Campagna svizzera di Suvorov: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
Riga 113:
=== L'attraversamento del passo del Panix e l'arrivo a Coira ===
[[Image:Suvorov pannix.jpg|thumb|upright=0.8|''Suvorov che attraversa il [[Passo del Panix]]'', dipinto di Alexander Kotzebue]]
Il 6 ottobre i russi cominciarono la scalata al Panix a 2.407 m. di quota. Dovette essere abbandonata tutta l'artiglieria e, arrampicandosi con la neve sopra il ginocchio sugli stretti e tortuosi sentieri a picco sui precipizi, furono persi anche 300 muli<ref>{{Cita|Mikaberidze 2003|p. 171.}}</ref>. Édouard Gachot nella sua ''Histoire militaire de Masséna: La campagne d'Helvétie (1799)'' del 1904, estratta dalle memorie di ufficiali superstiti e da notizie ricavate dall’archivio della guerra russa, descrive con dovizia di particolari gli enormi disagi ed il dramma patito dall'armata russa durante la traversata. L'estenuante marcia fu eseguita quasi ininterrottamente anche di notte e costò la vita a quanti, esausti, malati o feriti, non erano più in grado di reggersi in piedi sullo stretto sentiero reso invisibile dalla neve e scivoloso per il ghiaccio. Parecchi uomini uomini abbandonavano zaini e fucili lungo la via e i più deboli si lasciarono morire semplicemente addormentandosi. Suvorov, sopraffatto dalla sofferenza dei suoi uomini, continuò a sostenere la marcia forzata, a riprendere chi abbandonava le armi o solo si lamentava e, pur mal abbigliato, rifiutò più volte il mantello che gli veniva offerto dal suo attendente per dimostrare la sua resistenza e estrarre le ultime energie alle sue truppe<ref name="Giulio Rossi 1908"/>. Ai generali che lo circondavano disse: {{quote|Lo sentite come mi lodano? Questi sono gli stessi uomini che mi lodarono così anche in Turchia ed in Polonia|Suvorov<ref>{{cita libro|url=http://books.google.it/books?id=itMfAAAAMAAJ&oe=UTF-8&redir_esc=y|autore=Édouard Gachot|titolo=Histoire militaire de Masséna: la campagne d'Helvétie (1799)|pagina=436|editore=Perrin et cie.|anno=1904|lingua=francese|isbn={{no ISBN}}}}</ref>}}
 
Appena l'avanguardia arrivò sul colmo del passo fu investita da una violentissima bufera di grandine e neve gelata che impedì agli esporatori di orientarsi e facendo loro rischiare di cadere nei dirupi e nei precipizi. Prima di trovare una via agevole per la discesa grazie all'intervento della popolazione locale, parecchi gruppi si dispersero nella ricerca. Il 7 ottobre i russi arrivarono ai primi [[chalet]] di [[Pigniu|Panix]] e dopo un breve bivacco poterono iniziare la discesa verso [[Ilanz]] e la salvezza<ref>{{Cita|Mikaberidze 2003|p. 173.}}</ref>. Qui Suvorov, sentendosi finalmente non più braccato, fece riposare i suoi uomini per un'altra notte ed il 9 mosse verso il Reno e quindi verso [[Coira|Chur]] dove arrivò il 10 ottobre, portando con sé anche 1.400 prigionieri francesi. Gli restavano 14.000 uomini e di questi solo 10.000 in grado a stento di marciare e combattere, gli altri erano divorati dalle febbri o accecati da infiammazioni agli occhi; le [[Sotnja|sotnje]] erano ridotte ad una ventina di cavalieri che si disputavano 4 o 5 cavalli superstiti e male in arnese, l’artiglieria tutta perduta; un terzo della truppa era senz’armi, le altre erano arrugginite ed inservibili, le baionette spuntate, le uniformi irriconoscibili<ref name="Giulio Rossi 1908"/>.