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Il nome Cesvi nasce come acronimo di ''Cooperazione e Sviluppo''.
 
== Visione e missione di Cesvi ==
Le finalità dell'associazione, definite nell'attuale statuto,<ref>[http://www.cesvi.org/UserFiles/File/CHI%20SIAMO/Statuto%20Cesvi Statuto dell'associazione]</ref> sono orientate alla progettazione, promozione e realizzazione di programmi di [[cooperazione]], emergenza e [[riabilitazione]] ai [[paesi in via di sviluppo]].
 
A tale scopo, Cesvi si occupa di reclutare, selezionare e addestrare personale tecnico italiano specializzato da inviare nelle aree di progetto, al fine di:
* far crescere nel territorio una maggiore consapevolezza della realtà complessiva e sviluppare, di conseguenza, progetti di cooperazione finalizzati allo sviluppo delle popolazioni più disagiate
* organizzare le attività di [[soccorso]] per assicurare la sopravvivenza e superare l'emergenza
* organizzare le attività di riabilitazione e ricostruzione di strutture distrutte da [[guerra|guerre]] e [[calamità]].
La missione di Cesvi si fonda su due principi fondamentali:
* la valorizzazione delle risorse locali per promuovere la mobilitazione delle popolazioni beneficiarie affinché diventino protagoniste del loro stesso progresso (denominato "Le culture degli altri")
* la consapevolezza che l'aiuto fornito alle popolazioni più disagiate finisce con l'influire sul benessere anche della nostra società e più in generale sullo sviluppo dell'intero pianeta (denominato "Il pianeta. casa comune").
 
In tal senso, l'azione di Cesvi oltre a operare in progetti di intervento umanitario diretto, opera trasversalmente anche per promuovere, in Italia e in [[Europa]], una cultura della solidarietà mondiale, attraverso la promozione di progetti educativi, campagne di sensibilizzazione, diffusione di materiale informativo, reclutamento di donatori e volontari e coinvolgimento delle imprese private e delle istituzioni in operazioni di sostegno concreto.
 
== Ambito operativo ==
Attualmente Cesvi opera in oltre 30 paesi distribuiti nel mondo in [[Africa]], [[Asia]], [[America Latina]], [[Balcani]] e [[Medio Oriente]] in settori che riguardano l'infanzia e il mondo giovanile, la salute, l'ambiente e lo sviluppo sostenibile, l'accesso all'acqua e l'igiene ambientale, l'aiuto umanitario e l'impresa sociale.
 
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== Storia ==
=== Origini e inizio dell'azione di Cesvi in America Latina ===
[[File:CESVI_logo_old.jpg|right|thumb|Il logo di Cesvi fino al 2005]]
 
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Nel [[1988]] il Cesvi viene riconosciuto ufficialmente dal ministero italiano degli esteri come [[organizzazione non governativa]]. Il riconoscimento, necessario per ricevere finanziamenti pubblici, assume però un significato politico per l'associazione, che coglie l'occasione per rimarcare la propria indipendenza finalizzata a garantire l'autonomia dei beneficiari, in contrapposizione ad operazioni di solidarietà spesso dettate da interessi economici e politici. Successivamente Cesvi riceverà anche il riconoscimento come membro consultivo del [[Consiglio Sociale delle Nazioni Unite]].
 
=== Sviluppo sostenibile e battaglia contro le epidemie in Asia ===
Il [[1989]] segna l'entrata in azione del Cesvi in [[Asia]], crocevia di trasformazioni che consentono di promuovere processi di sviluppo. Il primo intervento riguarda il [[Vietnam]] e poi negli anni a seguire: [[Thailandia]], [[Cambogia]], [[Laos]], [[Corea del Nord]], [[India]], [[Bangladesh]], [[Timor Est]], [[Tagikistan]], [[Afghanistan]], [[Birmania]]. In [[Thailandia]], in particolare, Cesvi porta a compimento un progetto di [[sviluppo sostenibile]] che toglie dalla [[povertà]] e dalla disperazione molte comunità di pescatori che si riappropriano delle risorse vitali di un [[ecosistema]], dalla foresta di [[mangrovie]] alla [[barriera corallina]], che viene sottratto a un processo di sfruttamento distruttivo. Il progetto verrà replicato da Cesvi anche in altre aree delicate come la [[foresta amazzonica]], i grandi parchi africani, il delta interno del [[Mekong]], le montagne del [[Nepal]].
 
Nel 1990 l'attenzione di Cesvi si concentra sul Vietnam dove [[epidemia|epidemie]] e mortalità infantile sono la conseguenza più drammatica di decenni di guerre e la nuova politica di apertura del regime vietnamita finisce con l'escludere i settori sociali più deboli. Cesvi inaugura, pertanto, una serie di progetti nelle aree rurali, soprattutto a favore dell'infanzia, avviando un piano contro la malnutrizione dei bambini e promuovendo la creazione di nuovi reparti di ginecologia e pediatria negli ospedali più importanti del paese. Tra questi, il progetto più rilevante, il Centro di Nutrizione Infantile di [[Ho Chi Minh (città)|Città di Ho Chi Minh]], in pochi anni diventerà un'organizzazione completamente autonoma dal punto di vista della ricerca e della formazione del personale sanitario, in grado di distribuire sul mercato - e parzialmente vendere - tonnellate di cibi integrati con [[Spirulina]], destinati all'infanzia.
 
=== Comunicazione sociale e pubblicità positiva ===
Gli [[anni 1990|anni novanta]] vedono Cesvi acquistare anche maggiore visibilità grazie a un impegno maggiore sul fronte della comunicazione: [[Giangi Milesi]], attuale presidente dell'associazione, e altri professionisti della pubblicità abbracciano il principio di "[[pubblicità positiva]]" e la prima [[pubblicità|campagna pubblicitaria]], ideata da [[Roberto Caselli]] e [[Chetti Fantini]], dal titolo esemplificativo (''Questa non è una pubblicità Benetton'', [[1994]]), si pone in esplicita contrapposizione con le tendenze pubblicitarie dell'epoca.
 
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Nel [[1991]], il Cesvi è la prima organizzazione non governativa che applica al proprio esercizio di [[bilancio d'esercizio|bilancio]] una procedura di certificazione prescritta solo per le società quotate in [[borsa valori|borsa]], una procedura oggi riconosciuta e adottata come strumento di trasparenza da molte organizzazioni [[non profit]].
 
=== Azione di Cesvi nei Balcani ===
Nel frattempo le guerre nella ex [[Jugoslavia]] spingono il Cesvi a essere presente anche nei [[Balcani]]. L'associazione si fa carico dei problemi sanitari a [[Kakanj]], in [[Bosnia]] - dove ancora oggi opera per educare alla pace e alla convivenza le nuove generazioni - e nel [[1995]], quando l'emergenza è quella di fornire la popolazione di abbigliamento pesante per affrontare la fredda stagione invernale, Cesvi decide di riaprire con i finanziamenti internazionali alcune piccole manifatture locali. L'operazione ottiene risultati: offre lavoro ai profughi che l'hanno perso e diventa un piccolo volano per la ripresa economica locale.
 
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Nello stesso periodo, si estende l'azione di Cesvi nei Balcani. Nel [[1998]], l'associazione interviene in [[Kosovo]] per assistere la popolazione di etnia albanese costretta ad abbandonare le proprie case e, una volta finita la guerra, per partecipare alla ricostruzione del paese. Successivamente, in seguito al ritorno in Kosovo dei rifugiati albanesi, il Cesvi si occupa di assistere le minoranze serbe perseguitate dalle rappresaglie degli estremisti albanesi.
 
=== Il Progetto Takunda e l'istituzione delle Case del Sorriso ===
Con il nuovo millennio Cesvi opera una riorganizzazione della propria struttura assumendo il modello tipico di un'organizzazione per obiettivi: "Fare bene il bene" (1º marzo [[2000]]) è il documento che ridefinisce ufficialmente missione, visione, principi guida, governance, pianificazione strategica e organigrammi dell'associazione.
 
Nel [[2001]] Cesvi opera in [[Zimbabwe]]: migliaia di mamme e neonati vengono trattati con farmaci retrovirali contro l'[[AIDS]] e coinvolte in incontri di informazione e prevenzione. L'operazione prende il nome di "[[Progetto Takunda]]" dal nome del primo neonato nato da madre sieropositiva trattato con [[Nevirapina]], che significa "abbiamo vinto". Cesvi istituisce anche un premio e un fondo per continuare a sostenere tutti gli africani che combattono l'Aids (Premio Takunda).
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In Africa come negli altri Paesi, prosegue intanto l'azione di Cesvi a supporto dell'infanzia disagiata. L'associazione promuove la costruzione di "[[Case del sorriso]]", sostenute a distanza dai donatori, a tutela della popolazione giovanile vittima della povertà e dello sfruttamento minorile: ad [[Harare]] (Zimbabwe) per aiutare i ragazzi di strada e gli orfani a causa dell'AIDS; a [[Lima]] ([[Perù]]) per contrastare lo sfruttamento dei minori attraverso imprese sociali; a [[Rio de Janeiro]] ([[Brasile]]) per condurre i giovani delle [[favelas]] su strade alternative a quella del [[narcotraffico]] e della violenza; in [[Tamil Nadu]] ([[India]]) contro la povertà e la discriminazione della caste inferiori; a [[Città del Capo]] ([[Sudafrica]]) per offrire rifugio a donne e bambini vittime della violenza domestica.
 
=== Microcredito e imprenditoria sociale ===
I vent'anni del Cesvi segnano un traguardo politico fondamentale per l'associazione: su iniziativa e spinta di [[Maurizio Carrara]], presidente di Cesvi, e [[Riccardo Bonacina]], fondatore e direttore editoriale di ''Vita'', viene approvata la legge che allinea la deducibilità fiscale delle donazioni a quella degli altri paesi sviluppati ("+ Dai - Versi"), provvedimento che in molti altri paesi occidentali, ha già consentito lo sviluppo di un rilevante settore economico privato-sociale e al terzo settore di incidere anche nella politica del Paese. Maurizio Carrara, nello stesso anno, diventa consigliere delegato del [[Gruppo Vita]] e lascia la guida dell'associazione. Viene eletto presidente dell'associazione [[Giangi Milesi]].
 
Nel [[2006]] Cesvi estende il suo campo d'azione nel mondo al ''[[imprenditoria sociale|social business]]'', così definito e concepito dal neo [[Premio Nobel per la Pace]] [[Muhammad Yunus]], ideatore e realizzatore del [[microcredito]]. Sul principio del microcredito e dell'[[imprenditoria sociale]], Cesvi firma in [[Uruguay]] un protocollo di intesa con il governo per lo sviluppo dell'impresa sociale sulla base dell'esperienza italiana del [[consorzio CGM]]; in [[Perù]] crea un'impresa sociale nel settore alimentare che fa da volano ad altre iniziative nei settori dell'abbigliamento, della cosmesi e del turismo responsabile; in [[Venezuela]] supporta imprese sociali del cacao e in [[Albania]] della viticoltura e dell'allevamento; in [[Uganda]] promuove forme di aggregazione agricola finalizzate a uno sviluppo continuato nel tempo; in [[Marocco]] sostiene la formazione professionale di giovani e donne.
 
=== Cesvi oggi ===
Nel [[2006]] Cesvi ha attivato 93 progetti internazionali dei quali hanno beneficiato quasi un milione e mezzo di persone, soprattutto in [[Africa]] e in [[Asia]].<ref>[http://www.cesvi.org/?pagina=indice_generico.php&tipologia=progetto Elenco paesi e progetti] del mondo in cui opera Cesvi</ref> Gli operatori italiani espatriati impiegati in questi progetti sono stati 73, gli operatori locali 603, i partner locali 70.
 
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<references />
 
== Bibliografia ==
* Emanuela Bussolati, ''Una lettera per me'', Giunti Progetti Educativi
* AA.VV., Collana ''Trecentossessantagradi'', Collana di testi interculturali per la scuola, Cesvi
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* F. Terreri, ''Le botteghe dello scambio'', Cesvi/CTM
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.cesvi.org Sito ufficiale]
* [http://www.cesvi.org/UserFiles/File/CHI%20SIAMO/Bilancio/Il%20Sole24Ore%2023.04.07.PDF Il Sole 24 Ore (23.04.07)] Analisi operato Cesvi 2006