Storia economica dell'Unione Sovietica: differenze tra le versioni

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== L'Era Chruščёv: il Sesto piano e il piano Settennale (1956-1965) ==
Nel 1953, alla morte di Stalin, iniziò una lotta intenstina al [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica]] fra [[Nikita Sergeevič Chruščёv|Chruščёv]], [[Vjačeslav Michajlovič Molotov|Molotov]], [[Georgij Maksimilianovič Malenkov|Malenkov]], [[Nikolaj Aleksandrovič Bulganin|Bulganin]], [[Lavrentij Pavlovič Berija|Berija]], [[Anastas Ivanovič Mikojan|Mikojan]], [[Lazar' Moiseevič Kaganovič|Kaganovič]]; della quale ne uscì vincitore Chruščёv.
Gli obiettivi del sesto piano quinquennale furono un aumento della produzione metallurgica del 70%, dell'industria dei beni di consumo del 60%, del carbone del 150%, dell'elettricità e del petrolio del 100% ed un aumento dei salari reali del 35%. In agricoltura fu lanciata la [[Campagna delle terre vergini]], che mirava a dissodare i terreni della [[RSS Kazaka]], e fruttò un aumento della superficie di terreno coltivata di 36 milioni di ettari. Tra il 1950 e il 1960 la produzione di grano aumentò del 50%, mentre nei sette anni successivi alla morte di Stalin (1953-1960) la produzione di latte e carne aumnetò rispettivamente del 69% e dell'87%. Molti kolchoz si riunirono in super-kolchoz, tanto che il loro numero passò da 125000 a 36000. Nel
Nel piano settennale gli stipendi minimi aumentarono del 33%, mentre la giornata lavorativa diminuì a 7 ore giornaliere (dal lunedì al sabato). Si riorganizzò anche il sistema pensionistico. Vennero introdotti in agricoltura i [[Sovnarchoz|sovnarchozy]], organismi regionali dipendenti dal Gosplan con l'incarico di coordinare i vari distretti economici. Il PIL aumentò del 56%,la produzione industriale dell'84%, l'industria dei beni di consumo del 60%; il consumo di carne tra il 1958 e il 1965 aumentò del 55%. D'altra parte si ridussero gli appezzamenti privati dei kolchozniki, e poiché essi producevano i due quinti della verdura, essa iniziò a scarseggiare. A causa dell'eccessivo sfruttamento poi, le non più vergini terre della RSS Kazaka si inaridirono, e la produzione agricola tra il 1958 e il 1963 diminuì dell'8%.<ref> Robert Service ''Storia della Russia del XX secolo'', Editori Riuniti.</ref>
 
== L'Era della Stagnazione: l'Ottavo, il Nono, il Decimo e l'Undicesimo Piano (1965-1985) ==
{{vedi anche|Riforma economica sovietica del 1965|Riforma economica sovietica del 1973}}
Nel 1964 Chruščёv fu deposto, e il potere fu spartito dalla [[troika]] [[Leonid Il'ič Brežnev|Brežnev]]-[[Aleksej Nikolaevič Kosygin|Kosygin]]-[[Nikolaj Viktorovič Podgornyj|Podgornyj]]. Nel 1965, l'economista Aleksej Kosygin (divenuto l'anno prima capo del governo) lanciò una riforma per la gestione e la pianificazione economica caratterizzata dall'introduzione di metodi capitalistici di gestione, da una maggiore indipendenza economica delle imprese, delle associazioni e delle organizzazioni, e l'ampio uso di metodi di incentivi materiali; purtroppo, a causa di dirigenti economici locali e centrali prudenti e dirigenti del partito contrari alla riforma, la riforma Kosygin fu presto abbandonata dal governo.
Nell'ottavo e nono piano gli scambi commerciali furono favoriti dal miglioramento delle relazioni con gli USA; il reddito medio aumentò del 4.5% su base annua. Rispetto al piano precedente, gli investimenti per l'introduzione dei primi elaboratori aumentarono del 420%.
Nell'ottavo piano le esportazioni di cereali raddoppiò rispetto al piano settennale. Nel nono piano, per la prima volta i risultati economici fissati dal XXIV Congresso del Partito non furono raggiunti in molti settori, come nel settore agricolo, dove la produzione di grano fu mediamente di 70 milioni di tonnellate inferiore all'obbiettivo prefissato dal Gosplan. In generale, la crescita industriale fu del 43%. Il Decimo Piano quinquennale, approvato durante il XXV Congresso del PCUS del febbraio 1976, conferma il cambio di priorità economiche, già iniziato nel 1972, sostituendo allo sviluppo dei consumi personali e dell'industria leggera, sostenuto da Aleksej Nikolaevič Kosygin, lo sviluppo dell'industria pesante (in particolar modo il settore energetico), della difesa, dell'agricoltura e lo sfruttamento delle "terre vergini" della Siberia, sostenuto da Leonid Il'ič Brežnev. Nelle intenzioni di Brežnev questo piano doveva produrre un surplus di energia che poteva essere esportata all'estero, grazie al clima di distensione internazionale cominciato appunto nel 1972, in cambio di tecnologie che avrebbero aumentato la produttività delle industrie stesse creando un circolo virtuoso. Si era prevista una crescita industriale del 36%, ma in realtà si arrivo solo al 24%. Nel settembre del 1977 l'estensione massima degli appezzamenti privati nei kolchoz fu portata a mezzo ettaro, che nel 1979 producevano il 60% delle patate, il 42% della frutta, il 96% della carne di coniglio, il 40% della carne di maiale e del pollame.
Durante l'Undicesimo Piano quinquennale, l'URSS importò qualcosa come 42 milioni di tonnellate di grano all'anno<ref>l raccolto negativo del 1972 (168,2 milioni di tonnellate di grano) fu seguito da quello positivo del 1973 (223 milioni di tonn.), così come quello disastroso del 1975 (140,1 milioni di tonnellate) fu a sua volta seguito da quello eccellente del 1976 (223,8 milioni di tonnellate). In virtù di questi risultati Breznev poté annunciare durante il XXVI Congresso del PCUS, il raggiungimento della superiore stabilità dell'agricoltura, essendo i raccolti negativi del X piano quinquennale stati annullati dal miglior raccolto della storia sovietica (quello del 1978, di 237,4 milioni di tonn.). Cfr. USSR, measures of economic growth and development, 1950-80: studies, United States Congress (prepared for the use of the Joint Economic Committee of the United States), Washington, 1982</ref>, quasi il doppio rispetto al Decimo Piano quinquennale e tre volte di più che durante il Nono Piano quinquennale (1971-75). La gran parte di questo grano venne venduto dall'Occidente; nel 1985, ad esempio, il 94 percento delle importazioni di grano sovietiche provenivano dal mondo non socialista, con gli Stati Uniti che vendettero 14,1 milioni di tonnellate. Comunque, l'export totale sovietico verso ovest fu sempre quasi allo stesso livello dell'import, ad esempio, nel 1984 l'export totale verso l'Occidente fu di 21,3 miliardi di rubli, mentre l'import fu di 19,6 miliardi di rubli.
Al livello delle imprese, i gestori erano spesso più preoccupati del carrierismo istituzionale che dell'incremento di produttività. Questi ricevevano dei salari fissi e ricevevano incentivi solo per il soddisfacimento dei piani, sulle basi della sicurezza del lavoro, di bonus, e di benefici come cliniche speciali e dacie private. I manager ricevevano tali benefici quando gli obiettivi venivano superati, ma quando, ad esempio, venivano superati di molto, vedevano solo aumentare le cifre per l'anno successivo. Quindi, c'erano incentivi a superare gli obiettivi, ma non di molto. Le imprese spesso sottostimavano la loro capacità, allo scopo di trattare pianificazioni o figure di controllo più vantaggiose con i ministeri (obiettivi che, naturalmente, erano facili da soddisfare). La pianificazione inoltre era molto rigida; i gestori delle fabbriche non erano in grado di deviare dalla pianificazione e vedevano allocati certi fondi per certe risorse.A livello di impresa, mancavano gli incentivi per l'applicazione di tecnologie per la riduzione dei costi. I pianificatori premiavano spesso i consumatori con prezzi bassi, amministrativamente imposti, piuttosto che premiare le imprese per i loro guadagni nella produttività. In altre parole, l'innovazione tecnologica falliva spesso nel rendere l'industria più profittevole per coloro che ne avevano un interesse.Gli anni di Chruščëv e Brežnev videro concessioni ai consumatori: le paghe dei lavoratori erano relativamente alte, mentre i prezzi venivano tenuti artificialmente bassi. Ancora, i livelli di reddito crebbero più rapidamente dei prezzi, nonostante i lenti guadagni nella produttività. La Guerra Fredda fu un altro drenaggio per l'economia dei consumatori. Con un'economia molto più piccola di quella statunitense, i sovietici fronteggiarono un fardello impari nella corsa agli armamenti, costringendo la nazione a dedicare una fetta molto più alta delle risorse della nazione al settore della difesa.