Deficit pubblico: differenze tra le versioni

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{{F|macroeconomia|giugno 2013|Nussuna fonte citata a sostegno delle informazioni}}
In [[economia]], all'interno della [[contabilità di Stato]] e del [[bilancio dello Stato|bilancio statale]], ilIl '''disavanzo statale''' o '''deficit pubblico''', in [[economia]] ed in èparticolare nella [[contabilità di Stato]], indica l'ammontare della [[spesaspes stataledel [[bilancio dello Stato]] non coperta dalle [[entrate]], ovvero quella situazione economica dei ''conti statali'' in cui, in un dato periodo, le [[uscite]] dello [[Stato]] superano le entrate.

== Caratteristiche ==
Il disavanzo è dunque una eccedenza delle uscite sulle entrate, al contrario del '''surplus''' o '''avanzo statale''', che è un risparmio netto del settore statale (quando le entrate superano le spese); in tal caso, però, l'avanzo pubblico va distinto dal cosiddetto [[avanzo primario]], che considera la differenza tra entrate ed uscite al netto della spesa per [[interesse|interessi]] sul [[debito statale]].
 
Il deficit statale può essere il risultato voluto dal [[governo]] di [[politica di bilancio|politiche di bilancio]] ([[legge finanziaria|manovre finanziarie]] o strategie economico-finanziarie di lungo periodo ([[DPEF]])) di tipo ''espansivo'' a sostegno della [[domanda aggregata]] e quindi della [[crescita economica]] grazie all'aumento della spesa statale o dei trasferimenti e/o riduzione delle [[imposte]]. Viceversa manovre ''restrittive'', con riduzione della spesa statale o dei trasferimenti, e/o in un aumento delle imposte, hanno effetto di riduzione del deficit statale, [[pareggio di bilancio]] o generazione di avanzo statale ottenendo dunque un saldo positivo nei ''conti dello Stato'' grazie a ''politiche di rigore'' deflazionistiche.
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Concorre alla generazione di deficit pubblico indesiderato il fenomeno dell'[[evasione fiscale]] e/o una diminuzione del [[PIL]] con diminuzione delle entrate dovuta a minor introiti da [[tassazione]] sui [[reddito|redditi]].
 
==Descrizione=Cause===
===Spesa statale, deficit e debito statale===
====Cause====
La [[spesa statale]] è costituita dagli acquisti di beni e servizi da parte del settore governativo/statale e dai trasferimenti alle amministrazioni locali, alle [[impresa|imprese]] e ai singoli (sotto forma di retribuzioni, pensioni e altri tipi di sussidi, come quelli di [[disoccupazione]]). A fronte di tali uscite lo Stato incassa un cosiddetto [[gettito fiscale]] dalle [[imposta|imposte]] di sua competenza, quali le imposte ''DIRETTE'' come quelle sul [[reddito]] dei singoli ([[IRPEF]]) e sul reddito delle [[società (diritto)|società]] ([[Imposta sul reddito delle società|IRES]]), e ''INDIRETTE'', come l'[[IVA]]. Il saldo negativo tra entrate ed uscite rappresenta dunque il deficit o disavanzo.
 
La presenza di un deficit si può dunque attribuire ad un ''incremento di spesa'' (causata eventi come una guerra o una catastrofe naturale, da scelte di [[politica economica|politiche economiche]] di sostegno ad un decremento della [[domanda e offerta#Domanda|domanda]] generato da aumento del tasso di disoccupazione e da stagnazione o recessione economica all'interno del settore privato-non governativo) e/o a ''diminuzione delle entrate'' (ad esempio [[politica fiscale|politiche fiscali]] di sostegno alla domanda, alta [[evasione fiscale]], bassa [[crescita economica]] che genera diminuzione nel gettito fiscale.
 
====Misurazione====
 
Anche se il deficit statale viene misurato in termini assoluti, indicando il suo ammontare in euro o nella moneta in cui è espresso, gli [[economisti]] preferiscono valutarne le dimensioni relative, rapportando il deficit al [[Prodotto interno lordo]] del paese. Tale rapporto costituisce, peraltro, il parametro essenziale con cui sono valutati gli Stati Membri dell'[[Unione Europea]], che rientrano nell'[[eurozona]], per il rispetto del [[Patto di stabilità e crescita]].
 
====Copertura====
La presenza di un deficit contabilizzato nei conti dello Stato, anche se voluto da politiche ''espansive'' di crescita economica, pone allora la questione cruciale della sua copertura finanziaria. E, quindi, necessariamente bisogna suddividere gli Stati a moneta sovrana (monopolisti della moneta) dagli Stati utilizzatori di moneta non sovrana (ad esempio gli Stati dell'Eurozona e gli Stati con una moneta agganciata ad un tasso fisso con una moneta estera di riferimento). Stati a moneta sovrana (USA, Giappone, Cina, etc.) sono sempre solvibili ed in quanto monopolisti della moneta non hanno bisogno del prelievo fiscale per la loro spesa in deficit (le tasse hanno come fine l'accettazione della moneta dello Stato come mezzo di scambio nell'economia del settore privato-non governativo, mentre l'emissione dei titoli di Stato ha come scopo il mantenimento del tasso overnight, ovvero il tasso di interesse interbancario). Stati che utilizzano una moneta non sovrana hanno invece il problema di reperire le risorse finanziare per la propria spesa a deficit. Questa avviene solitamente con l'emissione di [[titoli di stato]] come [[Buono Ordinario del Tesoro|BOT]] e [[Certificato di credito del tesoro|CCT]], che vanno dunque a costituire, in aggregato, il cosiddetto debito statale. Lo Stato emittente paga necessariamente degli [[interesse|interessi]] che contribuiscono a loro volta ad un ulteriore quota delle uscite statali.
 
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* vincolo del cosiddetto [[pareggio di bilancio]].
 
====Deficit, politica economica e crescita economica====
 
Una divisione tradizionale delle posizioni in materia di deficit e [[politica economica]] tra forze politiche [[conservatorismo|conservatrici]] e [[progressisti|progressiste]], attribuisce alle prime la volontà di ridurre quanto più possibile il deficit dello stato o addirittura di chiudere in [[pareggio di bilancio]] i conti pubblici allo scopo di mantenere ordine nei conti, di contenere la spesa pubblica e di preservare il ruolo di controllo dello stato nell'economia, mentre alle seconde verrebbe attribuito il desiderio di accettare deficit pubblici strutturali purché finalizzati a sostenere la domanda e in [[consumo|consumi]] o a preservare le fasce sociali più deboli.
 
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==Trattazione matematica del rapporto deficit/PIL==
 
La seguente [[equazione alle differenze]] relativa al rapporto deficit/PIL mostra come il deficit pubblico al tempo ''t'' è uguale agli interessi sul valore nominale del debito pubblico dell'anno precedente con ''i'' tasso di interesse nominale dei titoli di stato più il disavanzo primario (pari alla differenza tra le uscite e le entrate statali):
 
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