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[[File:Hill where the Athenians were buried after the Battle of Marathon.jpg|miniatura|sinistra|Il [[Soros (Maratona)|Soros]] di Maratona nel 2005]]
 
L'opposizione a [[Temistocle]], che segnò la sua ascesa politica, era dovuta non solo a convinzioni personali, ma anche al fatto che egli fosse sul piano politico un seguace di [[Clistene]]:<ref>{{cita|Plutarco|2II, ?}}.</ref> la prima fonte storica che affianca i due prestigiosi contemporanei è [[Erodoto]], che afferma che combatterono assieme durante la [[battaglia di Maratona]], [[Aristide]] come condottiero della [[Tribù#Trib.C3.B9_di_Atene|tribù]] [[Antiochide]] e l'avversario a capo della [[Leontide]], che vennero schierate su quattro ranghi invece che su otto.<ref>{{cita|Erodoto|VI, 111}}.</ref><ref>{{cita|Plutarco|V, 3}}.</ref> Alla fine dello scontro, il solo Aristide, cui erano stati affidati il bottino e i prigionieri,<ref>{{cita|Plutarco|V, 4-5}}.</ref> rimase sul [[campo di battaglia di Maratona|campo dello scontro]]: secondo la tradizione storiografica, che a livello di questo passo viene contestata,<ref>{{cita|Fink|pp. 175, 178-181, 215-216 (fonti)}}.</ref> [[Milziade]] si era invece precipitato ad [[Atene]] per proteggere la propria città da una manovra d'aggiramento da parte dei [[Impero achemenide|nemici]]. Secondo Peter Krentz Aristide, rimasto sul campo di battaglia con le proprie truppe, ordinò di cominciare i preparativi per la cremazione delle salme degli Ateniesi dopo la partenza del resto dell'esercito: il luogo prescelto venne contrassegnato con uno strato di sabbia e di terra verdastra, sopra vi fu costruito un basamento in mattoni per la cremazione, largo circa 1 metro e lungo 5, che sostenne la pira. In quel luogo fu poi costruito il tumulo che divenne noto come "Soros", sulla cui cima furono apposte delle lapidi che riportavano i nomi dei 192 caduti divisi per tribù di appartenenza.<ref>{{cita|Pausania|I, 32, 3}}.</ref>
 
=== Scontro con Temistocle ===
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L'anno successivo, nel [[489 a.C.]], forse in conseguenza del suo ruolo non secondario durante lo scontro, venne fatto [[arconte eponimo]], come attestato dal [[Marmor Parium]], stele che permette la ricostruzione dei più importanti eventi dell'antichità, in quanto riporta il ciclo delle [[Olimpiadi]] e il nome degli arconti ad Atene.<ref>{{cita libro|titolo=Marmor Parium|capitolo=50}}</ref>
 
Gli anni compresi tra la [[prima guerra persiana|prima]] e la [[seconda guerra persiana]] furono segnati tuttavia dallo scoppio del conflitto politico tra l'ala conservatrice e quella democratica, guidate rispettivamente da Aristide e dal suo storico avversario. Il primo periodo fu segnato dalla prevalenza del primo partito che, rifacendosi alle proposte avanzate e messe in atto da [[Clistene]] e trovando l'appoggio dell'influente famiglia degli [[Alcmeonidi]], voleva operare delle modifiche alla costituzione per evitare definitivamente la formazione di una tirannide e impedire che venisse annientato il potere politico delle classi abbienti.<ref name=CF152>{{cita|Camera, Fabietti|p. 152}}.</ref> Questi due elementi, che potrebbero sembrare il frutto di due orientamenti politici differenti, nel primo caso democratico e nel secondo conservatore, vanno comunque letti come atti a conservare il potere degli oligarchi, dato che la tirannide ha come sua caratterizzazione la riduzione dell'influenza di questi e la ricerca dell'appoggio delle classi popolari.<ref>{{cita|Camera, Fabietti|p. 130}}.</ref>
 
Terzo punto importante del programma dei conservatori era stringere accordi con i Persiani onde evitare in primo luogo i danni al sistema agricolo connessi all'assenza di manodopera durante le campagne, danni pericolosissimi per il ceto medio che era costituito dai possidenti agrari, e in secondo la costruzione di una flotta militare, dal momento che questa sarebbe stata affidata ai ceti popolari, che non militavano né nella fanteria né nella cavalleria e si sarebbero potuti quindi emancipare, richiedendo, in accordo col sistema timocratico, proporzionalità tra oneri e onori. Al contrario, i democratici ritenevano l'ampliamento della flotta un punto centrale del loro programma politico, non solo perché avrebbe consentito l'emancipazione dei [[Teti (sociologia)|teti]] e il potenziamento dei commerci marittimi, ma anche e soprattutto perché stimavano prossimo e inevitabile un secondo scontro con l'[[impero achemenide]], che in loro analisi doveva essere affrontato in alleanza con [[Sparta]].<ref>{{cita|Camera, Fabietti|p. 152}}.<name=CF152/ref>
 
Nonostante questa parentesi conservatrice, a causa dei preparativi persiani e di alcuni insuccessi ottenuti nella rinnovata guerra contro [[Egina (isola)|Egina]], gli Ateniesi ritennero più opportuno affidarsi al partito capeggiato da Temistocle, le cui idee sembravano più adatte alla risoluzione dei problemi immediati della città,<ref>{{cita|Camera, Fabietti|p. 152}}.<name=CF152/ref> la cui flotta sarebbe stata costruita con i proventi dell'[[argento]] estratto dalle miniere del [[Laurion|monte Laurio]], statalizzate dopo la caduta dei [[Pisistratidi]], che solitamente era distribuito ai poveri come sussidio statale.<ref>{{cita|Camera, Fabietti|p. 153}}.</ref>
 
=== Ostracismo e reintegro ===
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<small>'''[Guarda il testo di storia, per integrare col giudizio storiografico]'''</small>
 
Secondo la tradizione, scrisse il proprio nome su uno degli [[ostrakon|ostraka]], sotto la richiesta di un contadino analfabeta, ritenendo quest'ultimo, pur non sapendo chi fosse Aristide, che fosse inopportuno che un cittadino pretendesse di essere chiamato "Giusto" da parte dei compatrioti, dal momento che, secondo gli storici antichi, Temistocle aveva aizzato contro di lui la folla, inducendola a pensare che quell'appellativo fosse stato preteso da lui stesso. Come commenta [[Nepote]], la pena non venne scontata per intero, nonostante le fonti antiche attestino che nel [[480 a.C.]] la sentenza non fosse stata ancora revocata.<ref name=ERVIII79>{{cita|Erodoto|VIII, 79}}.</ref><ref>{{cita libro|autore=[[Demostene]]|titolo=Seconda contro Aristogitone|capitolo=DCCCII, 1, 16}}</ref> Secondo [[Erodoto]], fu invece richiamato in patria per volontà della [[lega panellenica]] all'indomani della guerra.
 
<small>'''[Guarda Erodoto per la sua versione]'''</small>
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== Attestazioni minori ==
* Negli scritti [[Erodoto|erodotei]] viene descritto come il più virtuoso e più corretto tra i suoi [[Antica Atene|compatrioti]], ma anche come l'asperrimo nemico di [[Temistocle]], che riuscì a farlo [[Ostracismo|ostracizzare]], come un uomo coraggioso e generoso laddove si parla della [[battaglia di Salamina]],<ref>{{cita|Erodoto|VIII, 79, 82, 95}}.</ref> e come l'oculato condottiero che permise la vittoria greca durante la [[battaglia di Platea]].<ref>{{cita|Erodoto|IX, 28}}</ref>
* [[Tucidide]], che tuttavia dedica la sua [[Guerra del Peloponneso (Tucidide)|opera massima]] a un periodo ben differente, quello della [[Guerra del Peloponneso]], lo nomina in due occasioni, definendolo la prima come coambasciatore a Sparta assieme a Temistocle,<ref>{{cita|Tucidide|I, 91}}.</ref> la seconda nell'espressione "la tassazione sotto Aristide" ({{lang-grc|τὸν ἐπ̓ Ἀριστείδου φόρον}}).<ref>{{cita|Tucidide|V, 18}}.</ref>
* Nel suo dialogo ''[[Gorgia (dialogo)|Gorgia]]'', [[Platone]] lo addita quale esempio di una coppia di virtù secondo lui estremamente rara per i politici, quella composta da [[virtù]] e [[giustizia]], e afferma che egli, agendo in questo modo, divenne estremamente famoso, non solo localmente, ma nell'intera Grecia.<ref>{{cita libro|autore=[[Platone]]|titolo=[[Gorgia (dialogo)|Gorigia]]|capitolo=526a, b}}</ref>
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=== Materiale ===
Nonostante si trovasse probabilmente ad [[Egina (isola)|Egina]], è attestato che nel [[480 a.C.]] andò a [[Salamina (isola)|Salamina]] per avvertire [[Temistocle]] a riguardo degli spostamenti della flotta persiana, facendo appello a lui per la riconciliazione: secondo quanto da lui riportato, la flotta persiana era già entrata nello stretto la sera prima del combattimento. Mentre i generali del Re cercavano di incalzare la flotta avversaria, gli ignari comandanti greci continuavano, invece, la loro riunione.<ref name=VIII78ERVIII78>{{cita|Erodoto|VIII, 78}}.</ref> Aristide si recò da Temistocle e, chiamatolo in disparte, lo informò dell'assedio persiano, dicendo che neanche se i suoi uomini avessero voluto avrebbero potuto ritirarsi.<ref name=VIII79>{{cita|Erodoto|VIII, 79}}.<ERVIII79/ref> Dopo aver specificato come l'assedio persiano fosse stato favorito dalle scelte fallaci di Temistocle, questo invitò Aristide a riferire lui stesso la notizia ai generali, affinché quelli non credessero che stesse mentendo per interesse.<ref name=VIII80>{{cita|Erodoto|VIII, 80}}.</ref> Riferita a tutto l'esercito l'evoluzione della situazione,<ref name=VIII81>{{cita|Erodoto|VIII, 81}}.</ref> i generali greci si interessarono più che altro a una trireme che solo allora era arrivata da [[Tenea]] dopo aver disertato dall'esercito persiano.<ref name=VIII82>{{cita|Erodoto|VIII, 82}}.</ref> Trattandosi di una battaglia navale, quella di Salamina non vide grandi azioni campali, eccezion fatta per la piccola manovra condotta da Aristide sull'isoletta di Psittalia, che portò all'uccisione dei Persiani lì appostati.<ref name=VIII95>{{cita|Erodoto|VIII, 95}}.</ref>