Comunità immaginata: differenze tra le versioni
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}}</ref>. Il paradigma culturale coniato da Anderson, tuttavia, non parla di realtà sociali "immaginate", evitando il fraintendimento sull'inautenticità insito nell'aggettivo "inventate": secondo Anderson, infatti, le comunità non si giudicano e distinguono in base alla loro falsità/autenticità ma in base allo stile con cui sono state immaginate.
In questo fenomeno Anderson delinea l'importanza di specifiche tecnologie (originariamente la [[stampa]] in [[lingua volgare]], che prolifera e dissemina i suoi prodotti in un [[Libero mercato|mercato]] [[capitalismo|capitalista]], quello che lui chiama "''print capitalism''", poi i [[mezzi di comunicazione di massa]]) in grado di creare e plasmare, su estesi ambiti geografici, vaste [[comunità]] di lettori e fruitori che condividono linguaggi e altri codici comunicativi, [[credenza|credenze]] ideologiche, immagini, [[opinione|opinioni]], [[conoscenza|conoscenze]]. Le origini di questo processo di "vernacolarizzazione" vengono da lui rintracciate nella [[Riforma protestante]], con la [[Traduzioni della Bibbia in tedesco|traduzione in tedesco della Bibbia]] da parte di [[Martin Lutero]] (la
Il discorso nazionale e l'ideologia [[nazionalismo|nazionalista]], secondo Anderson, non rappresentano il pensiero prodotto da una determinata nazione e dai suoi abitanti, bensì sono quegli stessi movimenti e ideali nazionali ad aver creato, attraverso l'evocazione di una serie di pratiche, simboli, valori, e tradizioni condivise, quella comunità politica che prende il nome di [[nazione]]. La [[Performativo (atto verbale)|performatività]] del discorso nazionale determina la costruzione di quella moderna comunità chiamata [[Stato-nazione]].
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