Assedio di Capua (211 a.C.): differenze tra le versioni
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Intanto Annibale fece il suo ingresso in città, dove venne ospitato presso i Ninnii Celeri, Stenio e Pacuvio, illustri per nobiltà e ricchezza. Qui Pacuvio Calavio condusse il proprio figlio, strappato a viva forza al fianco di Decio Magio, col quale si era schierato a favore dei Romani. Pacuvio, una volta appreso dal figlio che avrebbe voluto uccidere il condottiero cartaginese, riuscì a distoglierlo da simili propositi, evitando che lo stesso andasse incontro a morte certa.<ref>{{cita|Livio|XXIII, 8-9}}.</ref> Annibale convocò, quindi, il senato cittadino, lo ringraziò per aver anteposto la sua amicizia all'alleanza con i Romani e promise loro che, una volta terminata la guerra, Capua sarebbe stata a capo dell'Italia e che anche i Romani avrebbero ricevuto dalla stessa nuove leggi.<ref>{{cita|Livio|XXIII, 10.1-2}}.</ref>
[[File:Campania bellum Hannibalicum 216 aC.png|left|thumb|upright=1.8|Campagna di Annibale in Campania 216 a.C. dopo la [[battaglia di Canne]]]]
Annibale, dopo aver ottenuto l'alleanza della seconda città più popolosa della penisola italica, dopo Roma, riprese le operazioni in Campania, tentando invano di sottomettere ''[[Napoli|Neapolis]]'', conducendo il suo esercito nel territorio di [[Nola]] con la speranza che anche questa città si arrendesse senza far ricorso alle armi.<ref>{{cita|Livio|XXIII, 14.5-6}}.</ref> Fu solo l'arrivo dell'esercito del pretore [[Marco Claudio Marcello]] a far cambiare i piani di Annibale,<ref>{{cita|Livio|XXIII, 14.10-13}}.</ref> il quale abbandonò Nola e si diresse su ''[[Nocera Inferiore|Nuceria]]'', che fu saccheggiata e data elle fiamme.<ref>{{cita|Livio|XXIII, 15.1-6}}.</ref>
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