fattezze fisiche che la propaganda antisemita attribuiva agli ebrei. Anche la Chiesa cattolica polacca si allineò su queste posizioni: i vescovi polacchi lanciarono al resto del mondo cattolico un appello in cui il conflitto era interpretato in chiave escatologica e antisemita:<ref name="feltri" />
Riga 209:
La situazione per i polacchi era difficile: a nord le armate di Tuchačevskij erano ammassate intorno a Varsavia; a sud le armate di Egorov e la cavalleria di Budënnyj stringevano verso Leopoli. Tuttavia Piłsudski aveva un vantaggio: l'Armata Rossa si era molto allontanata dalle sue basi e conseguentemente le sue linee di rifornimento si erano allungate; la distruzione delle linee ferroviarie costringeva i sovietici a dipendere dai trasporti su strada che avvenivano in condizioni molto difficili. I due fronti sovietici, quello occidentale di Tuchačevskij e quello sud-occidentale di Egorov, erano collegati da uno schieramento molto debole incentrato su Lublino<ref>{{cita|Davies|p. 32}}.</ref> A poco erano valse le pressanti richieste di Tuchačevskij al comandante supremo Kamenev affinché spostasse verso nord le truppe operanti a sud per compattare lo schieramento: occorse più di una settimana affinché Kamenev, dopo molteplici discussioni con Tuchačevskij, Egorov, Budënnyj e Stalin (che secondo Trotsky «Voleva, a qualumque costo, entrare a Leopoli nello stesso momento in cui Smilga [Commissario politico del fronte occidentale] e Tuchačevskij entravano a Varsavia. La gente ha di queste ambizioni!» <ref>Evan Mawdsley, ''The Russian Civil War'', Pegasus Books, 2007, p. 258 ISBN 1933648155</ref>), si decidesse a ordinare in modo deciso a Egorov, il 13 agosto, di far convergere la Konarmiia e la 12ª armata verso nord: troppo in ritardo perché potessero arrivare in tempo.
Inoltre, l'alto comando sovietico fu distratto dallo sviluppo della [[Guerra civile russa|guerra civile]] sul fronte meridionale: infatti, approfittando della guerra sovietico-polacca, le forze bianche di [[Pëtr Nikolaevič Vrangel'|Vrangel']] avevano attaccato in Crimea avanzando rapidamente verso nord. Per la fine di giugno Vrangel' si era impadronito della [[Governatorato della Tauride|Tauride settentrionale]] distruggendo la 13ª armata sovietica inviata da Egorov a contrastarne l'avanzata. Questa improvvisa minaccia interna alla sopravvivenza stessa della Russia sovietica fece passare in secondo piano l'obiettivo di portare la rivoluzione nel centro dell'Europa, e quindi la stessa battaglia per la conquista di Varsavia, dirottando risorse e truppe verso il Don proprio nel momento cruciale della battaglia, e Stalin, che era stato incaricato di sovrintendere alla formazione di un fronte meridionale per contrastare Vrangel', sfruttò una certa ambiguità e confusione negli ordini, dovuta anche all'inadeguatezza del sistema di comunicazione radio, come espediente per mantenere sotto il suo controllo la Prima armata di cavalleria e la 12ª armata in attesa del loro trasferimento a sud.<ref name="Reese49">{{cita|Reese|p. 49}}.</ref><ref name="Erickson-91,92">{{cita|Erickson|pp. 91, 92}}.</ref><ref>{{cita|Worrell|p. 48}}.</ref><ref>{{cita|Earl Frederick Ziemke|pp. 126, 128|
Il piano di Piłsudski era basato sulla possibilità di riuscire a contenere l'assalto delle armate sovietiche, mentre un rapido contrattacco portato da sud-ovest verso nord-est, sul fianco sinistro dello schieramento sovietico proprio nell'ampio spazio vuoto esistente fra i due fronti sovietici (presidiato solo dal Gruppo Mozyr), avrebbe potuto penetrare in profondità nelle retrovie nemiche.<ref name="Reese48">{{cita|Reese|p. 48}}.</ref>
Riga 241:
Delle 21 divisioni inizialmente a sua disposizione, solo sette erano ancora in grado di combattere quando Tuchačevskij si ritirò oltre il [[Niemen]]. Con il rinforzo di alcune unità i sovietici ricostituirono la 4ª armata e, in settembre, Tuchačevskij stabilì una linea di difesa che correva dalla frontiera con la Lituania alla Polesia e faceva centro su [[Grodno]] in Bielorussia. Ma nella [[battaglia del fiume Niemen]], combattuta fra il 20 e il 28 settembre, i polacchi aggirarono il fianco destro dell'Armata Rossa entrando in territorio lituano e costrinsero i sovietici a ritirarsi dopo alcuni giorni di intensi combattimenti. La ritirata fu arrestata temporaneamente su una nuova linea di difesa stabilita in corrispondenza delle trincee russo-tedesche della prima guerra mondiale, ma il 2 ottobre i polacchi sfondarono le difese sovietiche al primo assalto e la ritirata si trasformò in rotta: la ricostituita 4ª armata si disintegrò (due divisioni di fanteria di dettero alla fuga, una terza si arrese e una divisione di cavalleria si unì ai polacchi); la 3ª armata fu circondata e cessò di esistere come entità organizzata; la 14ª e la 15ª armata sopravvissero alla ritirata.<ref name="encyklopedia.pwn.pl"/><ref name="Reese49-50">{{cita|Reese|pp. 49, 50}}.</ref><ref name="Erickson-98" />
A sud, le forze del fronte sud-occidentale sovietico che avanzavano verso Leopoli furono rallentate dall'accanita resistenza polacca. Fra il 30 agosto e il 2 settembre, la Prima armata di cavalleria che stava tentando di correre in aiuto delle truppe sovietiche a nord, dopo essere stata separata dalla 12ª armata che avrebbe dovuto coprire il suo fianco destro, fu accerchiata dalla 3ª armata polacca. Il 31 agosto la Konarmiia si scontrò con la cavalleria polacca nella [[Battaglia di Komarów (1920)|battaglia di Komarów]] (nei pressi di [[Zamość]]) nel più grande scontro tra truppe montate mai combattuto dal 1813: nella battagliala si scontrarono due brigate di cavalleria polacche contro unità dell'11ª e della 6ª divisione della Konarmiia; la vittoria arrise ai polacchi ma entrambe le parti soffrirono molte perdite. La Konarmiia, a dispetto delle perdite e del logoramento causato dagli attacchi aerei e dall'incessante bombardamento delle artiglierie polacche, riuscì a rompere l'accerchiamento ricongiungendosi con la 12ª armata e ritirandosi verso est.<ref name="Reese49-50" /><ref name="Erickson-98" /><ref name="encyklopedia.pwn.pl">{{cita web|url=http://encyklopedia.pwn.pl/haslo.php?id=3997498|titolo=wojna polsko-bolszewicka|lingua=pl|
== Trattati di pace e conseguenze ==
Riga 266:
==Bibliografia==
*{{cita libro |autore=AA.VV. |titolo=Enciclopedia dell'Aviazione |volume=Vol. I |editore=EDIPEM |città= Novara |anno=1978 |
*{{cita libro |autore=Stanisław Alexandrowicz, Zbigniew Karpus, Waldemar Rezmer |titolo=Zwycięzcy za drutami: jeńcy polscy w niewoli, 1919-1922: dokumenty i materiały |lingua=polacco |editore=Wydawn, Uniwersytetu Mikołaja Kopernika |anno=1995 |
*{{cita libro |autore=Christopher Andrew |coautori= Oleg Gordievskij |titolo=La storia segreta del KGB |editore=BUR |anno=2005 |città=Milano |
*{{cita libro |autore=Neal Ascherson |titolo=The Polish August|lingua=inglese |anno=2011 |editore=Bloomsbury Publishing|capitolo=II - Piłsudski to Gomułka |
*{{cita libro |autore=Isaak Babel' |titolo=L'armata a cavallo. Diario 1920 |editore=Marsilio Editori |anno=2002|
*{{cita libro |autore=G. Boffa |titolo=Storia dell'Unione Sovietica |volume=Vol. I |anno=1990 |editore=l'Unità |città=Roma |
*{{cita libro | autore = Paul Brykczynski|titolo=A Poland for the Poles? Józef Piłsudski and the Ambiguities of Polish Nationalism|lingua=inglese|editore=The North American Journal for Central European Studies|anno= 2007|
*{{cita libro|autore=A. Bullock |titolo=Hitler e Stalin, vite parallele |editore=Garzanti |anno= 1995 |
*{{cita libro |autore=N. Cohn |titolo=Licenza per un genocidio. I "Protocolli degli Anziani di Sion": storia di un falso |città=Torino |editore=Einaudi |anno=1969 |
*{{cita libro |autore= Norman Davies |titolo=White Eagle, Red Star: The Polish-Soviet War 1919-20 |lingua=inglese |editore=Random House |anno=2011 |
*{{cita libro |autore=Michael C. Desch |titolo=Power and Military Effectiveness: The Fallacy of Democratic Triumphalism |lingua=inglese |città=Baltimore, Maryland |editore=Johns Hopkins University Press |anno=2010 |
*{{cita libro |autore=John Erickson |titolo=The Soviet High Command, a Military-Political History 1918-1941 |lingua=inglese |editore= Westview Press |città=Boulder, Colorado |anno=1984 |
*{{cita libro| autore=Francesco Maria Feltri |capitolo=La Polonia tra Germania e URSS |titolo=Chiaroscuro |editore=SEI |anno= 2010 |volume=Vol. 3º, unità 7|
*{{cita libro |autore=P. Fervaque |titolo=Le chef de l'armée rouge, Mikaïl Toukatchevski |lingua=francese |città=Parigi |editore=E. Fasquelle |anno=1928 |
*{{cita pubblicazione |autore=Michael Fibich |titolo=On the Polish-Bolshevik Front in 1919 and 1920 |rivista=The Field Artillery Journal |lingua=inglese |città=Washington D.C. |editore=The United States Field Artillery Association |volume=Vol. XIII |numero=nº 4 |data=luglio-agosto 1923 |cid=Fibich}}
*{{cita libro |autore=Louis Fischer |titolo=The Soviets in World Affairs: A history of realations between the Soviet Union and the rest of the world, 1917-1929 |lingua=inglese |editore=Princeton University Press |anno=1960 |
*{{cita libro|autore=J.F.C. Fuller |titolo=A Military History of the Western World |editore=Funk and Wagnals Co. Inc. |città=New York |anno=1956 |lingua=inglese |
*{{cita libro|autore=J.F.C. Fuller |titolo=Decisive Battles: Their Influence Upon History and Civilisation |editore=Charles Scribner's Sons |anno=1940|lingua=inglese |
* {{cita libro |autore=A. Graziosi |titolo=L'URSS di Lenin e Stalin |anno=2007 |editore=Il Mulino |città=Bologna |
*{{cita libro |autore=Peter Kenez |titolo=Civil War in South Russia, 1919-1920: The Defeat of the Whites |anno=1977|lingua=inglese |editore=University of California Press |città= |
*{{cita libro |autore=Raymond A. Kimball |titolo=Transformation Under Fire: A Historical Case Study with Modern Parallels|lingua=inglese |anno=2007 |editore=Strategic Studies Institute, U.S. Army War College |città=Carlisle, PA |
*{{cita libro |autore=V. Kubijovic |titolo=Ukraine: A Concise Encyclopedia |editore=University of Toronto Press |lingua=inglese |città=Toronto |anno=1963 |
*{{cita libro|autore=W. Bruce Lincoln |titolo=I bianchi e i rossi. Storia della guerra civile russa|editore=Mondadori|anno=1991|
*{{cita libro | autore = Sergiusz Mikulicz|titolo=Prometeizm w polityce II Rzeczypospolitej|editore=The Książka i Wiedza|lingua=polacco|città=Varsavia|anno= 1971|
*{{cita libro | autore = Paolo Morawski|coautore=Andrea Morawski|titolo=Polonia mon amour. Dalle Indie d'Europa alle Indie d'America|editore=Ediesse|città=Roma|anno= 2006|
*{{cita libro|autore=Zdzislaw Musialik |titolo=General Weygand and the Battle of the Vistula 1920 |lingua=inglese |anno= 1987 |editore=Jozef Piłsudski Institute of Research Ltd |città=Londra |
*{{cita libro |autore=Grzegorz Nowik |titolo=Zanim złamano Enigmę. Polski radiowywiad podczas wojny z bolszewicką Rosją 1918–1920 |lingua=polacco |editore=Rytm |anno=2004 |
*{{cita libro|autore=Richard Pipes |titolo=Russia under the Bolshevik Regime 1919–1924|lingua=inglese |editore=Harvill |anno= 1997|
*{{cita libro |autore=David L. Ransel, Bożena Shallcross |titolo=Polish Encounters, Russian Identity |lingua=inglese |anno=2005 |editore=Indiana University Press |città=Bloomington, IN |
*{{cita libro |autore=Roger R. Reese |titolo=The Soviet Military Experience: A History of the Soviet Army, 1917-1991|lingua=inglese |anno=2000 |editore=Routledge |città= |
*{{cita libro |autore=Geoffrey Roberts |titolo=Stalin's Wars: From World War to Cold War, 1939-1953 |editore=Yale University Press |anno=2006 |
*{{cita libro |autore=Paul A. Rozumski |titolo=Poland: Lone Eagle over Europe|lingua=inglese |anno=2012 |editore=School of Advanced Military Studies, United States Army Command and General Staff College |città=Fort Leavenworth, Kansas |
*{{cita libro |autore=R. Service |titolo=Lenin |anno=2001 |editore=Il Giornale |città=Milano |
*{{cita pubblicazione | autore = Robert Szymczak| anno = 1995| mese = febbraio| titolo = Polish-Soviet War: Battle of Warsaw| rivista = Military History| editore = Weider History Group| url = http://www.historynet.com/polish-soviet-war-battle-of-warsaw.htm| lingua = inglese| cid = Szymczak}}
*{{cita libro | autore = Wacław Uruszczak, Dorota Malec, Maciej Mikuła | titolo = Krakowskie studia z historii państwa i prawa| editore = Wydawnictwo UJ| città = Cracovia | lingua = polacco | anno = 2010 |
*{{cita libro |autore=Stephen M. Walt |titolo=Revolution and war|lingua=inglese |anno=1996 |editore=Cornell University Press |città= |
*{{cita libro |autore=Richard M. Watt |titolo=Bitter Glory: Poland and its fate, 1918 to 1939|lingua=inglese |anno=1998 |editore=Simon and Schuster |città=New York |
*{{cita libro | autore =Harold H. Worrell | titolo = The Battle Of Warsaw, 1920: Impact On Operational Thought |editore=School of Advanced Military Studies, United States Army Command and General Staff College | città = Fort Leavenworth, Kansas |lingua=inglese| pagine = 66 | anno = 1995|
*{{cita libro|autore=Adam Zamoyski |titolo=The Battle for the Marchlands |lingua=inglese |città= New York |editore= Columbia University Press |anno=1981 |
*{{cita libro |autore=Adam Zamoyski |titolo=Warsaw 1920|lingua=inglese |anno=2008 |editore=Harper Collins |città=Londra |
*{{cita libro|autore=Earl Frederick Ziemke |titolo=The Red Army, 1918-1941: From Vanguard of World Revolution to Us Ally |lingua=inglese |anno=2004|editore=Frank Cass Publishers |
== Voci correlate ==
|