Storia di Acri: differenze tra le versioni

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Con l'arrivo dei longobardi nella val di Crati,Acri divenne subito un loro castaldato, di notevole importanza economica, questo almeno fino al 896, quando venne occupata dai bizantini prima e poi dai saraceni,liberata ,si documentano altre due incursioni saracene nel 945 e nel 1009.Nel primo periodo dell'arrivo dei Normanni,guidati da Roberto il Guiscardo ,che aveva scelto come sua base San Marco Argentano,Acri e Bisignano le due città più forti in val di Crati,furono ripetutamente attaccate ed in ultimo saccheggiate ,come la maggior parte delle citta e comuni del cosentino,alla fine il Guiscardo per mantenere il potere ,elargi a nobili dei privilegi.Nell'anno 1074 ,concesse al conte Simone Cofone ,conte di Acri e di Padia,larghe estensioni di terrtorio della Sila,all'epoca antica possessione dei monaci cistercensi del monostero detto dei Menna e del Cofone.Nel 1084 il conflitto di interessi sfociò in una guerra sanguinosa,cuipresero parte anche il duca di Rossano Calabro e il conte di Bisignano,uniti a spalleggiare gli acresi, contro labbate di Montecassino inviato dal papa a supporto dell'abbate Ugolino.La tregua,che prevedeva che il conte di acri conservasse il possesso delle terre,con l'obbligo di versare un tributo ai monaci,risultò una chimera.Fu assaltato il monastero e quelli limitrofi e continuò in maniera così cruenta,che il papa Urbano II scomunicò tutti i partecipanti,e la magistratura normanna condannò a lunghe pene detentive gli avversari dei monaci,i quali riebbero le terre, ad onor del vero le terre appartenevano veramente alla città di Acri, e furono donate ai frati, con la somma per realizzare un romitoio dai fratelli Urso Polite di Acri, fattisi frati in quel cenobio, e avendo donato il loro patrimonio alla chiesa, ma senza regio assenso dei regnanti del tempo.Intanto in quel periodo continuava il lento ma progressivo lavoro di latinizzazione ,voluto dai normanni,ma in un ambiente come il nostro fortemente legato al culto bizantino.Infatti è da ricordare che San Nilo da Rossano è nel territorio di Acri che aveva fondato il monastero dei SS. Adriano,Natalia,e Demetrio,il più consistente centro dei Basiliani in Calabria.I cistercensi svolsero un ruolo importante ,nella vita spiritule del tempo nel territorio di Acri,realizzarono il monastero della SS.tirnità de Lignos Crucis,così denominato perché possedevano un piccolissimo frammento della Croce di Cristo,custodito in un apposita teca,questo monastero fu costruito tra il 1183 e il 1185,e ospitò Gioacchino da Celico,che lo descrisse nelle sue memorie, fu distrutto durante l'ultima incursione saracena nel 1210,questo monastero fu importante insieme ad altri per lo sviluppo della cultura del baco da seta e in diverse altre attività artiginali.Nel regno di Federico II ,la città godette di un periodo di relativa tranquillità e di notevole prosperità economica, divenne un centro importante nel commercio della seta,questo fino all'arrivo degli Angioini e poi degli Aragonesi.nel 1462 il duca di San Marco argentano ,Luca Sanseverino ,aquistò dal fisco,per concessione di re Ferrante I d'Aragona la città di Acri e di Bisignano, per la cifra di 20.000 ducati d'oro e d'argento, nello stesso anno la città di Acri rimasta fedele agli Angioini subi, un terribile assedio da parte delle truppe Aragonesi, che non riuscendo a conquistare la città, usarono un traditore un certo Milano, che indicò alle truppe nemiche i segnali delle guardie degli avamposti, e che all'ora convenuta a notte fonda ,apri le porte della città,agli aragonesi che con inaudita ferocia attaccarono la città, sapendo che in Acri si trovava nascosto il vicere Grimaldi, perpetrarono terribili violenze,lo storico Capalbo, descrive la strenua battaglia all'interno delle mura ,e il disperato tentativo di salvare donne e bambini da parte di ogni cittadino valido,e che li fecero rifugiare nella parte più alta di Padia, nella chiesa matrice di Santa Maria Maggiore,( che allora si chiamava Santa Maria de Pandia),ma la crudeltà dell'esercito inferocito non risparmiò neppure la chiesa, che fu arsa insieme a donne e bammbini, da un documento del notaio Marsilio Aliprandi del 1479, e dichirato che molte proprietà nei quartieri Parrieti,Padia e picitti ,furono vendute come orti ,perché le case erano ormai in rovina, e non vi erano abbastanza uomini per ricostruire i detti quartieri,non abbiamo atualmente notizie sicure, del 1462, ma si suppone che in quella guerra la città perse più di duemila abitanti,comprese parte delle armate che seguivano il vicere Grimaldi ,che insieme a pochi dei suoi riuscì a salvarsi,dalle segrete del castello e poi rifugiatosi nella vicina Longobucco.
==Rinvenimenti numismatici==
La quantità di materiale monetale rispetto agli altri reperti provenienti dagli scavi è esigua (in totale una ventinatrentina di esemplari, abbraccianti tuttavia un ampio lasso di tempo.
 
[[Hubert Goltzius]] documentò nel "''Thesaurus rei antiquariae''" ([[Bruges]]Olanda tra [[1575]]-[[1576]]) e nel "''Sicilia et Magna Graeciae. Historiae urbium et popolorum Graecia, et antiquae nummismatibus''"" il rinvenimento di due monete bruzie alla confluenza del attuale fiume [[Mucone]] e del [[Chàlamo]], che scorrono ai piedi della città di Acri, con la scritta [[Acherontham]] ed ''in [[esergo]]'' [[Nikia]].