Cantu a chiterra: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
m Bot: decenni secondo il manuale di stile e modifiche minori |
||
Riga 8:
Da alcuni studi sulle tradizioni etno musicali della Sardegna apprendiamo che la chitarra è presente in Sardegna almeno dal XVI secolo, tanto che nello Statuto del Gremio dei Falegnami di [[Oristano]] risulta che ne facessero parte anche i “chitarrari” (inteso come liutai). Ancora, nel [[1598]] un decreto del [[Alfonso Lasso y Sedeño|Viceré di Sardegna]] vietava di suonare la chitarra dopo il rintocco della campana vespertina.
Nel [[XIX secolo]] pare esistesse nell'isola la chitarra a 4 corde, detta “quartina”.
In epoca più recente, e più precisamente dal [[1885]] a [[Sassari]] la casa musicale Ferraris
Più tardi, verso gli [[anni 1930|anni '30 del 900]] si impongono nell'isola delle chitarre molto più grandi delle [[Chitarra flamenca|spagnole]], dette ''chitarre giganti'' usate per accompagnare i canti, in virtù del loro tono più basso che agevolava la tecnica dei cantadores.
Qualche anno dopo cominciò tuttavia ad affermarsi il modello ideato dal [[liuteria|liutaio]] e chitarrista [[Ignazio Secchi]] insieme al fratello Peppino.
Successivamente fu [[Aldo Cabitza]] ad apportare ulteriori modifiche allo strumento, per cui le misure della [[cassa armonica]] che arrivava a 78 cm. (cioè a metà tra una chitarra classica ed una chitarra basso)<ref>[http://www.academia.edu/4356745/La_Chitarra_Sarda_preparata._La_chitarra_Angeli
=== La chitarra e l'accordatura alla sarda ===
La ''chitarra sarda'' è un tipo di chitarra acustica a [[Corda (musica)|corde metalliche]] con una particolare forma della [[cassa armonica|cassa]] di dimensione notevolmente più grande rispetto alla chitarra classica. Altra peculiarità di questa tipologia di chitarra è la distribuzione dei segni marca tastiera che sono posizionati in modo da segnalare il III, V, VII, X e XII spazio (diversamente dalla [[chitarra classica]] dove sono segnati i III, V, VII, IX e XII), questa marcatura era finalizzata ad evidenziare gli intervalli tonali di maggior utilizzo pratico nell'esecuzione del repertorio del cant a chiterra<ref>[http://www.academia.edu/4356745/La_Chitarra_Sarda_preparata._La_chitarra_Angeli
Anche l'[[accordatura]] detta appunto '''a sa sarda''', è differente in quanto l'intonazione è più bassa: infatti in media è accordata una quartina sotto. Secondo gli accordi, RE2 quindi generalmente equivale a ± Sol#/La2 (220 Hz)<ref>Edouard Fouré Caul-Futy, ''La trace et le tracé. Mémoires et histoires dans le Cantu a chiterra de Sardaigne'', in Cahiers d’ethnomusicologie, [[2009]], p. 71 n. 10</ref>.
La tecnica di esecuzione è quella mista. I ''sonadores'' originariamente usavano più diffusamente l'[[Bordone (musica)|accompagnamento a bordone]], cioè quello con il pollice che esegue la linea melodica del canto, mentre le altre dita eseguono l'[[arpeggio]] sulle altre corde, da alcuni anni a questa parte (da Aldo Cabitza in poi) è molto più diffusa la tecnica del [[plettro]].
Caratteristiche sono anche le decorazioni, in genere con motivi floreali, del [[battipenna]] intagliato.
== Le varianti (''boghes'') de ''su cantu a chiterra'' ==
Di seguito è riportato l'elenco dei modelli di riferimento (o varianti) del cantu a chiterra, su cui i cantanti ed i musicisti eseguono delle variazioni, questi sono dodici<ref>Edouard Fouré Caul-Futy, ''La trace et le tracé. Mémoires et histoires dans le Cantu a chiterra de Sardaigne'', in Cahiers d’ethnomusicologie, [[2009]], p. 69</ref>, come riportato di seguito.
* Su '''[[Cantu in re]]''' (in [[lingua sarda|sardo]]: "Boghe in re"), (nato in Logudoro) da cui derivano alcune varianti quali il canto in re "a s'Othieresa", “a sa Piaghesa”, è il più comune e quello con cui iniziano sempre le gare musicali.
Riga 36:
* '''Sa [[Disisperada]]''' (in gallurese:''la disispirata'') Questo canto viene eseguito sempre verso la fine della ''gara'', come per la chiusura<ref>Bernard Lortat-Jacob, ''Improvisation et modèle : le chant à guitare sarde'', in L'Homme, 1984, tome 24 n°1. p. 69.</ref>.
== La gara. Significato e struttura. ==
{|align="center" cellspacing="20"
|-
Riga 77:
Fra il [[1922]] e il [[1925]], [[Gavino Gabriel]] realizza, a titolo esclusivamente documentario, le prime incisioni di musica tradizionale sarda<ref>[http://www.radio.rai.it/radioscrigno/news.cfm?Q_EV_ID=72635] in Radio Scrigno</ref>. A Milano per la casa discografica [[La voce del padrone]] incide ''I canti di Gallura, dell'Anglona, del Marghine e della Barbagia'' (1922)<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/gavino-gabriel_%28Dizionario-Biografico%29/] in Enciclopedia Treccani</ref>.
Fra gli altri sempre in quel periodo, con alla voce Peppino Ruggio e con alla chitarra [[Adolfo Merella]], furono realizzate delle registrazioni, che sono considerate le prime del cantu a chiterra<ref>[http://www.associazionearcos.it/Biblio-disco01.htm Arcos archivio ''Bibliografia/discografia selezionata sul canto polifonico in Sardegna'' a cura di Ignazio Macchiarella e Sebastiano Pilosu]</ref>.
Negli anni trenta, grazie alla notorietà di cui godevano i cantadores in Sardegna ed alla maggiore diffusione del mezzo, furono realizzate le prime incisioni discografiche a scopo commerciale. Sembrerebbe che la prima
Sempre a Milano, il 23 maggio [[1932]], negli studi della casa "Grammofono" (ridenominata qualche anno dopo "La voce del padrone"), fu la volta dell’ozierese [[Maria Rosa Punzirudu]] che, in coppia col collega [[Gavino De Lunas]] e sempre con l’accompagnamento del chitarrista Nicolino Cabitza registrarono pochi ma memorabili canti.
A distanza di qualche decennio (tra il [[1961]] ed il [[1964]]) il "Quartetto Logudoro" composto dal cantadore
== L'Archivio Mario Cervo ==
L'[[Archivio Mario Cervo]] si trova a [[Olbia]]<ref>Omaggio alla musica sarda in ricordo di Mario Cervo, [[La Nuova Sardegna]], 9 giugno 2014</ref>, e ospita una raccolta di varia documentazione, che era stata collezionata da [[Mario Cervo]], a partire dagli [[anni 1950|
L'archivio è principalmente composto da materiale fonografico, ma sono presenti anche libri e giornali. Come materiale fonografico è composta da oltre 6.000 supporti ordinati in 3.500 schede che permettono di effettuare una ricerca approfondita su quanto è accaduto musicalmente in Sardegna nel Novecento<ref>{{cita web|url=http://www.isresardegna.it/index.php?xsl=562&s=16&v=9&c=4099&es=4272&na=1&n=10|titolo=Mediateca - Archivio Mario Cervo|editore=ISRE - Istituto Etnografico della Sardegna|accesso=06-12-2014}}</ref>.
== Associazioni pro ''su cantu a chiterra'' ==
* [[Ente Musicale di Ozieri]], fondato nel 1988. Pur occupandosi principalmente dell'organizzazione dei concerti di musica classica, ha promosso importanti ricerche etno – musicali, accompagnate da programmi di divulgazione del canto, ha costituito un importante archivio sonoro e promosso la pubblicazione di testi di studio quali: "La chitarra e la musica popolare nel Monte Acuto", "I Canti popolari del Goceano" e "I Canti popolari del Meilogu", scritti in sardo-italiano-inglese.
* [[Associazione Remintinde]] nata a Sassari nel 1991, si occupa del “canto a chitarra”, sotto la regia del noto chitarrista [[Nino Manca]]. Ha collaborato con la facoltà del [[DAMS]] (Discipline Arte Musica Spettacolo) dell’università di Bologna.
Riga 122:
* [[Alessandro Fais]], ([[Sindia]])
* [[Giovannino Marruncheddu]] ([[Semestene]], [[1933]]-[[1988]])
* [[Giuseppe Chelo]], ([[Sassari]], [[1938]] [[Sassari]],
* [[Mario Firinaiu]], ([[Berchiddeddu]] (Olbia), ([[1939]])
* [[Francesco Falchi]], ([[Ardara]], [[1939]])
Riga 195:
*Giovanni Perria, La gara a chitarra e i suoi protagonisti, Domus, Selargius, 2006.
*Paolo Mercurio, Immagini della musica sarda, fotografie di Martino Corimbi, Solinas, Nuoro, 2011.
== Collegamenti esterni ==
|