Compagna Communis: differenze tra le versioni
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Vi erano quindi 4 ''compagne'' dentro all'allora esistente cerchia muraria, e altre quattro esterne a questa.<ref>Edoardo Mazzino, Teofilo Ossian De Negri, Leonard Von Matt, ''Il Centro storico di Genova'', Stringa editore, 1978, pag 13</ref>
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Nell'anno [[958]]
Con tale provvedimento si dette avvio al processo che porterà, alla fine dell'[[XI secolo]] al alla costituzione del [[Comune medievale|libero comune]].
Nel [[1097]]
L'organizzazione rionale mantenne un significato politico/sociale per secoli, tanto che ancora nel [[1382]] i membri del [[Gran Consiglio]] erano classificati in accordo alla compagna d'appartenenza oltre che secondo la fazione politica ("nobili" o "popolari")<ref>Cesare Cattaneo Mallone di Novi, ''I Politici del medioevo genovese'', Genova 1987 pubblica questo documento a pp. 184-193</ref>.
Nel 1099 Genova viene retta da consoli, figure politiche dotate di tutti e tre i poteri, eletti tra le importanti famiglie. Qui iniziò il contrasto politico tra gli esclusi dalle famiglie elettrici. È un periodo di pace, ma la rivalità fra le due famiglie dominanti si manifesta in una corsa agli armamenti da parte dei Maneciano e dei Carmandino. I primi, che stanno al potere dal 1099 al 1122 si
Nel [[1060]] [[Genova]] iniziò ufficialmente la lotta con [[Pisa]], cosa che sarà la sua attività primaria per circa due secoli, assieme alle varie [[crociate]] e alla fondazione delle colonie. La scintilla del conflitto avvenne per il possesso della [[Corsica]], più tardi anche della [[Sardegna]].
==Il Consolato: nasce la Repubblica vera e propria==
La fondazione della Compagna Communis, cioè del comune, sancì l'inizio della Repubblica vera e propria; essa fu retta da un numero variabile di Consoli, eletti da un Parlamento composto da tutti i cittadini maschi tra 16 e 70 anni, veri cittadini soldato che in caso di guerra
Gli ex-consoli e i cittadini illustri formavano il Consilium (cioè il Senato), che aveva diritto di veto sulle decisioni consolari, similmente a come accadeva nell'Antica Roma (per le votazioni usavano sassolini bianchi o neri).
In tutto questo l'[[Arcivescovo]] esercitava una funzione solo rappresentativa, ma veniva ad ogni modo avvisato di ogni strategia messa in pratica dal consiglio.
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