Nasr ibn Sayyar: differenze tra le versioni

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Dopo la morte del governatore [[Asad ibn 'Abd Allah al-Qasri|Asad b. ʿAbd Allāh al-Qasrī]], al califfo [[Hisham ibn 'Abd al-Malik|Hishām b. ʿAbd al-Malik]] fu consigliato di nominare Naṣr b. Sayyār successore di Asad. Di 74 anni, con fama di persona “astemia, intelligente ed esperta” e forte inoltre dell’appoggio di alcuni dei più importanti gruppi tribali [[Mudar|mudariti]] nel Khorasan, Naṣr iniziò quello che è considerato l’ultimo periodo omayyade in [[Khorasan]].
 
Naṣr poteva contare sul supporto dell’antica ''muqātila'' (corpo militare di conquista) [[Arabi|araba]] stanziata in Khorasan, ma presto fu coinvolto in scontri con i sostenitori yemeniti del precedente governatore del Khorasan, Asad b. ʿAbd Allāh al-Qasrī. Nel 744 infatti ci fu una ribellione armata di alcuni gruppi della città di [[Merv|Marw]] (nel frattempo divenuta capitale della provincia del Khorasan al posto di [[Balkh]]), guidati da [[Juday' ibn 'Ali al-Kirmani|Judayʿ b., ʿAlī al-Kirmānī]], capo degli [[Banu Azd|Azd]], che esigeva vendetta in nome dei [[Muhallabiti]] che gli Omayyadi avevano cacciato.
 
Molto più pericolosa fu la ribellione guidata nel 734 dal [[al-Harith ibn Surayj|al-Ḥārith b. Surayj]], un [[murgismo|murgita]] che rimproverava alla dinastia omayyade un pericoloso allontanamento dai veri principi islamici, visto il trattamento che essi riservavano ai convertiti non-Arabi (''[[Mawla|mawālī]]''). Nel 740 Naṣr marciò contro la regione [[Turchi|turca]] dello [[Tashkent|ShashShāsh]] e su [[Samarcanda]], divenuta la base di Ibn Surayj, ma lo scontro fu evitato grazie all’accordo fra Naṣr e il sovrano dello Shāsh che gli consegnò Ibn Surayj.
 
Durante il suo governatorato Naṣr cercò di riparare alle lamentele degli [[Arabi]] del Khorasan e alle tensioni [[tribù|tribali]] tramite riforme fiscali nella regione di Marw, dove i proprietari terrieri locali, i ''dehqān'', avevano usato la loro influenza sociale per discriminare i coloni musulmani. Con le nuove riforme fiscali, [[musulmani]] e non musulmani dovevano pagare il ''[[kharaj|kharāj]]'', ossia la tassa sulla terra, mentre i non musulmani (in gran parte probabilmente [[Zoroastrismo|zoroastriani]]) dovevano pagare in più la ''[[jizya]]''.
 
La posizione di Naṣr divenne difficile quando il califfato omayyade fu travolto dalle lotte civili alla morte del califfo Hishām nel [[743]]. Molti cercarono di farsi nominare governatori del Khorasan dai successori di Hishām, ma Naṣr fu riconfermato sia da [[Yazid III]] sia dall’ultimo Califfo omayyade, [[Marwan II ibn Muhammad ibn Marwan|Marwān II]].
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Con l’[[Iraq]] infiammato dalla propaganda [[Kharigismo|kharigita]] e dalla rivolta [[Alidi|alide]] di [['Abd Allah ibn Mu'awiya]] (746), le comunicazioni di Naṣr con il centro del califfato furono tagliate e con essa la speranza di ricevere truppe di rinforzo che aiutassero i suoi sostenitori [[Mudar|mudariti]] a combattere gli [[Banu Azd|Azd]], contrari al governo omayyade e poi, dal 747, a combattere il leader della ''[[da'wa|daʿwa]]'' [Abbasidi|abbaside]], [[Abu Muslim|Abū Muslim]].
 
Nel 748 Naṣr fu costretto a evacuare Marw e a scappare a [[Nishapur|Nīshāpūr]]. Tuttavia la sconfitta di suo figlio Tamīm a [[Tus (Persia)|TusṬūs]] lo costrinse ad abbandonare anche Nīshāpūr e a scappare verso ovest.<br/>
Intanto nuove truppe furono finalmente mandate dall’[[Iraq]] ma furono sconfitte a [[Rayy]] dal luogotenente di [[Abu Muslim]], [[Qahtaba ibn Shabib]]. Mentre si ritirava, Naṣr si ammalò e morì a Sawa, nel nord-est della [[Persia]], il 9 dicembre [[748]], equivalente al 12 [[Rabi' I|Rabīʿ I]] 131 dell’[[Calendario islamico|Egira]], mentre l’avanzata [[Abbasidi|abbaside]] diventava sempre più irresistibile.
 
==Bibliografia==
*Lemma «Naṣr b. Sayyār» ([[Clifford Edmund Bosworth]]), in: ''Encyclopédie de l'Islam'' ([[Clifford Edmund Bosworth]]), Leiden-New York-Parigi, E.J. Brill - G.-P. Maisonneuve & Larose, 1960-2005 (vol. VII, 1993).
*[[Tabari]], ''Taʾrīkh al-rusul wa l-mulūk'' (Storia dei profeti e dei re), 10 voll., Muḥammad Abū l-Faḍl Ibrāhīm (ed.), [[Il Cairo]], Dār al-maʿārif. 1966-1977.