Jacques Derrida: differenze tra le versioni

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I maggiori esponenti della filosofia [[Europa continentale|continentale]] ([[Jürgen Habermas|J. Habermas]] e [[Karl-Otto Apel|K.O. Apel]]) si sono sempre schierati contro i principi della decostruzione e del decostruzionismo e hanno proposto, al contrario, l'idea di una dialettica progressiva tra la comunità storica e ideale degli interpreti che miri alla progressiva risoluzione dei conflitti economico e sociali attraverso i principi di un'etica della comunicazione, ovvero di una strategia discorsiva pienamente democratica.<ref>F. Dal Bo, ''Società e discorso. L’etica della comunicazione'' in Karl Otto Apel e Jacques Derrida, con un inedito di Jacques Derrida: ''I limiti del consenso'', Mimesis, Milano, 2002. ISBN 88-8483-057-5.</ref>
 
All'interno della cosiddetta [[Science wars|"Guerra della Scienza"]] il nome di Derrida compare spesso tra i bersagli contro cui esponenti del mondo scientifico si scagliano per denunciare l'impiego superficiale e decontestualizzato di importanti risultati della fisica moderna <ref>[[Alan Sokal]], [[Jean Bricmont]], ''Imposture intellettuali. Quale deve essere il rapporto tra filosofia e scienza?'', Garzanti, Milano 1999.</ref>(attenenti perlopiù al [[Principioprincipio di indeterminazione di Heisenberg|"Principio di Indeterminazione di Heisenberg"]]) da parte dei principali filosofi post-moderni per una decostruzione tendenziosa dell'epistemologia moderna, decostruzione viziata dall'evidente incomprensione di risultati e metodo scientifico.
 
== Opere principali ==