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Sono tornata
da Pessoa
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<div style="margin: 0; margin-right:10px; border: 2px solid #dc143c; padding: 0 1em 1em 1em; background-color:#f1f5f1; font-family: Comic Sans MS;"><big>
 
<center>Stanco della vita</center>
 
:Stanco della vita, io? Non scherziamo.
:Ma se me le mangio con gli occhi, ancora,
:tutte le sue insegne, se non c'è amo
:al quale non abbocchi! Semmai è ora
 
<center>Stanco della vita16.12.1931</center>
 
Oggi è partito per la sua terra natale, pare definitivamente, colui che viene designato come il fattorino, quello stesso uomo che ero abituato a considerare come parte di questa casa umana e dunque come parte di me e del mio mondo. Se n'è andato oggi. Nel corridoio, quando ci siamo incontrati casualmente per l'attesa sorpresa del commiato, gli ho dato un abbraccio che mi ha timidamente retribuito, ho avuto sufficiente coraggio per non piangere come, dentro il mio cuore desideravano senza che io lo volessi i miei occhi caldi.<br> Ogni cosa che è stata nostra, seppur solo per accidente di convivenza o di visione appunto perché è stata nostra diventa noi stessi. Oggi per me non è stato dunque il fattorino dell'ufficio a partire per un paesino della Galizia che ignoro, è stata una parte vitale, perché visiva e umana della sostanza della mia vita. Oggi ho subito un'amputazione. Non sono più esattamente lo stesso. Il fattorino dell'ufficio è partito.<br>Tutto quanto succede nel dove in cui viviamo, succede in noi. Tutto quanto cessa in ciò che vediamo, cessa in noi. Il fattorino dell'ufficio è partito.<br> Più pesante, più vecchio, meno volitivo mi siedo all'alta scrivania e continuo la contabilità della partita di ieri. Ma la piccola tragedia di oggi interrompe con meditazioni che devo faticosamente arginare il processo automatico della contabilità della partita. Riesco a lavorare solo perché posso, con un'inerzia attiva, essere schiavo di me stesso. Il fattorino è partito.<br> Sì, domani o un altro giorno, o quando suonerà per me la campana senza suono della morte o della partenza, anch'io sarò colui che non è più qui, un libro di copia che sarà riposto nell'armadio del sottoscala. Sì, domani o quando il Destino lo dirà, avrà fine colui che ha finto in me di essere me.<br> Andrò nel mio paese natale? Non so dove andrò. Oggi la tragedia è visibile per l'assenza, sensibile perché non merita che si senta. Dio mio, Dio mio, il fattorino è partito.
:d'accennare, questo sì, a qualche addio,
:cominciare a spegnere le candele
:e chiudere gli spartiti, un leggio
:per volta fino all'ultimo, al più fedele
 
<small> [[GiovanniFernando RaboniPessoa]], da ''QuareIl tristislibro dell'inquietudine''</small>
 
:degli strumenti...Quale? La memoria
:sussurra i due violini, il cuore un flauto
:o il tuo silenzio - ma io so che una storia
:si fa da sola, che è empio o almeno incauto
 
 
:scriversi il finale. Basti l'atroce
:strozzarsi in gola, vero, della voce.
 
<small> [[Giovanni Raboni]], da ''Quare tristis''</small>