Francesco Colzi: differenze tra le versioni

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==Contributo all'evoluzione della chirurgia==
La grande capacità e voglia di innovazione di Francesco Colzi è chiara in ogni campo: nella [[clinica (disciplina)|clinica]], nella [[ricerca scientifica]], soprattutto riguardo alla [[patologia]] e anche nella didattica universitaria.<ref>Tonelli, "I Protagonisti Della Chirurgia Fiorentina", op.cit., p. 124.</ref> Il primo assioma che deriva dalle sue teorie è quello che afferma che “il chirurgo necessita di un lungo e articolato percorso di formazione per arrivare a svolgere al meglio la sua professione”. Egli stesso nei suoi anni universitari sfruttava al massimo i momenti in cui si praticava la [[Dissezione (anatomia)|dissezione anatomica]] e, come racconta Giuseppe Corradi, non sono poche le notti durante le quali egli si dilettava con dissezioni su cadaveri per affinare le sue conoscenze nell’ ambito dell’[[anatomia]] chirurgica.<ref>Tonelli, "I Protagonisti Della Chirurgia Fiorentina", op.cit., p. 124.</ref> In una prolusione del 1883 tenuta al corso di [[clinica]] chirurgica presso la facoltà medica di [[Modena]] esprimeva così il suo pensiero sull'impostazione che a suo parere bisognava dare all'apprendimento della [[chirurgia]]:
{{Citazione|a me sembra che la Clinica la quale si fonda sull'applicazione al malato delle cognizioni acquisite per il progresso della patologia e delle scienze biologiche, debba avere un indirizzo in gran parte scientifico piuttosto che pratico. La chirurgia infatti a chi è debitrice dei suoi trionfi che qualche anno fa sembravano sogni? Quali sono le basi sulle quali l'arte nostra si appoggia e procede con una sicurezza incredibile se non l'[[anatomia]], la [[fisiologia]], l'[[anatomia patologica]], la [[patologia]] generale e la [[batteriologia]]?<ref>Tonelli, "I Protagonisti Della Chirurgia Fiorentina", op.cit., p. 124.</ref>|Francesco Colzi|}}
Un secondo assioma in cui Colzi credeva molto era quello che recitava che il chirurgo deve essere per prima cosa un fine diagnosta, essere più attento del medico, e verificare immediatamente le sue ipotesi.<ref>Tonelli, "I Protagonisti Della Chirurgia Fiorentina", op.cit., p. 125.</ref>
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===Studi riguardanti l'estirpazione di un organo===
Un'altra attività di ricerca strettamente connessa alle sue pratiche chirurgiche fu quella con la quale cercò di stabilire le conseguenze connesse all'estirpazione di un [[organo (anatomia)|organo]].<ref>Tonelli, "I Protagonisti Della Chirurgia Fiorentina", op.cit., p. 127.</ref> Praticando degli esperimenti su degli animali, si rese conto che nel caso di disturbi tireoprivi, essi si potessero evitare lasciando intatto un solo lobo o solo un quarto di [[tiroide]].<ref>Tonelli, "I Protagonisti Della Chirurgia Fiorentina", op.cit., p. 127.</ref> Osservò inoltre che con la riduzione dell'afflusso di sangue alla [[ghiandola]], dovuta alla legatura dei vasi arteriosi, essa manteneva il suo regolare funzionamento.<ref>Tonelli, "I Protagonisti Della Chirurgia Fiorentina", op.cit., p. 127.</ref> In virtù di questi studi, risultò capace di redigere delle nuove regole chirurgiche che sarebbero state utilizzate nei decenni successivi.<ref>Tonelli, "I Protagonisti Della Chirurgia Fiorentina", op.cit., p. 127.</ref>
 
===Studi relativi a fegato e vie biliari===
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===La grande capacità nella sutura===
Nonostante l'epoca non permettesse il perfezionamento di grandi mezzi di studio e di ricerca, Francesco Colzi riusciva a preparare prima di ogni intervento il materiale più appropriato per la [[sutura chirurgica|sutura]] che sarebbe andato a performare.<ref>Tonelli, "I Protagonisti Della Chirurgia Fiorentina", op.cit., p. 128.</ref> Grande capacità venne dimostrata negli anni nelle suture intestinali , per le quali venivano preparati dei fili di seta molto sottili con degli aghi atraumatici.<ref>Tonelli, "I Protagonisti Della Chirurgia Fiorentina", op.cit., p. 128.</ref> In questo modo l'anastomosi poteva essere praticata rispettando la vitalità dei tessuti. La sua tecnica di sutura si basava sul dovere fondamentale di non includere la [[mucosa]] nel punto.<ref>Tonelli, "I Protagonisti Della Chirurgia Fiorentina", op.cit., p. 128.</ref> Così, in virtù di queste nuove conoscenze, Colzi riuscì ad eseguire con successo molte resezioni intestinali, alcuni reimpianti di ureteri sia nella [[vescica]] che nel [[retto]], varie suture dell'[[ovaio]], della [[colecisti]] e del [[parenchima]] epatico.<ref>Tonelli, "I Protagonisti Della Chirurgia Fiorentina", op.cit., p. 128.</ref>
 
===I tipi di interventi più riusciti===
Colzi aveva una grande capacità di sanare [[stenosi]] gastriche, di effettuare l'asportazione di enormi gozzi endotoracici attraverso tiroidectomie senza lesionare i nervi laringei inferiore e superiore. Elaborò per primo dei metodi chirurgici atti a risolvere l'[[ernia crurale]] e la [[resezione]] del ginocchio tubercolare.<ref>Mario Donati, "Francesco Colzi", op.cit.</ref> Inoltre si dilettò anche in operazioni di [[ortopedia]] molto all'avanguardia per quell'epoca.<ref>Tonelli, "I Protagonisti Della Chirurgia Fiorentina", op.cit., p. 128.</ref> Non a caso oggi la resezione diafisaria di [[radio (anatomia)|radio]] e [[ulna]] negli esiti della [[sindrome di Volkmann]] è ancora nota come "l'intervento di Colzi".<ref>Tonelli, "I Protagonisti Della Chirurgia Fiorentina", op.cit., p. 128.</ref>
 
==La sua grande caratura etica==