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Probabilmente una chiesa denominata ''chiesa di [[san Nicola di Bari]]'', viene edificata subito dopo la morte del santo nel [[IV secolo]], ma se ne ha certezza solo nel [[1089]], quando una chiesa di modeste dimensioni così titolata, risulta consacrata. Non distante si trova un'altra piccola chiesa dedicata a [[San Massimo|san Massimo]]. Nel [[1264]] i [[Frati agostiniani|frati eremiti di sant'Agostino]], di stanza nella [[Chiesa di San Salvatore (Spoleto)|chiesa di san Salvatore]], acquistano le due chiese e alcune abitazioni contigue che adattano a convento<ref name="L'Umbria">{{cita libro | | autore1=Lamberto Gentili|autore2=Luciano Giacché|autore3= Bernardino Ragni|autore4= [[Bruno Toscano]] | |titolo= L'Umbria, Manuali per il Territorio. Spoleto|anno= 1978 |editore= Edindustria | città=Roma|p=58}}</ref>. Nel [[1304]] pongono solennemente la prima pietra di un nuovo grande tempio dedicato al vescovo di Bari, a san Massimo e a [[sant'Agostino]], che copre l'intera area precedentemente occupata dalle due chiese.
 
PerAll'interno del convento per tutto il quattrocento e cinquecento diventasi ilriuniscono luogoperiodicamente dove un discreto numero dinumerosi eruditi cittadini, amanti della cultura e delle arti, si riunisce abitualmente, probabilmente sottograzie lall'impulso dei dotti frati Agostiniani. Tra loro: Gregorio Elladio, maestro d'[[Ariosto]], [[Pierleone Leoni]], Pier Filippo Martorelli, Pierfrancesco Giustolo, Clarelio Lupo, Mascellari, Garofani; nel '500 Giovanni Martani, Giacomo Filippo Leoncilli, Dolce Lotti, Ermodoro Minervio, [[Severo Minervio]], Benedetto Egio, Fabio Vigili, Sillani, Amaranti, Mario Favonio, Evenzio Pico; quasi certamente si trattava di una delle riunioniprime accademie cittadine, probabilmente il primo nucleo dell'''[[Accademia degli Ottusi]]'', futura ''Accademia spoletina''<ref>{{Cita libro|nome=Luigi|cognome=Fausti|titolo=Accademia spoletina (notizie storiche)|altri=Ristampa accresciuta e aggiornata a cura di: Fabrizio Antolini, [[Giuseppe Chiaretti]], Lionello Leonardi, Silvestro Nessi|editore=Accademia spoletina|anno=1977|città= Spoleto|pp=9 e 12}}</ref>. Il convento dispone anche di una nutrita biblioteca, ordinata dall'[[umanista]] e [[astrologo]] [[Pierleone Leoni]], medico personale di [[Lorenzo de Medici]]. Nel [[1512]] vi dimora un illustre ospite: [[Martin Lutero]]<ref name="L'Umbria"/>.
 
I frati vi rimangono fino ai primi anni dell'800, ma già nel [[XVII secolo]] era iniziato un progressivo declino dell'intera struttura, maggiormente della chiesa; responsabili erano stati in parte i soldati spagnoli, che vi avevano abitato causando seri danni agli edifici intorno al [[1745]], e in parte il [[terremoto]] del [[1767]]. <br>
Nel [[1823]] ormai l'imponente architettura viene utilizzata come [[fienile]]. Dopo il crollo del tetto causato da un incendio nel [[1849]], si succedono le più strane destinazioni: [[fucina]] di fabbro ferraio, [[cabina elettrica]], mercato coperto di [[tartufi]], [[officina meccanica]] con [[fonderia]] in [[bronzo]] per riparazioni di [[Macchina a vapore|macchine a vapore]], fino a fabbrica di pesi e misure, intorno al 1905. Già nel [[1873]] era stato demolito il [[campanile]] aggiunto nel quattrocento.
 
SonoSolo nel [[1960]] il comune e la [[soprintendenza]] procedono con il restaurorecupero deldi uno secondodei chiostrochiostri, mentre per il ripristino sia delle chiesa sia del convento si dovrà attendere il [[1967]]. Contribuiscono all'opera di restauro, estremamente impegnativa, lo stato, il comune, la [[Cassa di risparmio]] e l'associazione ''Amici di Spoleto''. La prima mostra ospitata nel [[1966]] allestita da ''Italia nostra'', è proprio una mostra documentaria dell'intero complesso.
 
==Descrizione==