Diocleziano: differenze tra le versioni

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[[File:Digesto 02.jpg|thumb|upright=0.8|Una stampa del 1581 del ''Digestorum'' dal ''[[Corpus Iuris Civilis]]'' di [[Giustiniano I|Giustiniano]] (527–534). Il ''Corpus'' era formato dai codici di [[Codex Gregorianus|Gregorio]] e [[Codex Hermogenianus|Ermogene]], redatto e pubblicato sotto il regno di Diocleziano.]]
 
Come la maggior parte degli imperatori, gran parte della [[routine]] quotidiana ruotava attorno agli affari legali, rispondendo agli appelli e alle petizioni, emettendo giudizi su questioni controverse. [[rescritto|Rescritti]], interpretazioni autorevoli emessi dall'imperatore in risposta a una serie di questioni legali posti sia tra contendenti nel campo pubblico che privato, erano un dovere comune proprio degli imperatori del II e III secolo. Diocleziano era inondato da un lavoro di questo genere, ed era incapace di delegare le sue funzioni. Sarebbe stato visto come un inadempimento, il fatto di ignorarli. Nella corte imperiale itinerante della tarda antichità, possiamo analizzare lo stato di avanzamento del seguito imperiale attraverso le posizioni da cui furono emessi determinati rescritti - la presenza dell'Imperatore era ciò che permetteva al sistema di funzionare.<ref>Serena Connolly, ''Lives behind the Laws: The World of the Codex Hermogenianus'', Bloomington, Indiana University Press, 2010, ISBN 978-0-253-35401-3, p. 61.</ref> Quando mai la corte imperiale decise di stabilirsi in una delle capitali, vi era un eccesso di petizioni, come accadde nel 294 a Nicomedia, dove Diocleziano pose i suoi quartieri d'inverno.<ref>Karen Radner, ''State Correspondence in the Ancient World: From New Kingdom Egypt to the Roman Empire'', Oxford University Press, 2014, ISBN 978-0-19-935477-1, p. 181.</ref>
 
Certamente i [[prefetto del pretorio|prefetti del pretorio]] ([[Afranio Annibaliano]], [[Giulio Asclepiodoto]] e [[Ermogeniano|Aurelio Ermogeniano]]) aiutarono a regolare il flusso e la presentazione di tali documenti, il profondo senso della legalità insito nella cultura romana fece sì che il carico di lavoro fosse pesante.<ref>Williams, pp. 53–54 e 142–43.</ref> Gli imperatori che avevano preceduto Diocleziano nei quarant'anni antecedenti il suo regno, non erano riusciti a far fronte ai loro doveri in modo efficace, e la loro produzione di rescritti attestata risulta bassa. Diocleziano al contrario, fu prodigioso nei suoi affari: ci sono almeno 1.200 rescritti a suo nome che ancora sopravvivono, e questi rappresentano solo una piccola parte dell'enorme mole di lavoro svolta.<ref>Johnston, "Epiclassical Law" (CAH), p. 201; Williams, ''Diocletian'', p. 143.</ref> Il forte aumento del mumero di editti e rescritti prodotti sotto il governo di Dioclezioano è stato letto come la prova tangibile di un continuo sforzo per riallineare tutto l'impero alle condizioni dettate dal potere centrale imperiale.<ref>Potter, pp. 296 e 652.</ref>
 
Sotto la guida di giuristi come Gregorio, [[Aurelio Arcadio Carisio]] e Ermogeniano, il governo imperiale cominciò a pubblicare libri ufficiali sui [[precedenti|precedenti legislativi]], raccogliendo ed elencando tutti i rescritti che erano stati rilasciati a partire dal principato di [[Adriano (imperatore romano)|Adriano]] (regno 117–138) a quello di Diocleziano.<ref>Harries, pp. 14–15; Potter, pp. 295–96.</ref> Il ''[[Codex Gregorianus]]'' includeva rescritti fino al 292, che il ''[[Codex Hermogenianus]]'' aggiornò con una vasta collezione di rescritti emessi da Diocleziano nel 293 e nel 294.<ref name=hcwmwc/> Anche se l'atto stesso di codificare fu una radicale innovazione, che aveva il progetto di basarsi sui precedenti del sistema giuridico romano,<ref>Potter, pp. 295–296.</ref> i giuristi rimasero generalmente conservativi, osservanti la pratica e la teoria dell'antico passato romano come loro guida.<ref>Harries, pp. 21, 29–30; Potter, pp. 295–296.</ref>
 
===== Militari =====