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Aristide era un amico intimo di [[Clistene]], lo statista che aveva riorganizzato la [[democrazia ateniese]] dopo l'espulsione di [[Ippia (tiranno)|Ippia]], e un ammiratore di [[Licurgo]], dal momento che propendeva per l'attuazione di un governo di carattere [[aristocrazia|aristocratico]], in opposizione con [[Temistocle]], rappresentante delle forze popolari.
 
L'anno successivo, nelalla [[489battaglia a.C.]]di Maratona, forse in conseguenza del suo ruolo non secondario durante lo scontro, venne fatto [[arconte eponimo]], come attestato dal [[Marmor Parium]], stele che permette la ricostruzione dei più importanti eventi dell'antichità, in quanto riporta il ciclo delle [[Olimpiadi]] e il nome degli arconti ad Atene.<ref>{{cita libro|titolo=Marmor Parium|capitolo=50}}</ref>
 
Gli anni compresi tra la [[prima guerra persiana|prima]] e la [[seconda guerra persiana]] furono segnati tuttavia dallo scoppiodall'acuirsi del conflitto politico tra l'ala conservatrice e quella democratica, guidate rispettivamente da Aristide e dal suo storico avversario. Il primo periodo fu segnato dalla prevalenza del primo partito che, rifacendosi alle proposte avanzate e messe in atto da [[Clistene]] e trovando l'appoggio dell'influente famiglia degli [[Alcmeonidi]], voleva operare delle modifiche alla costituzione per evitare definitivamente la formazione di una tirannide e impedire che venisse annientato il potere politico delle classi abbienti.<ref name=CF152>{{cita|Camera, Fabietti|p. 152}}.</ref> Questi due elementi, che potrebbero sembrare il frutto di due orientamenti politici differenti, nel primo caso democratico e nel secondo conservatore, vanno comunque letti come atti a conservare il potere degli oligarchi, dato che la tirannide ha come sua caratterizzazione la riduzione dell'influenza di questi e la ricerca dell'appoggio delle classi popolari.<ref>{{cita|Camera, Fabietti|p. 130}}.</ref>
 
Terzo punto importante del programma dei conservatori era stringere accordi con i Persiani onde evitare in primo luogo i danni al sistema agricolo connessi all'assenza di manodopera durante le campagne, danni pericolosissimi per il ceto medio che era costituito dai possidenti agrari, e in secondo la costruzione di una flotta militare, dal momento che questa sarebbe stata affidata ai ceti popolari, che non militavano né nella fanteria né nella cavalleria e si sarebbero potuti quindi emancipare, richiedendo, in accordo col sistema timocratico, proporzionalità tra oneri e onori. Al contrario, i democratici ritenevano l'ampliamento della flotta un punto centrale del loro programma politico, non solo perché avrebbe consentito l'emancipazione dei [[Teti (sociologia)|teti]] e il potenziamento dei commerci marittimi, ma anche e soprattutto perché stimavano prossimo e inevitabile un secondo scontro con l'[[impero achemenide]], che in loro analisi doveva essere affrontato in alleanza con [[Sparta]].<ref name=CF152/>