Vittorio Mathieu: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 14:
*'''Filosofia della storia''': ha realizzato alcune traduzioni fondamentali. Forse, il contributo maggiore di Mathieu alla storia della filosofia è consistito proprio in un’opera che combina traduzione e ricostruzione critica, ovvero l'''opus postumum'' di Kant, pubblicato nel 1963. Tale opera affronta questioni teoriche tutt’oggi aperte (soprattutto nella fisica e nella biologia teoriche)come il problema della forma degli oggetti solidi o il problema del vivente, cioè il problema della vita in quanto tale e non ridotta a semplice. Mathieu ha curato, poi, le edizioni italiane di molte opere di [[Leibniz]]: Si è trattato di un ampio lavoro che si è raccolto in quattro principali volumi: ''“Scritti politici e di diritto naturale”'' (1951), ''“Leibniz e des Bosses”'' (1960), ''“Saggi filosofici e lettere”'' (1963), ''“Saggi di teodicea: sulla bontà di Dio, sulla libertà dell’uomo, sull’origine del male”'' (1991).
*'''Estetica''': l’estetica di Mathieu, pur nella varietà dei temi trattati, rimanda ad una problematica essenzialmente ontologica: lo svelarsi dell’ente. Cioè, l’opera d’arte è heideggerianamente concepita come il modo attraverso cui gli uomini possono cogliere il passaggio dal nulla all’essere.Di estetica è anche l’ultimo libro di Mathieu: ''“Goethe e il suo diavolo custode”'', edito nel 2002 per Adelphi. Al centro di questa ricerca vi è la figura di Mefistofele, analizzata in tutta la sua profondità e capacità genealogica. Nei suoi volumi sull'estetica della musica, sviluppa la tesi affascinante che ascoltare la musica è un ascoltare il silenzio:
{{quote|“Grande è la potenza significante di ciò che non significa nulla, perché è il nulla a far emergere l’essere delle cose. E la musica e la luce si situano proprio in questo iato insuperabile fra l’essere e il nulla”.|'''Vittorio Mathieu'''}}
|