Assedio di Capua (211 a.C.): differenze tra le versioni
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{{Vedi anche|Assedio (storia romana)}}
===Anno 212 a.C.===
Annibale in pratica non riuscì a conquistare definitivamente nessun territorio italico e, per contro, cominciò a trovare difficoltà ad ottenere aiuti. La situazione strategica inoltre nel 212 a.C. divenne più difficile per il cartaginese; mentre egli era accampato a Salapia, sei legioni romane furono concentrate, al comando dei consoli Appio Claudio Pulcro e Quinto Fulvio Flacco, intorno a [[Capua (città antica)|Capua]] che si trovò praticamente assediata e con gravi carenze di approvvigionamento.<ref>{{cita|Periochae|25.7}}; {{cita|Granzotto 1991|pp. 222-223}}.</ref>
I Numidi, assieme alla cavalleria capuana, attaccarono il campo romano, vincendo numerose scaramucce e causando molte vittime. I Romani aspettavano i rinforzi di cavalleria di Gracco e non intrapresero alcuna azione decisiva contro Capua. Comunque, prima che i rinforzi arrivassero, Annibale con il suo esercito si mosse in Campania, e si accampò sul Monte [[Tifata]] ad est di Capua. Dopo tre giorni, Annibale offrì battaglia e i Romani accettarono il combattimento. Lo scontro fu un combattimento protratto e nessuno dei contendenti riuscì a prevalere, ma ancora una volta la cavalleria dei [[Numidi]] colse notevoli successi su quella romana. Vedendo giungere da [[Sud]] dei contingenti di cavalleria, senza che se potesse individuare la nazionalità, le armate si separarono e ritornarono nei rispettivi accampamenti. I cavalieri alla fine risultarono essere la superstite cavalleria di Tiberio Gracco, sotto il comando di Cornelio, suo subalterno, che riuscì a congiungersi con le armate consolari.
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