</ref>
Nel [[1906]] la casa discografica francese Pathè, inizialmente produttrice di cilindri, iniziò a incidere anche su dischi. L'incisione era monofonica di tipo verticale ed il solco partiva dal centro verso l' esterno ad una velocità variabile tra i 90 e i 100 giri al minuto.<ref>{{Cita libro|url_capitolo = http://books.google.it/books?id=K-hzjqPnVJUC&pg=PA107|titolo = La sirena nel solco|autore = Anita Pesce|p = 107|isbn = 88-6042-115-2|editore = Alfredo Guida|anno = 2005|lingua = it}}
</ref> Agli inizi del XX secolo non veniva ancora utilizzato il microfono ed il suono era captato attraverso dispositivi del tutto meccanici. Inoltre non c'era un accordo fra le case discografiche in merito alla velocità di del disco che solo nel [[1925]] fu standardizzata a 78 giri al minuto.<ref>{{Cita libro|titolo = Ri-mediazione dei documenti sonori|autore = Sergio Canazza|autore2 = Mauro Casadei|autore3 = Turroni Monti|editore = Forum Edizioni|anno = 2006|isbn = 88-8420-218-3}}</ref>
=== Incisione elettrica ===
Negli anni '20 del XX secolo vi furono ulteriori sviluppi nel campo dell' elettronica e furono realizzati i primi microfoni destinati all'uso discografico.<ref>{{Cita news|titolo = Storia dei microfoni|pubblicazione =Academia.edu |url = http://www.academia.edu/955837/storia_dei_microfoni|autore = Francesco Paris|lingua = it|accesso = 23 novembre 2013}}</ref> Si pensò quindi di captare il suono attraverso di essi per poi inciderlo sui dischi. Infatti nel 1925 fu inventata l’incisione elettrica ([https://docs.google.com/viewer?url=patentimages.storage.googleapis.com/pdfs/US1637082.pdf US1637082]) da parte della Westrex e la qualità del suono inciso risultò notevolmente migliorata.<ref>{{Cita libro|p = 64|titolo = Piccola guida alla conservazione ce all'uso dei dischi a 78 giri|url_capitolo = http://books.google.it/books?id=lRacjnEr5osC&pg=PA64|lingua = it|autore = Alessandro Bellafiore|anno = 2007|isbn = 978-1-84753-706-5}}</ref> Nel frattempo, nel [[1937]], in Inghilterra, [[Alan Blumlein]], un ingegnere della [[EMI]], brevettò ([https://docs.google.com/viewer?url=patentimages.storage.googleapis.com/pdfs/US2093540.pdf US2093540]) un'una avanzata tecnica per l’incisione di due segnali distinti in un unico solco per la riproduzione [[Stereofonia|stereofonica]]. Purtroppo la EmiEMI precorse un po' i tempi e non riuscì a diffondere l'invenzione di Blumlein che sarà alla base di quelle utilizzate in seguito. Nel [[1948]] negli Stati Uniti la [[Columbia Records|Columbia]] brevettò il primo disco «''[[microsolco]]»'' a 33 giri, nei due formati da 25 cm e da 30 cm di diametro. Seguì nel [[1949]] la [[Radio Corporation of America|RCA]], sua eterna concorrente, che introdusse sul mercato il disco a [[45 giri]] da 17 cm. I due supporti, entrambi in [[Cloruro di polivinile|vinile]], rappresentarono una svolta epocale.<ref>{{Cita news|titolo = La storia dei supporti audio dal microsolco al digitale|pubblicazione = Il TEMPO|lingua = it|autore = Danilo Braca|data = 30 aprile 2013|accesso = 23 novembre 2013|url = http://www.iltempo.it/cultura-spettacoli/2013/04/30/la-storia-dei-supporti-audio-dal-microsolco-al-digitale-1.1134121}}</ref>
===Hi-Fi e stereofonia===
Negli anni '50 già si parlava già di [[alta fedeltà]], anche se i fonoincisori dell'epoca erano monofonici, quindi si iniziò a pensare come incidere in stereofonia, cosa allora possibile solo su supporti [[Nastro magnetico|magnetici]]. Iniziarono così vari esperimenti e tentativi come quello di incidere due solchi paralleli, uno per canale, sul disco. Tale sistema avrebbe avuto dei problemi, soprattutto durante la riproduzione, perché sarebbe stato difficile -se non impossibile- posizionare correttamente la testina di riproduzione, dotata anch'essa di due puntine. La [[Decca Records]] sviluppò un sistema, chiamato 0/90, basato sullo spostamento verticale e laterale della puntina rispettivamente per i due canali.<ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Come scegliere un braccio fonografico|anno = 1957|rivista = Radiorama|volume = 7|mese = luglio|editore = Scuola radio elettra|url = http://www.introni.it/pdf/Radiorama%201957_07.pdf}}</ref> La svolta si ebbe nel [[1957]] col sistema 45/45 introdotto dalla Westrex:<ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Dischi stereofonici ad unico solco|rivista = Alta fedeltà|anno = 1958|mese = maggio|numero = 5|autore = A. Contoni|pagine = 127|editore = Il Rostro|url = http://www.introni.it/pdf/Alta%20Fedelta%201958_05.pdf}}</ref> il brevetto di Alan Blumlein era da poco scaduto e la Westrex ne approfittò sviluppando un sistema di registrazione stereo prendendo largo spunto dall'invenzione di Blumnlein fatta 20 anni prima.
=== Standardizzazione ===
Nel novembre del [[1957]], si tenne a Zurigo un congresso organizzato dalla[[Commissione elettrotecnica internazionale|I.E.C.]], fra i rappresentanti dei fabbricanti europei di dischi dediti allo studio della registrazione stereofonica. Fu deciso all'unanimità di adottare il sistema 45/45 rinviando la pubblicazione a quando fosse stato ben chiaro che il sistema era in accordo con le raccomandazioni della [[Recording Industry Association of America|R.I.A.A.]]<ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Norme tecniche per dischi stereofonici|rivista = Alta fedeltà|anno = 1958|mese = maggio|numero = 5|autore = A. Nicolich|pagine = 126|editore = Il Rostro|url = http://www.introni.it/pdf/Alta%20Fedelta%201958_05.pdf}}</ref> La pubblicazione avvenne il 1 gennaio 1958 con la prima edizione della norma [[IEC98]] (oggi [http://webstore.iec.ch/webstore/webstore.nsf/Artnum_PK/752 IEC60098 ed1.0]).
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