Goffredo di Monmouth: differenze tra le versioni

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La carriera ecclesiastica lo portò a diventare prima arcidiacono di [[Monmouth (Regno Unito)|Monmouth]] (o di [[Saint Teilo]] a [[Llandaff]]) e poi, nel [[1152]], [[vescovo]] di [[Saint Asaph]], nel Galles nordorientale. Saint Asaph era situata in una regione afflitta dagli scontri fra i [[normanni]] e i ribelli gallesi; pare che Goffredo, forse per questo motivo, non si sia mai effettivamente trasferito nella sede episcopale.
 
==Opere==
''[[Nostradamus|us]]''. Le profezie sono scritte in un linguaggio fortemente simbolico, spesso oscuro, e vertono soprattutto sul futuro politico della Britannia; furono infatti poi incluse nel più ampio ''[[Historia Regum Britanniae]]'' (Storia dei Re di Britannia), come IX volume. Complessivamente, ebbero una diffusione ancmente diverso da quello delle opere precedenti, che corrisponde molto più direttamente al gallese [[Myrddin Wyllt]].
La prima opera nota di Goffredo fu ''[[Prophetiae Merlini]]'' ("Le profezie di Merlino"), databile intorno al [[1135]]. In questo testo raccolse parte della tradizione precedente del [[bardo]] [[profeta]] [[Mago Merlino|Myrddin Emrys]]. Goffredo sostenne, nella dedica iniziale dell'opera, di aver risposto all'esortazione del [[vescovo]] Alessandro di [[Lincoln (Lincolnshire)|Lincoln]], che gli aveva chiesto di ''de britannico in latino transferre'' le profezie di Myrddin; ma se sia trattato di una vera e propria traduzione è questione controversa. In ogni caso, fu Goffredo a usare per primo il nome ''[[Mago Merlino|Merlino]]'', latinizzando Myrddin con qualche ritocco per evitare l'[[assonanza]] col [[lingua francese|francese]] ''merde''; e altrettanto innovativa fu la reinterpretazione di Merlino come profeta [[cristianesimo|cristiano]]. L'opera si presentava, come il titolo suggerisce, come una raccolta di profezie, paragonabile per certi versi alle successive ''[[Nostradamus|Profezie di Nostradamus]]''. Le profezie sono scritte in un linguaggio fortemente simbolico, spesso oscuro, e vertono soprattutto sul futuro politico della Britannia; furono infatti poi incluse nel più ampio ''[[Historia Regum Britanniae]]'' (Storia dei Re di Britannia), come IX volume. Complessivamente, ebbero una diffusione ancora maggiore; oltre a trovarsi nei manoscritti della ''Historia'', infatti, le ''Prophetiae'' circolarono anche come opera indipendente (se ne sono trovati circa ottanta manoscritti). L'integrazione delle ''Prophetiae'' nella ''Historia'' (che unisce quindi definitivamente il personaggio di Myrddin alla storia dei re bretoni, e in particolare alle figure di [[Vortigern]] e [[Uther Pendragon]]) rappresenta la nascita del personaggio letterario di Merlino, in seguito centrale nel [[ciclo bretone]]. L<nowiki>'</nowiki>''Historia'', completata nel [[1138]], è l'opera più celebre di Monmouth; con intenti storiografici, ma in effetti attingendo quasi esclusivamente a miti e leggende, racconta le vicende dei regnanti bretoni su un arco di duemila anni. Quest'opera ebbe una enorme visibilità per tutto il [[Medioevo]] e fu fonte di ispirazione per moltissimi autori successivi. Il suo resoconto della vita di [[Re Artù]], in particolare, contribuì in maniera decisiva alla nascita del [[ciclo bretone]]. Dall'opera traspaiono elementi correlati alla biografia di Goffredo, e in particolare la sua predilezione per i bretoni e una certa ostilità politica verso gallesi e sassoni.
 
Nella ''[[Vita Merlini]]'' (''Vita di Merlino''), databile intorno al [[1150]], il profeta appare estremamente diverso da quello delle opere precedenti, che corrisponde molto più direttamente al gallese [[Myrddin Wyllt]].
 
Alcuni studi riportano che, per le sue opere, Monmouth utilizzasse nomi presi da varie fonti per diversi personaggi che, nelle versioni precedenti dei racconti, ne erano privi<ref name=medieval>{{cita web|url=http://www.medievalscotland.org/problem/names/morgan.shtml|titolo=Concerning the Names Morgan, Morgana, Morgaine, Muirghein, Morrigan, and the Like|editore=medievalscotland.org}}</ref>. Alcuni erano nomi utilizzati realmente all'epoca, mentre altri provenivano da fonti scritte ed erano caduti in disuso; molti di questi nomi Monmouth li riutilizzò modificandoli senza curarsi (o ignorando) l'origine, la pronuncia o la forma originale o addirittura il genere maschile o femminile<ref name=medieval/>, portando di fatto alla creazione di nuovi nomi di uso moderno quali ad esempio [[Morgana (nome)|Morgana]], [[Cordelia (nome)|Cordelia]], [[Rowena]] e [[Guendalina]].