Loreto Vittori: differenze tra le versioni
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Scoperto a Spoleto dal vescovo Maffeo Barberini (il futuro [[papa Urbano VIII]]), fu inviato a Roma nel [[1617]]. Qui divenne allievo di [[Giovanni Bernardino Nanino]] e [[Francesco Soriano]]. Cantò a [[Loreto]] e nella sua città natale, quindi fu cantore nella [[Cappella Sistina]] dal [[1622]] alla morte.
Nel [[1639]] scrisse un [[melodramma]] dal titolo ''La Galatea'', riscoperto e riproposto nel [[2005]]. Compose inoltre l'oratorio ''Sant'Ignazio di Loyola'', perduto, e due melodrammi dal titolo ''Sant'Irene'' ([[1644]]) e ''La pellegrina costante'' ([[1647]]), quest'ultima tratta da un romanzo francese di J.P.Camus, "Parthénice", tradotto in Italia da M. Bisaccioni; scrisse anche l'opera ''Diana schernita'' andata in scena a Napoli nel 1644 e la commedia inedita ''La fiera di Palestrina'', un'altra commedia, "Le zittelle cantarine", e una raccolta di [[monodia|monodie]] e di "Dialoghi sacri e morali". Scrisse un [[poema eroicomico]], (''La Troja rapita'', [[1662]]), che sulla falsariga di Tassoni narra la guerra fra Rieti e Cantalice ai tempi di papa Eugenio IV; il poema contiene importanti dati autobiografici, relativi anche all'ambiente romano barberiniano.
==Bibliografia==
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