Guerra libico-ciadiana: differenze tra le versioni
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Le scaramucce tra le FAN di Habré e i gruppi pro-Libia nelle strade della capitale divennero progressivamente sempre più serie. Come nel 1979, il 22 marzo 1980 un incidente minore si trasformò nell'inizio di una seconda grande battaglia di N'Djamena: in dieci giorni gli scontri tra FAN di Habré e FAP di Goukouni, che potevano mettere in campo ciascuna tra i 1.000 e i 1.500 uomini armati, causarono migliaia di vittime e l'esodo di almeno metà della popolazione della città; le rimanenti unità francesi, che conclusero il loro ritiro il 4 maggio, si proclamarono neutrali e non intervennero negli scontri, come pure le truppe zairesi della forza di pace della OUA<ref>{{cita|Nolutshungu 1995|p. 135}}.</ref><ref name=Azevedo-108>{{cita|Azevedo 1998|p. 108}}.</ref>. Con il FAN sostenuto militarmente ed economicamente dagli aiuti di Sudan ed Egitto, Goukouni ricevette sostegno dalle FAT di Kamougué e dai miliziani di Acyl poco dopo l'inizio degli scontri, oltre a poter contare su un sostegno di artiglieria fornito dai libici; il 6 giugno le FAN conquistarono Faya-Largeau, e questo spinse Goukouni a siglare il 15 giugno un trattato di amicizia e mutua difesa con la Libia che di fatto legittimava la presenza militare di quest'ultima nel paese<ref name=Azevedo-108 /><ref>{{cita|Brecher & Wilkenfeld 1997|p. 89}}.</ref>.
[[File:LARAF MiG-23MS rolling along the runway at Faya Largeau AB,.jpg|thumb|Un caccia libico [[Mikoyan-Gurevich MiG-23]] in decollo dalla base di [[Faya
All'inizio di ottobre, truppe libiche aerotrasportate nella striscia di Aouzou cooperarono con le forze di Goukouni per rioccupare Faya-Largeau; la città fu utilizzata come centro di assembramento per una concentrazione di carri armati, artiglieria e veicoli corazzati che poi mossero verso sud alla volta di N'Djamena. Un attacco iniziato il 6 dicembre, con alla testa una formazione di carri armati [[T-54/55]] e secondo alcuni rapporti coordinato da consiglieri militari di costruzione [[Unione Sovietica|sovietici]] e tedesco-orientali, portò alla caduta della capitale il 16 dicembre seguente; le forze libiche, stimate tra 7.000 e 9.000 tra regolari e paramilitari della [[al-Faylaq ul-'Islāmiyyu]] ("Legione islamica pan-africana", milizia internazionale a guida libica) appoggiati da 60 carri armati e altri veicoli blindati, erano state trasferite dal confine meridionale della Libia attraverso 1.100 chilometri di deserto, in parte per via aerea e in parte via terra: considerando che le principali basi libiche sulla costa del [[mar Mediterraneo]] a loro volta si trovavano a circa 1.000-1.500 chilometri dal confine libico-ciadiano, l'azione si rivelò un'impresa logistica notevole e una grande vittoria militare e politica per Gheddafi<ref>{{cita|Wright 1989|p. 132}}.</ref>.
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