Regno d'Aragona: differenze tra le versioni

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{{vedi anche|Contea d'Aragona}}
[[Sancho III Garcés di Navarra|Sancho III Garcés "il Grande"]] aveva riunito la quasi totalità della cristianità della [[penisola iberica]] in un unico stato che si estendeva, a nord del fiume [[Duero]], dalla [[Galizia (Spagna)|Galizia]] alla [[contea di Barcellona]] e comprendeva, oltre alla [[contea d'Aragona]], il [[regno di Navarra]], le contee di [[Sobrarbe]] e [[Ribagorza]], la [[contea di Castiglia]] e parte del [[regno di León]] e dal [[1034]] Sancho si fece chiamare ''Imperator Totus Hispaniae'' e con questo titolo batté moneta.<br />Quando morì, nel [[1035]], divise il suo impero tra i quattro figli maschi:
* a [[Ferdinando I di Castiglia|Ferdinando]] la [[contea di Castiglia]] e parte del [[Regno di León|León]]. Ferdinando fu il capostipite della linea navarrese di [[Re di Castiglia|Castiglia]] e fu il primo a usare il titolo di [[Monarca|Re]] di Castiglia e riunì il [[regno di León]] col [[Regno di Castiglia]].
* a [[Garcia III Sanchez di Navarra|Garcia]] il [[regno di Navarra|regno di Pamplona]], che era il cuore dell'impero che aveva costruito e che aveva il miglior esercito.
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== Conquista della Navarra e unione dei due regni ==
In seguito all'assassinio del re di Navarra, Sancho IV, nel [[1076]], ad opera del fratello, Raimondo di Navarra, Sancho acquisì anche il trono di [[Navarra]] (assumendo il nome di Sancho V di Navarra) in quanto i Navarresi rifiutarono di avere come re il fratricida, Raimondo di Navarra. Nel [[1078]] costruì la fortezza di Castellar, nei pressi di Saragozza, imponendo al suo re di diventare tributario del regno d'Aragona; nel [[1083]] si impossessò di alcune località tra cui [[Graus]], per il quale era morto suo padre, che iniziò a ripopolare e, per la loro protezione, costruì dei nuovi castelli. Poi, nel [[1086]], conquistò [[Monzón]]. Inoltre migliorò le relazioni col regno di Castiglia, aiutando il re [[Alfonso VI di Castiglia|Alfonso VI]] nella battaglia di Sagrajas, nel [[1086]], e nella difesa di [[Toledo]], nel [[1090]]; siglò anche, nel [[1092]], un trattato di mutua assistenza col protettore dei regni [[musulmani]] di [[Saragozza]] e [[Lleida]], il [[El Cid|Cid Campeador]]. Infine completò l'accerchiamento di [[Huesca]] dove morì, colpito da una freccia durante l'assedio, nel [[1094]].
 
[[File:Pietro I d'Aragón.jpg|upright=1.2|thumb|Pietro I di Aragona]]
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[[File:Zaragoza - Estatua Alfonso I el Batallador.jpg|thumb|left|Statua di Alfonso I a [[Saragozza]].]]
Il fratello [[Alfonso I di Aragona|Alfonso I il Battagliero]] gli successe nel [[1104]], continuando nelle campagne militari iniziate da Pietro e sconfiggendo, per la seconda volta, al-Mustain II, re della [[taifa]] di Saragozza, a Valtierra. Nel [[1009]] sposò la regina di León e Casiglia, [[Urraca di Castiglia|Urraca]]. Fu un matrimonio disgraziato che venne annullato da [[Papa Pasquale II]] nel [[1114]] (anno in cui aveva strappato [[Tudela (Navarra)|Tudela]] ai musulmani), ma lasciò una controversia per i confini dei regni, che Alfonso I risolse, dopo la morte di Urraca ([[1126]]), con il successore [[Alfonso VII di Castiglia|Alfonso VII]], occupando alcuni territori castigliani ([[Calahorra]] e le province di [[Guipuzcoa]] e di [[Alava]]). Nel [[1118]] [[Saragozza]] fu liberata dai Mori e divenne la capitale del regno d'Aragona. Poi conquistò anche [[Fuentes de Ebro]], Tudela, [[Cervera]], [[Tarazona]], [[Magallón]], [[Borja]], [[Alagón (Spagna)|Alagón]], [[Novillas]], [[Mallén]], [[Rueda]] ed [[Épila]] ([[1119]]). Ripopolò [[Soria]] ed i suoi dintorni. Nel [[1119]], dopo aver posto l'assedio a [[Calatayud]], dovette far fronte ad un esercito di [[almoravidi]], che sconfisse nella battaglia di [[Cutanda]], [[Calamocha]], [[provincia di Teruel]], poi tornò a Calatayud e la conquistò; inoltre, nel 1120, occupò [[Bubierca]], [[Alhama de Aragón]], [[Ariza]] e [[Daroca]]. Nel [[1122]] fondò a [[Belchite]] un ordine militare, che fu pioniere degli ordini militari in Aragona, per la lotta contro i musulmani; tuttavia, i musulmani che vivevano nelle città conquistate da Alfonso non solo vennero difesi da eventuali angherie, ma furono anche beneficiati con particolari privilegi. Nel [[1125]] tentò inutilmente di invadere i terrori di [[Valencia]], [[Murcia]] e [[Andalusia]] orientale e nel [[1126]] organizzò un'incursione militare contro [[Granada]] e contro [[Cordova]]; al termine della campagna riportò con sé 14.000 [[mozarabi]], con i quali ripopolò i territori a sud dell'[[Ebro]]. Nel [[1131]] pose l'assedio a [[Bayonne]] (dove redasse il testamento che lasciava tutti i suoi regni all'[[Cavalieri templari|Ordine del Tempio del Santo Sepolcro]], che conquistò dopo un anno di assedio) e annesse il [[Labourd]]. Cercando di conquistare tutta la valle dell'Ebro sino alla foce del fiume, assediò ed occupò [[Mequinenza]], nel [[1133]]. Poi assediò [[Fraga]] con soltanto 500 cavalieri, tra cui [[Garcia IV Ramirez di Navarra|Garcia IV Ramirez]], futuro re di Navarra, ma il 17 luglio del [[1134]] fu sconfitto. Allora passò ad assediare il castello di Lizana, nella zona di [[Huesca]], dove morì, il 7 settembre [[1134]], in seguito alle ferite ricevute nella battaglia avvenuta tra le località di [[Sariñena]] e [[Grañén]]. Il suo testamento non fu accettato né dalla chiesa né dalla nobiltà che, dato che Alfonso non aveva eredi, decisero per la separazione dei due regni:
* la Navarra andò a [[Garcia IV Ramirez di Navarra|Garcia IV Ramirez]], "il Restauratore", discendente dal re di Navarra, [[Garcia III Sanchez di Navarra|Garcia III Sanchez]]
* l'Aragona andò al fratello di Alfonso, [[Ramiro II di Aragona|Ramiro II]] "il Monaco".
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I nobili aragonesi, riuniti a [[Jaca]], rifiutarono di adempiere alle volontà testamentarie di Alfonso I e riconobbero come re d'Aragona Ramiro che, pur essendo vescovo di [[Roda de Barà|Roda]] e [[Barbastro]], accettò e quindi successe ad Alfonso sul trono di Aragona.<br /> Appena salito al trono, Ramiro si trovò quasi subito in difficoltà con le bande di nobili, che cercavano di prendere il sopravvento, pensando di sostituire il monarca e, nel [[1135]], dovette rifugiarsi nella contea di [[Besalú]], dove dimostrò di avere doti di comando, riprendendo così il controllo della situazione.<br />Nel corso del [[1135]] il re di León e Castiglia, [[Alfonso VII di Castiglia|Alfonso VII]], dopo aver occupato il regno di Navarra, era entrato in Aragona, imponendole il vassallaggio (e assumendo il titolo di "Imperatore"), e, nel [[1136]], ne aveva occupato la capitale, [[Saragozza]].<br />Dopo aver preso moglie, nel [[1136]] nacque l'erede, [[Petronilla di Aragona|Petronilla]], che fu subito promessa in sposa al conte di Barcellona, [[Raimondo Berengario IV di Barcellona|Raimondo Berengario IV]] e l'impegno matrimoniale fu firmato a [[Barbastro]], l'11 agosto [[1137]]; mentre il 27 agosto, nel castello di [[Ayerbe]], Ramiro redasse un documento in cui si impegnava a non prendere importanti decisioni senza l'approvazione del futuro genero. Ed infine abdicò, in favore della figlia Petronilla, e, per contrastare l'ingombrante re di León e Castiglia, Alfonso VII, delegò il futuro genero a governare il regno d'Aragona con il titolo di principe d'Aragona e conte di Barcellona, e tornò definitivamente alla vita monastica, come la moglie.
[[File:Petronila_Ramon_Berenguer.jpg|thumb|Ritratto di Petronilla e Raimondo Berengario IV, olio del 1634 (Museo del Prado).]]
Nel [[1137]], all'età di circa un anno, Petronilla divenne regina sotto la tutela del futuro marito, Raimondo Berengario IV.<br />Nel [[1143]], a [[Zamora (Spagna)|Zamora]], di fronte al legato di [[papa Innocenzo II]], il [[re di [[Castiglia]] [[Alfonso VII di Castiglia|Alfonso VII]] riconobbe il contratto di matrimonio, poi celebrato nel [[1150]], tra il conte di Barcellona, Raimondo Berengario IV e la giovanissima regina di Aragona, Petronilla, accettando così l'unione di tutte le contee catalane con l'Aragona, e di fatto un grande regno d'Aragona.<br />Nel [[1162]], alla morte del conte Raimondo Berengario, Petronilla abdicò a favore del figlio primogenito che salì al trono con il nome di Alfonso II e che ereditò anche le contee catalane unificando il regno d'Aragona con la [[contea di Barcellona]].
 
=== Elenco dei Re d'Aragona ===