Utente:L'inesprimibile nulla/Sandbox 2: differenze tra le versioni

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* abbia posto in prossimità del tempio di Dioniso come ringraziamento per la vittoria alcuni tripodi da corego, conservatisi almeno sino al [[II secolo|II secolo d.C.]], sui quali era scritto: "La tribù Antiochide vinse; Aristide fu il corego; Archestrato fu il poeta". Logicamente, per poter essere corego e conseguentemente finanziare un'attività dispendiosa come una rappresentazione teatrale, erano necessario un grande patrimonio.<ref>{{cita|Plutarco|I, 3}}.</ref> Nonostante quest'ultimo argomento possa apparire decisivo, esso è confutato dal fatto che:
** sia [[Epaminonda]] sia [[Platone]], che è noto vissero in estrema povertà, si presero carico di questa attività, offrendo alla cittadinanza rispettivamente spettacoli di [[flauto]] e di [[danza]] che però finanziarono col denaro di amici, quali i ricchi [[Pelopida]] e [[Dione di Siracusa]]: non si può quindi escludere che Aristide non abbia fatto altrettanto,<ref>{{cita|Plutarco|I, 4}}.</ref> destinando alla comunità un patrimonio di cui invece avrebbe potuto disporre liberamente.<ref name=PLI5>{{cita|Plutarco|I, 5}}.</ref>
** l'autore che avanzava questa critica si sarebbe potuto ingannare sul nome, secondo [[Panezio]] confondendo Aristide con un omonimo,<ref name=PLI5/> dato che nel periodo di massima fortuna del mondo greco, quello compreso tra le [[Guerre persiane]] e la [[Guerra del Peloponneso]], è attestata l'esistenza di soli due coreghi vittoriosi chiamati Aristide: il primo fu figlio di Xenofilo e non di Lisimaco, il secondo visse molto tempo dopo, come è provato dall'iscrizione stessa, che adotta, come tutte quelle realizzate dopo l'arcontato eponimo di [[Eucleide]], l'alfabeto [[Dialetto ionico|ionico]]. Considerato il carattere dell'iscrizione, si sarebbe quindi propensi a credere che l'Aristide citato nell'iscrizione sia proprio il secondo: ciò è confermato anche dal secondo nome, quello di un poeta che, se non fu mai citato al tempo delle Guerre Persiane, fu abbastanza popolare durante la Guerra del Peloponneso, dedicandosi alla poesia corale.<ref>{{cita|Plutarco|I, 6}}.</ref>
 
One was the son of Xenophilus, and the other lived long afterwards, as is proved by the inscription itself, which is written in the character used after Eucleides,1 as well as by the last name, Archestratus, of whom there is no record during the Persian wars, while during the time of the Peloponnesian war his name often appears as that of a choral poet.
1 In 403-402 B.C., when Eucleides was Archon Eponymous, the Ionian alphabet was officially adopted at Athens.
 
=== Battaglia di Maratona ===