Villa Serego: differenze tra le versioni
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Isolata all’estremo occidente della “geografia palladiana” del [[Veneto]] e una delle ultime fabbriche di [[villa]] progettate da Palladio, villa Serego a Santa Sofia rappresenta per molti versi un episodio eccezionale. A differenza della villa-tipo palladiana, generalmente un organismo fortemente [[gerarchia|gerarchizzato]] e dominato dal “pieno” della casa dominicale, Palladio preferisce qui articolare lo spazio attorno al grande “vuoto” del [[corte (architettura)|cortile]] centrale, prendendo probabilmente a modello le proprie ricostruzioni della [[villa romana]] antica.
Anziché di [[Mattone|mattoni]] e [[intonaco]], le grandi [[colonna|colonne]] [[ordine ionico|ioniche]] sono realizzate con blocchi di
Il committente è il [[Verona|veronese]] Marcantonio Serego, che entra in possesso della proprietà di Santa Sofia nel [[1552]] ma che solamente dal [[1565]] decide di rinnovare radicalmente il complesso edilizio ereditato dal padre. Poche e frammentarie sono le notizie che riguardano le vicende costruttive del complesso, che venne realizzato solo in piccola parte rispetto alla grande estensione disegnata da Palladio nei ''[[I quattro libri dell'architettura|Quattro libri dell'architettura]]'' ([[1570]]): meno della metà del cortile rettangolare e in particolare la sezione settentrionale.
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;Approfondimenti
*P. Brugnoli e A. Sandrini, ''L’architettura a Verona nell'età della Serenissima'', pag.184-196
*{{cita pubblicazione|url=http://www.academia.edu/3345838/Restauri_e_manomissioni_ottocentesche_della_villa_palladiana_di_Santa_Sofia_di_Pedemonte|titolo=Restauri e manomissioni ottocentesche della villa palladiana di Santa Sofia di Pedemonte|autore=Giulio Zavatta|opera=Annuario Storico della Valpolicella, 2009-2010}}
==Voci correlate==
* [[Giovanni Antonio Campostrini]]
* [[Valpolicella]]
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