Guerra di Modena: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Pywikibot v.2 |
m Bot: Formattazione delle date; modifiche estetiche |
||
Riga 42:
Per contrastare il crescente prestigio del giovane Ottaviano, Marco Antonio ritornò ad una politica meno conciliante: ricercò il sostegno dei veterani cesariani, entrò in contrasto con il moderato Aulo Irzio e fece pressioni per costringere Bruto e Cassio a lasciare l'Italia. Il 1-2 giugno 44 a.C. riuscì a far approvare in contrasto con la maggioranza senatoria una ''lex de permutatione provinciarum'' che prevedeva una variazione dell'assegnazione delle province per l'anno 43 a.C.; secondo questo provvedimento, Antonio avrebbe lasciato il comando della Macedonia ma al suo posto avrebbe ricevuto l'amministrazione della [[Gallia Comata]] e della Gallia Cisalpina che sarebbe stata tolta a Decimo Bruto; inoltre Antonio avrebbe mantenuto il controllo delle legioni cesariane presenti nei Balcani<ref>{{cita|Syme| pp. 129-131}}</ref>.
Nelle settimane seguenti la situazione politica a Roma divenne confusa: Cesare Ottaviano accentuò la sua azione di propaganda filocesariana per accattivarsi il sostegno della plebe e dei veterani; il 1º agosto in Senato furono espresse lamentale contro l'attività del console; Marco Antonio prese l'iniziatiava all'inizio di agosto contro Bruto e Cassio che ricevettero l'assegnazione delle province di [[Creta]] e [[Cirene]]; i due cesaricidi decisero di lasciare l'Italia e recarsi in Oriente. Contemporaneamente ci furono tentativi di riconciliare Antonio e Ottaviano; quest'ultimo continuava la sua attività per organizzare una propria fazione con esponenti cesariani, cavalieri e veterani delle legioni<ref>{{cita|Syme| pp. 130-136}}</ref>.
=== Indebolimento politico di Marco Antonio ===
Riga 51:
In realtà anche Marco Antonio era in difficoltà; egli, giunto a Brindisi, si era trovato di fronte allo scontento e all'indisciplina delle quattro legioni di veterani richiamate dalla Macedonia. Le eccellenti legioni ''[[Legio Martia|Martia]]'' e ''[[Legio IIII Macedonica|Quarta]]'' rifiutarono di obbedire e abbandonarono il campo di Antonio<ref>{{cita|Syme| p. 142}}</ref>. Il tentativo personale del console di persuadere le due legioni ribelli a rimanere nei ranghi del suo esercito non fu coronato da successo di fronte alle proteste dei soldati; egli versò premi in denaro agli altri legionari per evitare nuove defezioni<ref>{{cita|Appiano| III, 45}}</ref>, furono eseguite anche repressioni ed esecuzioni per ristabilire la disciplina<ref>{{cita|Ferrero| vol. III, pp. 140-141}}</ref>. Le due legioni si concentrarono ad Arezzo e rinforzarono in modo decisivo l'esercito di Ottaviano.
== La guerra di Modena ==
=== L'assedio a Decimo Bruto ===
Il 29 novembre del 44 a.C. Marco Antonio, ormai vicino alla scadenza del suo consolato, decise di passare all'azione e partire da Roma per marciare, con le legioni provenienti dalla Macedonia raccolte a Brindisi, verso la Gallia Cisalpina e battere Decimo Bruto che stava assumendo un atteggiamento sempre più ostile. La posizione di Antonio a Roma si era gravemente indebolita dopo la defezione delle due legioni di veterani e la sorprendente coalizione organizzatasi contro di lui tra cesariani rivoluzionari di Ottaviano, cesariani moderati dei nuovi consoli subentranti Aulo Irzio e Vibio Pansa e repubblicani raccolti intorno a Cicerone.
Riga 116:
Mentre i principali capi cesariani concludevano accordi personali e consolidavano la loro alleanza contro il Senato di Roma, il giovane Cesare Ottaviano aveva a sua volta preso iniziative radicali, provocando una clamorosa svolta della situazione contraria alla fazione senatoria ciceroniana, apparente vincitrice della guerra di Modena, e ai cesaricidi. A Roma, dopo la notizia della defezione di Lepido anche quest'ultimo era stato dichiarato "nemico pubblico" il 30 giugno 43 a.C.<ref>{{cita|Ferrero| vol. III, p. 227}}</ref>, ma la situazione era confusa; dopo alcune settimane di inutili contatti tra Ottaviano e la fazione del Senato guidata da Cicerone, il giovane erede di Cesare decise di rompere definitivamente la precaria alleanza e di marciare su Roma con otto legioni<ref>{{cita|Syme| pp. 202-205}}</ref>. La città, priva di consoli dopo la morte di Irzio e Pansa, era difesa da due legioni veterane giunte dall'Africa e da una legione di reclute, ma queste forze defezionarono senza combattere e passarono dalla parte di Ottaviano; il 19 agosto 43 a.C. egli entrava senza opposizione nella città e si faceva eleggere console insieme al suo simpatizzante [[Quinto Pedio]], iniziando subito dopo una azione politica estremistica contro i cesaricidi<ref>{{cita|Syme| pp. 205-206}}</ref>. Entro poche settimane Ottaviano fece revocare i decreti di messa al bando come "nemici pubblici" emessi contro Marco Antonio e Emilio Lepido e quindi ritornò in Gallia Cisalpina con le sue legioni per incontrare gli altri due esponenti della fazione cesariana. Il [[secondo triumvirato]], l'accordo di potere tra Marco Antonio, Cesare Ottaviano e Emilio Lepido che avrebbe dominato la vita politica della repubblica per circa un decennio, venne concluso nell'ottobre del 43 a.C. dopo un incontro diretto tra i tre su un isola del fiume [[Reno (Italia)|Reno]] nei pressi di Bologna<ref>{{cita|Ferrero| vol. III, pp. 237-240}}</ref>.
== Note ==
{{references|2}}
== Bibliografia ==
| |||