Franz Joseph Saurau: differenze tra le versioni

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Ciò che Saurau suggeriva, non era un ritorno all’autonomia dei regni (ungherese, per esempio), quanto la continuazione dello sforzo per una amministrazione disciplinata ed attentamente organizzata, che servisse da pronto ed efficace strumento di governo. Tesi che all’[[Francesco II del Sacro Romano Impero|Francesco II]] sicuramente sosteneva. Il [[Carlo Cattaneo|Cattaneo]] riassunse efficacemente che “l’Austria non volle essere una federazione di popoli sé-reggenti … presieduta splendidamente da una famiglia di dogi ereditari”.
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Il dibattito di questi anni fu davvero importante, in quanto costituì la base per la ricostruzione dell’[[Impero Austriaco|impero]] durante e, specialmente, dopo le guerre napoleoniche. E, in definitiva, perderà l’[[Impero Austriaco|Impero]]. Quarat’anniQuarant’anni più tardi, [[Carlo Cattaneo|Cattaneo]] analizzava gli effetti delle scelte di quei giorni: “nelle guerre napoleoniche, il governo austriaco si compose ognora piú a dittatoria rigidezza … per farsi strettamente una, l'Austria doveva preferire una lingua fra dieci: elevare a dominio una minoranza: configgere sul letto di Procuste tutte l'altre nazioni … ogni passo ch'ella faceva dietro il sogno dell'unità, addolorava e inimicava un ordine di cittadini; destava in tutti il fremito del sangue italiano … questa mutazione degli animi era lenta, ma continua, universale; irreparabile a qualsiasi scaltrimento di polizia … infine rimase spenta affatto ogni tradizione d'amore e di rispetto; e allora li eserciti, che dovevano difendere lo stato dai nemici esterni, vennero ritorti contro la patria, simili al pugnale del suicida… vacillavano intanto le finanze austriache sotto il peso assiduo dell'esercito stanziale, ch'era oggimai l'unico vincolo tra le ripugnanti membra dello stato” e venne il [[1848]]. <br/>
 
==Presidente della [[commissione aulica centrale]] di organizzazione==
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Nel perido in cui Saurau fu governatore di [[Milano]], il nuovo governo invasore raggiunse tutti i propri obiettivi essenziali: il [[30 marzo]] [[1815]] aveva imposto agli ufficiali dell’esercito del [[Regno d’Italia]] di giurare fedeltà all'[[Impero Austriaco|Austria]]: ciò che spinse il [[Ugo Foscolo|Foscolo]] all’esilio e trasferito gran parte dei reparti verso nuove guarnigioni al di là delle [[Alpi]]. <br>
Il [[2 maggio]] l’esercito austriaco aveva battuto [[Gioacchino Murat|Murat]] a [[battaglia di Tolentino|Tolentino]] e il [[2 giugno]] gli rientrò a [[Napoli]] [[Ferdinando IV di Borbone]], sulla punta delle loro baionette. Nel Maggio [[1815]] Saurau, allora governatore di Milano, venne fatto capo, col titolo di Ministro, d’una speciale amministrazione militare austriaca di qua dal Po. Il suo compito consistette, assai probabilmente, nella sistemazione dei Ducati: ai Borbone-Parma il possesso di [[Ducato di Lucca|Lucca]], ciò che avvenne il [[22 Novembre]] [[1817]]. La solerzia fu, certo, particolarmente apprezzata dall’[[Francesco II del Sacro Romano Impero|Imperatore]], in quanto consetiva a sua figlia [[Maria Luisa d’Austria|Maria Luisa]], già ceduta in matrimonio a [[Napoleone I|Napoleone]], di conservare il trono di [[Ducato di Parma e Piacenza|Parma]] ''usque ad mortem''. <br>
Il [[9 giugno]], infine, appena sette giorni dopo il rientro dei Borbone a [[Napoli]], (ma nove giorni prima di [[battaglia di Waterloo|Waterloo]]), si concluse il [[Congresso di Vienna]]. Esso ratificava la costituzione degli “stati austriaci in Italia”, per annessione di [[Milano]] e [[Venezia]] all’[[Impero Austriaco]]: a ciò aveva molto giovato la circostanza che sotto [[Heinrich Johann Bellegarde|Bellegarde]] e Saurau non si fosse registrato alcun segno di opposizione politica. <br>