{{RQuote|center|Dopo la tragedia di Superga, il mito della grande Torino ha continuato ad alimentare l'immaginario collettivo italiano che ha trovato nella Juventus un'incarnazione vincente, che ha messo radici negli angoli più sperduti del Paese, diventando il simbolo stesso di una rinnovata identità italiana.<ref name="Bechelloni" />}}
Per lo [[storico]] [[Giovanni De Luna]], i flussi migratori alverso il capoluogo [[piemonte]]se e le vittorie della Juventus durante quel periodo permesseropermisero un maggior avvicinamento della squadra ai sostenitori del [[Italia Meridionale|Sud]], per cui essa «non era più la lontana espressione di un sogno di vittoria, raggiungibile solo attraverso i giornali, la radio, la televisione, ma un'entità finalmente concreta, visibile, continuamente a portata di mano»,<ref name="De Luna">{{cita news|autore=Giovanni De Luna|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,17/articleid,0895_02_1990_0039_0017_18512268/|titolo=La Juve delle passioni e le anime di Torino|pubblicazione=Stampa Sera|pagina=17|data=12 febbraio 1990|accesso=12 ottobre 2014}}</ref>», rappresentando lo spirito del nuovo lavoratore immigrato piemontese; un fenomeno sociale che sarebbe statogiunto compiutoa compimento con la «[[Storia della Serie A#La Juventus di Boniperti e Trapattoni|squadra meridionale]]» [[Serie A|pluricampione d'Italia]] degli [[anni 1970|anni settanta]].<ref name="De Luna"/>