Mark Inglis: differenze tra le versioni
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È divenuto noto per essere stato il primo uomo al mondo dotato di protesi artificiali agli arti inferiori a scalare e raggiungere la vetta dell'[[Everest]].
Iniziata l'attività sportiva fin da giovane età, nel [[1982]] Inglis, durante un tentativo di ascensione al [[Mount Cook]] (3.754 metri), la più alta vetta della [[Nuova Zelanda]], ebbe un incidente e restò bloccato in una caverna di ghiaccio per 14 giorni.
I congelamenti subiti agli arti inferiori furono talmente gravi da costringere i medici ad amputargli entrambi gli arti all'altezza del ginocchio. Da quell'evento, Inglis ha messo a disposizione il proprio corpo alla ricerca biomedica sulle protesi artificiali, continuando ed ampliando la propria attività sportiva e dedicandosi particolarmente al ciclismo, fino a vincere una medaglia d'argento ai Giochi Paralimpici di {{PE||2000}}.
Tuttavia è rimasto l'alpinismo l'attività principalmente svolta: nel [[2002]] è tornato sul [[Mount Cook]] riuscendo a raggiungerne la vetta; nel [[2004]] ha salito il [[Cho Oyu]] (8.201 metri), la sesta vetta più alta della Terra, divenendo il primo uomo con protesi artificiali a raggiungere la vetta di un 8.000.
Nel [[2006]], infine, l'ascensione alla vetta dell'[[Everest]], a 8.848 metri, con due protesi artificiali in titanio e fibra di carbonio. Con questa spedizione Inglis ha voluto sostenete il [[Cambodia Trust]], un centro di ricerca sugli arti artificiali in [[Cambogia]], che offre servizi di riabilitazione alle vittime di mine antiuomo, della polio e ad altre persone disabili.
Nel [[2003]] ha ricevuto l'onorificenza dell'Ordine al Merito della [[Nuova Zelanda]] per la sua attività a favore delle persone disabili.
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