Battaglia del Monte Gindaro: differenze tra le versioni

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==La battaglia==
Ventidio Basso decise di non attaccare subito i Parti, ma di attendere l'arrivo dei nemici trincerato nel proprio accampamento sulle pendici del Monte Gindaro. Ciò indusse gli orientali a credere che i romani volesserofossero evitaretimorosi loe scontropassivi e che temessero di affrontare la battaglia<ref>Dione Cassio, ''Storia romana'', XXXXIX, 19.</ref>. Pacoro marciò con tutto l'esercito verso il Monte Gindaro per attaccare subito il nemico.
[[File:Legionari in battaglia (campo di Magonza).JPG|thumb|left|230px|Legionari romani armati di [[Gladio (arma)|''gladius'']], ''[[pilum]]'' e [[Scudo (esercito romano)|''scutum'']]. Il legionario in primo piano mantiene la classica posizione d'attacco della fanteria pesante romana con lo scudo sulla sinistra a protezione del corpo e il gladio impugnato con la mano destra.]]
Il mattino della battaglia Ventidio parlò alle legioni; egli apparve risoluto e fiducioso; affermò che i parti stavano per cadere in una trappola e che "Marte, dio della guerra, avrebbe dato i propri favori a loro". I legionari veterani, ottimisti ed esperti, entrarono in battaglia con piena fiducia nella vittoria; le legioni uscirono dagli accampamenti e si schierarono in ordine serrato sui versanti del declivio del monte Gindaro.
 
Lo svolgimento tattico della battaglia fu simile a quello dello scontro del Monte Amano; Ventidio, solidamente schierato sui versanti del Monte Gindaro, potè attendere in posizione dominante, l'attacco della cavalleria dei Parti che si concluse con un disastro per le forze del re Pacoro.
 
Protetti dagli archi degli arcieri montati, i cavalieri catafratti iniziarono a salire verso le postazioni di Ventidio, il quale aspettò il momento giusto per ordinare l'attacco. I [[legione romana|legionari]] romani lanciarono un'improvvisa carica di corsa (oltre 500 passi, sostiene Frontino) al fine di ridurre al minimo il lasso di tempo in cui si sarebbero trovati sotto tiro, piombando sui cavalieri. Nel corpo a corpo che scaturì l'addestramento romano ebbe la meglio sui combattenti parti, i quali furono sospinti giù per il pendio dai [[Gladio (arma)|gladi]] e dal lancio dei [[pilum|pila]]. I Parti subirono perdite pesanti e si dettero alla fuga, tuttavia non riuscirono a sfuggire alle micidiali pietre dei [[frombola|funditores]] di Ventidio, che colpirono mortalmente i cavalieri orientali.