Campagne partiche di Marco Antonio: differenze tra le versioni
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==Contesto storico: Roma contro l'Impero partico==
{{Vedi anche|Battaglia di Carre|Secondo triumvirato}}
[[File:Marcus Licinius Crassus Louvre.jpg|thumb|left|upright=0.7|Testa di [[Marco Licinio Crasso]], il ''[[ricco|dives]]'' venne sconfitto e ucciso dai [[Impero partico|Parti]] nella [[battaglia di Carre]] del 53 a.C.]]▼
Nel 53 a.C. era disastrosamente fallita la campagna di [[Marco Licinio Crasso]] in Oriente contro il temibile [[Impero partico]]; dopo aver attraversato l'[[Eufrate]] ed essere avanzato nel territorio desertico mesopotamico, l'[[esercito romano]] era stato quasi completamente distrutto nella [[battaglia di Carre]] e Crasso era stato ucciso. La testa e la mano destra del comandante romano furono mandate a [[Orode II]], il re dei Parti<ref>{{cita|Plutarco| Vita di Crasso, 26-31}}</ref>. Nonostante il disastro, i Romani riuscirono tuttavia a difendere la [[Siria (provincia romana)|provincia di Siria]] e nel 51 a.C. un'invasione dei Parti venne agevolmente respinta dalle due [[legione romana|legioni]] rimaste guidate dall'allora [[Governatori romani della Siria|governatore]], [[Gaio Cassio Longino]].
▲[[File:Marcus Licinius Crassus Louvre.jpg|thumb|left|upright=0.7|Testa di [[Marco Licinio Crasso]], il ''[[ricco|dives]]'' venne sconfitto e ucciso dai [[Impero partico|Parti]] nella [[battaglia di Carre]] del 53 a.C.]]
[[Gaio Giulio Cesare]] aveva progettato nel 44 a.C. una grande spedizione contro l'Impero partico per vendicare la disfatta di Crasso e accrescere ulteriormente il suo prestigio e il suo potere a [[Roma antica|Roma]] con una nuova impresa vittoriosa; il dittatore aveva previsto una campagna della durata di tre anni e forse aveva anche pianificato un prolungamento della spedizione passando nel percorso di ritorno per la [[Dacia (regione storica)|Dacia]] e la [[Germani|Germania]]<ref name="HHS184">{{cita|Scullard| vol. II, p. 184}}</ref>. Cesare, alla vigilia del suo [[cesaricidio|assassino il 15 marzo 44 a.C.]], era in procinto di partire per l'Oriente dove aveva raccolto un esercito imponente, rafforzato da grandi contingenti di cavalleria alleata<ref name="HHS184"/>; egli aveva previsto di attaccare i Parti passando da settentrione attraverso l'[[Regno d'Armenia|Armenia]] e la [[Media Atropatene]] con un lungo movimento aggirante evitando in questo modo di inoltrarsi nel territorio desertico a est dell'Eufrate dove Crasso era andato incontro al disastro<ref>{{cita|Ferrero| vol. III, pp. 411-412}}</ref>.▼
[[File:Arte romana, testa di giulio cesare, 30-20 ac. ca.JPG|thumb|right|upright=0.7|Testa di [[Gaio Giulio Cesare]], il dittatore venne ucciso pochi giorni prima della sua prevista partenza per guidare la grande spedizione partica.]]
▲[[Gaio Giulio Cesare]] aveva progettato nel 44 a.C. una grande spedizione contro l'Impero partico per vendicare la disfatta di Crasso e accrescere ulteriormente il suo prestigio e il suo potere a [[Roma antica|Roma]] con una nuova impresa vittoriosa; il dittatore aveva previsto una campagna della durata di tre anni e forse aveva anche pianificato un prolungamento della spedizione passando nel percorso di ritorno per la [[Dacia (regione storica)|Dacia]] e la [[Germani|Germania]]<ref name="HHS184">{{cita|Scullard| vol. II, p. 184}}</ref>. Cesare, alla vigilia del suo [[cesaricidio|assassino il 15 marzo 44 a.C.]], era in procinto di partire per l'Oriente dove aveva raccolto un esercito imponente, rafforzato da grandi contingenti di cavalleria alleata<ref name="HHS184"/>; egli aveva previsto di attaccare i Parti passando da settentrione attraverso l'[[Regno d'Armenia|Armenia]] e la [[Media Atropatene]] con un lungo movimento aggirante evitando in questo modo di inoltrarsi nel territorio desertico a est dell'Eufrate dove Crasso era andato incontro al disastro<ref>{{cita|Ferrero| vol. III, pp. 411-412}}</ref>.
La morte di Cesare cambiò completamente la situazione nell'Oriente romano. I piani della campagna partica vennero inevitabilmente accantonati e [[Marco Antonio]], console superstite e principale luogotenente del dittatore, trasferì in Italia, per impiegarle per i suoi obiettivi politici nella lotta tra le fazioni, buona parte delle legioni approntate per la spedizione<ref>{{cita|Syme| pp. 118-119 e 140-141}}</ref>; inoltre i due principali cesaricidi, [[Marco Giunio Bruto]] e Gaio Cassio Longino lasciarono Roma nell'estate del 44 a.C. e si trasferirono in Oriente dove in pochi mesi presero il controllo delle legioni romane presenti nelle province di [[Siria (provincia romana)|Siria]] e [[Asia (provincia romana)|Asia]] e costituirono una solida base di potere per la lotta contro la fazione cesariana guidata da Marco Antonio e da [[Augusto|Cesare Ottaviano]], il giovane erede del dittatore<ref>{{cita|Syme| pp. 190-191}}</ref>.
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