Arnold Esch: differenze tra le versioni

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===Retaggio classico, riuso architettonico e funzione ideologica dell'antico===
Centrale, nei suoi interessi, è stato il temaretaggio dellaculturale sopravvivenza,dell'[[antichità]] della[[antichità ricezioneclassica|classica]], eil deltema retaggiodella culturalesua dell'antichitàsopravvivenza classicae ricezione in epoche successive, un orizzonte in cui la prospettiva dello storico si fonde con quella dell'archeologo, in una riflessione che ha orientato i suoi studi fin dal principio e a cui si deve, nonostante la personale propensione per la [[Grecia antica]], l'elezione dell'[[Italia]] ad ambito privilegiato di studio, da lui ritenuto l'unico spazio spazio geografico e culturale in cui la sopravvivenza dell'antichità classica ha potuto dispiegarsi su un arco di tempo così ampio.
 
Arnold Esch ha posto rinnovata enfasi sulla funzione ideologica dell'uso degli ''[[spolia]]'' da parte dei [[poteri universali]] ([[Papato]] e [[Sacro Romano Impero|Impero]]) e [[Comune medievale|comunali]], sui modi di "percezione" estetica, "ricezione" culturale e "[[mimesi|imitazione]]" nell'[[arte medievale|arte]] e nell'[[architettura medievale|architettura]], attraverso lo studio del [[reimpiego (architettura)|reimpiego architettonico dei materiali di spoglio]].
 
=== Contributi alla metodologia dell'analisi storica ===
Oltre all'area storiograficadi studi storiografici, Arnold Esch ha dato contributi nel campo della metodologia storica. Già dalla sua [[Habilitationsschrift|dissertazione]] del 1974, sul rapporto tra città e campagna a [[Lucca]], basato sul discernimento di una gran mole di materiale degli archivi lucchesi, Arnold Esch ha dedicato attenzione al problema metodologico che lo storico deve affrontare per tenere conto della [[tradizione (filologia)|trasmissione]] selettiva delle [[Fonti primarie|fonti documentali]].
 
In particolare, in materia di approccio critico alle fonti, la sua attenzione si è appuntata alla definizione e all'analisi del problema metodologico che si pone allo studioso allorché si valuti l'intervento non neutrale della probabilità e del caso nella [[tradizione (filologia)|trasmissione dei documenti]]: si tratta delle diverse probabilità di conservazione che influenzano il destino di sopravvivenza dei documenti in base alla loro funzione, un problema particolarmente rilevante nella preservazione dei documenti medievali, in cui la maggior possibilità di conservazione (e quindi di trasmissione alle epoche successive) è associata a funzioni nel campo dei [[titoli di proprietà|titoli e diritti di proprietà]] o di esazione, laddove invece una minor possibilità di sopravvivenza era garantita ad altre tipologie documentali, come quelle attestanti transazioni e rapporti commerciali a breve termine, la cui effimera utilità ne determinava la distruzione al sopraggiungere dell'obsolescenza.
 
Questo diverso trattamento riservato allealla preservazione delle fonti determina un errore generale di prospettiva, di cui lo storico deve essere consapevole, che può ingenerare la sensazione distorta di un [[Medioevo]] relativamente povero di rapporti di scambio commerciali e finanziari e prevalentemente intessuto di rapporti agrari e terrieri.
 
==Riconoscimenti==