Franco Piperno: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+en:
Servator (discussione | contributi)
m piccola nota
Riga 3:
Inizialmente iscritto al [[Partito Comunista Italiano]] ne viene espulso (dovendo scegliere tra la classe e il partito) prima dei [[moti studenteschi]] del [[1968]], e, dopo l'anno della [[contestazione universitaria]], cui partecipa da protagonista, è nel 1969 uno dei fondatori del gruppo [[Potere Operaio]], di cui è leader riconosciuto insieme a [[Toni Negri]], [[Oreste Scalzone]], e in un primo tempo [[Sergio Bologna]].
 
Vicino al gruppo che pubblica [[Classe operaia]], rivista che si forma intorno alla figura di [[Mario Tronti]] (autore dell'importante "Operai e capitale") diventa ben presto uno dei più famosi [[leader studenteschi]] del [[Sessantotto]] romano. Durante l'estate del [[1969]] è nel vivo delle lotte alla [[Fiat]], lotte delle quali è megafono la rivista [[La Classe]]. Alla fine dello stesso anno fonda [[Potere operaio]], filiazione di [[Quaderni Rossi]] (di [[Raniero Panzieri]]) e, appunto, di [[Classe operaia]] (nel solco "aristocratico" dunque dell'[[operaismo italiano]]).
Nel 1973 un gruppo di Potere Operaio attuò un attentato noto come [[Rogo di Primavalle]].
 
In seguito al "[[processo sette aprile]]" (1979) contro [[Autonomia Operaia]] viene accusato di essere uno dei fiancheggiatori del partito armato. Insieme ad altri tra cui [[Lanfranco Pace]], con il quale aveva provato a tessere una delicata mediazione, umana e politica, attraverso il socialista [[Claudio Signorile]] nella speranza di ottenere la disponibilità al dialogo dal leader democristiano [[Amintore Fanfani]] al fine di salvare la vita del Presidente della [[Democrazia Cristiana]] [[Aldo Moro]], sequestrato nel marzo 1978, e per, altresì, evitare una criminalizzazione della lotta politica. Era in quel periodo vicino a "Metropoli", rivista in dialogo critico, con l'area dell'Autonomia (alla testata venne contestata tra l'altro la pubblicazione di un fumetto che ricostruiva nei minimi dettagli, a dire dell'accusa, il rapimento di [[Moro]]. Era successo infatti che, scioltosi [[Potere operaio]], una buona parte del gruppo romano era entrato, dopo qualche anno, nelle [[Brigate rosse]] (con esclusione però proprio dei vertici di [[Potere Operaio]]). Interessante la ricostruzione, data da Piperno stesso, davanti alla Commissione parlamentare sul [[Caso Moro]], di un fenomeno che, prima di essere di cronaca politica, e poi giudiziaria, è stato prettamente sociale. Piperno sostiene che in quegli anni si visse una piccola guerra civile, dove le parti contendenti erano, per usare il gergo marxista, il valore d'uso e il valore di scambio.