Utente:L'inesprimibile nulla/Sandbox 2: differenze tra le versioni

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|Didascalia=
|Nome = Aristide
|PostCognomeVirgola = figlio di [[Lisimaco]], detto "il Giusto"
|PreData = {{lang-grc|Ἀριστείδης|AristèidesAristéides}}, {{latino|Aristides}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Atene
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=== Origini e personalità ===
[[Immagine:Alexandria18.jpg|thumb|Statua di Demetrio, che tentò di incrinare il mito di Aristide, posta all'ingresso della [[Bibliotheca Alexandrina]]]]
Figlio dell'ateniese [[Lisimaco,<ref>{{cita|Erodoto|VIII, (padre di Aristide)79}}.</ref><ref>{{cita|Lisimaco]]Tucidide|I, 91}}.</ref> la sua famiglia, di cui faceva parte a titolo di cugino anche [[Callia I|Callia]], politico ed atleta olimpionico, era antica e nobile: nacque membro della tribù [[Antiochide]], nel demo di [[Alopece]]. Per quanto riguarda la sua nomea, [[Plutarco]] stesso afferma che, pur essendo le sue fonti in disaccordo, sia probabile che essa sia connessa al fatto che abbia vissuto in estrema povertà, opponendosi al malcostume e alla corruzione, tanto in povertà che le sue due figlie non riuscirono per molto tempo a sposarsi non riuscendo a procurare una dote sufficiente.<ref>{{cita|Plutarco|I, 1}}.</ref> Nonostante questa versione sia quella riportata dalla maggior parte degli autori, lo stesso Plutarco ammette che altri, tra i quali [[Demetrio di Falero|Demetrio]], autore che nella sua opera ''Socrate'' accusò anche Socrate di fingersi povero, affermino che egli fosse proprietario di un possedimento nel [[demo]] del [[Falero (demo)|Falero]], nel quale fu seppellito, adducendo varie prove della sua ricchezza.
* Sarebbe divenuto [[arconte eponimo]], carica che si poteva ottenere solo facendo parte di quelle famiglie che possedevano le proprietà terriere più vaste, famiglie che erano note col nome di [[pentacosiomedimni]].<ref>{{cita|Plutarco|I, 2}}.</ref> Tuttavia, Idomeneo riporta che Aristide ottenne la carica di arconte non per il rango sociale, ma per l'elezione da parte dell'assemblea popolare, come fu uso ad Atene dal [[508 a.C.|508]] al [[487 a.C.]], periodo nel quale, come deve ammettere l'accusatore stesso, il condottiero ottenne vari successi militari e conseguentemente l'apprezzamento del popolo.<ref>{{cita|Plutarco|I, 8}}.</ref>
* Sarebbe stato vittima dell'ostracismo, che, se non era una pratica consueta per gli uomini poveri, lo era per quanti appartenessero a famiglie prestigiose, poiché questi erano più facilmente invidiati dal volgo per il benessere economico.<ref name=PLI3/> Tuttavia, Plutarco afferma che spesso altri soggetti meno abbienti potessero subire la stessa pena semplicemente per la reputazione, per l'incorruttibilità o per l'eloquenza.<ref>{{cita|Plutarco|I, 7}}.</ref>