Difficile lectu: differenze tra le versioni

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[[File:Mozart MsOfDifficileLectu.PNG|thumb|upright=1.8|Il manoscritto autografo.]]
Il '''''Difficile lectu''''' [[Catalogo Köchel|K 559]] è un [[Canone (musica)|canone]] di [[Wolfgang Amadeus Mozart]]. Il brano, in fa maggiore, è composto per [[Polifonia|tre voci]]. Il testo è probabilmente dello stesso Mozart. La composizione venne inserita dall'autore nel suo catalogo personale il 2 settembre [[1788]] come parte di una raccolta di dieci canoni, ma è probabile che sia stato composto negli anni [[1786]]-[[1787]].<ref>[{{cita web|url=http://dme.mozarteum.at/DME/nma/nma_cont.php?vsep=93&gen=edition&l=1&p1=-23 |titolo=Neue Mozart-Ausgabe, prefazione]|editore=mozarteum.at|accesso=22 dicembre 2014}}<small> URL consultato il 12-12-2011.</small></ref> Il canone, uno dei meno frequentemente eseguiti di Mozart, mostra il suo gusto scanzonato per l'umorismo [[Scatologia|scatologico]].
 
== Struttura ==
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:''Difficile lectu mihi mars et jonicu difficile''.
 
Il primo gioco di parole nacque per prendere in giro il forte accento bavarese del [[baritono]] Johann Nepomuk Peyerl ([[1761]]-[[1800]]),<ref>{{cita web|url=http://www.bmlo.lmu.de/p0297|titolo=Peierl (Peyri, Peyerl, Peyrl), Johann Nepomuk|12-12-2011editore=bmlo.lmu.de|accesso=22 dicembre 2014}}</ref> che si presume sia stato uno dei tre cantanti della prima esecuzione. Il testo in pseudo-latino ''lectu mihi mars'', che Peyerl avrebbe cantato, infatti, con il suo accento bavarese sarebbe sembrato ''leck du mich im Arsch'', ossia ''leccami il culo''.<ref>Jean-Victor Hocquard, ''Mozart, ou la voix du comique'', Maisonneuve & Larose, p. 203.</ref>
 
Il secondo gioco di parole è basato sulla parola ''jonicu''. Ripetuta velocemente durante il canone, dà all'ascoltatore la sensazione che, in realtà, le tre voci compongano la parola ''cujoni'', [[testicoli]].
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Il musicologo Gottfried Weber, nel [[1824]], pubblicando sulla sua rivista ''Caecilia'' una copia del canone di Mozart, spiegò che:
 
{{citazione|Peyerl aveva notevoli difetti di pronuncia, dei quali Mozart spesso si prendeva amichevolmente beffa. Quest'ultimo, dunque, ebbe l'idea di scrivere un brano il cui testo sarebbe risultato comico se pronunciato da Peyerl, il quale non si sarebbe accorto della burla. Sul retro dello spartito, Mozart scrisse un altro canone, ''O du eselhafter Peierl'' (''Oh, asinino Peierl'') K. 560a.<ref name=Weber>[{{cita web|url=http://books.google.com.au/books?id=gtEqAAAAYAAJ&pg=PA179#v=onepage&q&f=false |titolo=Gottfried Weber, ''Originalhandschrift von Mozart'', Caecilia 1:179–182]|editore=google.<small>com.au|accesso=22 Urldicembre consultato il 12-12-2011.</small>2014}}</ref>}}
 
Lo scherzo riuscì. Durante una serata allegra, dopo che Peyerl ebbe cantato ''lectu mihi mars'' con la sua pronuncia, i presenti intonarono il canone ''Oh, asinino Peierl'' sul retro del foglio.
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== Note ==
{{<references|2}}/>
 
== Voci correlate ==