Sicilia: differenze tra le versioni

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Dal 1886 al 1894 le condizioni dell'isola invece di migliorare peggiorarono, soprattutto in conseguenza delle leggi economiche del governo centrale, favorente l'economia settentrionale, e della rottura dei rapporti commerciali con la [[Francia]] nel 1887 che danneggiò notevolmente l'agricoltura meridionale. Nelle campagne il disagio dei contadini era aggravato dall'occupazione dell'esercito delle terre demaniali, che destò una viva resistenza e che portò al tragico episodio di [[Caltavuturo]] (gennaio 1893), quando le truppe governative spararono sui contadini uccidendone undici, mentre nelle campagne e nelle zolfare gli operai chiedevano o lavoro o aumento dei salari. Intanto, a cominciare dal 1890-91, la propaganda socialista era penetrata nell'isola ed erano sorti, numerosi, i Fasci dei lavoratori. Il movimento, che si estendeva sempre più, favorito dalla cattiva situazione economica, fu affrontato dal secondo governo del siciliano [[Francesco Crispi]] con la forza: fu decretato lo stato d'assedio e sospesa la libertà di stampa, furono sciolti i Fasci e gli arrestati deferiti ai tribunali militari. Le condizioni dell'isola non migliorarono granché, neppure durante il decennio giolittiano che anzi, col protezionismo industriale, peggiorò la situazione del Meridione in grande prevalenza agricolo. Dopo Crispi un altro siciliano fu presidente del Consiglio: [[Antonio di Rudinì]]. Nel Novecento lo saranno anche [[Vittorio Emanuele Orlando]] e [[Mario Scelba]].
 
Dopo la [[prima guerra mondiale]] anche in Sicilia, come nelle altre regioni del Sud, frequenti furono le invasioni dei terreni da parte dei contadini affamati di terra e desiderosi di strapparne un pezzetto al feudatario o al grosso latifondista. Ma il regime totalitario non riuscì a risolvere nessuno dei problemi della Sicilia (nemmeno quello della mafia, che pure si vantò di aver estirpato), sicché tutti quei problemi si ritrovarono immutati dopo la [[seconda guerra mondiale]]. Gli sbarchi anglo-statunitense, nel luglio del [[1943]], provocarono danni notevoli e solo lentamente la Sicilia si risollevò. Il generale britannico [[Harold Alexander]], che nella sua veste di comandante supremo dell'armata era anche governatore militare delle zone occupate, ma il vero responsabile era il colonnello [[Charles Poletti]], capo dell'Ufficio Affari civili dell'[[Allied Military Government of Occupied Territories|AMGOT]]. Nel febbraio [[1944]] gli Alleati riconsegnarono l'isola al governo italiano del [[Regno del Sud]], che nominò un Alto commissario. Intanto, però, riprendeva forza l'antica tendenza all'indipendenza ed all'autogoverno, che nel secolo scorso aveva spinto i siciliani a chiedere il distacco dall'Italia. Si sviluppò il movimento separatista. Esso tenne agitata la vita dell'isola per diversi anni, finché si andò spegnendo, anche per l'istituzione, con il Decreto regio 15 maggio [[1946]], della Regione Siciliana, che concedeva lo statuto speciale d'autonomia. Il Regio Decreto fu uno dei pochi, ma il più importante, firmati dal nuovo re Umberto II, che rimase in carica solo 35 giorni (9 maggio - 13 giugno 1946).
 
Nell'aprile del [[1947]] veniva eletto il primo parlamento siciliano, che il 30 maggio eleggeva il primo governo regionale.