Aborigeni della Tasmania: differenze tra le versioni
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I primi esseri umani giunsero in Tasmania circa 40.000 anni fa (i manufatti più antichi ritrovati sull'isola sono stati ritrovati nelle caverna di Warreen e risalgono a 34.000 anni fa, ma resti ritrovati durante degli scavi nei pressi di Brighton sembrerebbero essere ancora anteriori, rendendo di fatto i primi aborigeni tasmaniani la popolazione umana più meridionale del [[Pleistocene]]<ref>[http://www.archaeology.ws/2010-3-16.htm Archaeology News March 2010]</ref>), sfruttando l'[[istmo]] che allora congiungeva l'isola al resto dell'[[Australia]] durante l'[[Glaciazione Würm|ultima era glaciale]]. Tale istmo scomparve circa 8000 anni fa a seguito dell'innalzamento del [[livello del mare]], che portò alla formazione dello [[stretto di Bass]] e di fattò lasciò isolate le popolazioni stanziatesi in Tasmania dal resto delle popolazioni aborigene australiane<ref>{{Cita pubblicazione | doi = 10.1086/203909 | cognome = Pardoe | nome = Colin | anno = 1991 | titolo = Isolation and Evolution in Tasmania | rivista = [[Current Anthropology]] | volume = 32 | numero = 1 | pagine = 1–27}}</ref>.
L'isolamento totale in cui gli aborigeni tasmaniani hanno vissuto per millenni (dovuto anche al fatto che né loro, né gli aborigeni australiani non hanno mai sviluppato forme di navigazione, che avrebbero consentito contatti fra le due popolazioni) ha fatto sì che molte delle nuove scoperte fatte nell'entroterra australiano rimanessero sconosciute agli abitanti dell'isola, rimasti infatti piuttosto "primitivi" rispetto alla maggior parte dei popoli indigeni della Terra<ref>{{Cita libro | cognome = Jared Diamond| wkautore = Jared Diamond| titolo = Guns, Germs, and Steel|edizione= 1999 |pagine= 492| editore = Norton|
Una scuola di pensiero vorrebbe che tale stato di primitività sia dovuto al fatto che rispetto all'Australia continentale la Tasmania possedesse tali e tante risorse naturali di facile accessibilità da non rendere necessario lo sviluppo di tecnologie atte a migliorare le prestazioni nella caccia od in altri ambiti: effettivamente sono stati ritrovati attrezzi in osso risalenti ai primi stadi della colonizzazione dell'isola, ma poi il loro utilizzo è scomparso fino a non lasciare tracce. I reperti archeologici suggeriscono che il periodo dell'abbandono degli strumenti in osso coinciderebbe grossomodo con l'espansione nell'entroterra delle tribù aborigene<ref>[http://www.abs.gov.au/ausstats/abs@.nsf/0/F6FA372655DCC15FCA256C3200241893?opendocument Tasmania 2005: Aboriginal occupation]</ref>. Questa coincidenza cronologica ha fatto nascere una teoria piuttosto controversa, che vorrebbe che tale espansione avrebbe portato gli aborigeni tasmaniani ad eliminare quasi del tutto pesce ed affini dalla propria dieta, ripiegando invece su animali terrestri come [[wallaby]] e [[possum]]: ciò avrebbe comportato un abbandono degli strumenti d'osso (generalmente associati alla pesca nelle popolazioni primitive) a favore di strumenti di pietra [[scheggiatura|scheggiata]]<ref>{{Cita libro | cognome = Manne | nome = Robert | anno = 2003 | titolo = Whitewash | editore = Schwartz Publishing | città = 317-318 |
Prima dell'arrivo degli europei, in Tasmania si contava un numero di aborigeni variabile a seconda delle stime fra le 3000 e le 15.000 unità<ref>{{en}}[http://www.journals.uchicago.edu/doi/pdf/10.1086/522350 From Terror to Genocide: Britain’s Tasmanian Penal Colony and Australia’s History Wars]</ref>: gli studi genetici, supportati anche da alcuni racconti tradizionali, sembrerebbero suggerire cifre maggiori, il che farebbe pensare a un'[[epidemia]] che avrebbe ridotto drasticamente il numero di aborigeni già prima dell'arrivo degli europei sull'isola (forse introdotta accidentalmente dai cacciatori di foche, ai tempi piuttosto comuni nella zona). Lo studio dei reperti archeologici ha portato a stimare la popolazione della sola zona costiera occidentale in 3000-6000 persone, circa il sestuplo delle stime comunemente teorizzate: sebbene tali cifre siano poi state ridimensionate, la bassa [[deriva genetica]] farebbe pensare a una loro verosimiglianza con la realtà, e addirittura non è stato escluso(sebbene manchino prove archeologiche a supporto di tale tesi) che la popolazione di aborigeni tasmaniani abbia pouto raggiungere in tempi storici le 100.000 unità.
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* unità familiare o clan;
* unità sociale o banda, formata da varie unità familiari non strettamente imparentate fra loro, fino a un totale di 40-50 persone;
* unità tribale, formata da varie bande confederate ad occupare un territorio definito (sebbene ci fosse un flusso abbastanza consistente fra le varie tribù ed in stagioni di abbondanza i territori potevano essere condivisi con altre bande<ref>{{cita libro|autore=Lyndall Ryan |pagine=13-44 |titolo=''The Aboriginal Tasmanians'', Second Edition |editore=Allen & Unwin |anno=1996 |ISBN=
In Tasmania si contavano nove tribù, ciascuna composta da un numero di bande variabile fra le 6 e le 15, ciascuna delle quali a sua volta composta da 2-6 clan familiari. Di seguito è riportato il nome delle varie tribù, suddivise in gruppi in base alle affinità linguistico-culturali, e dove possibile è riportato anche il nome delle varie bande in cui ciascuna tribù si suddivideva.
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Al suo attracco sull'isola nel [[1642]], lo scopritore ufficiale delle Tasmania [[Abel Tasman]] non incontrò alcun aborigeno: fu nel [[1772]] che una spedizione francese (capitanata da [[Marc-Joseph Marion du Fresne]]) si addentrò nell'isola con l'intento di stabilire contatti con le popolazioni locali. Inizialmente le interazioni fra le due parti furono amichevoli, ma l'arrivo di un'altra imbarcazione a riva allarmò gli aborigeni, causando una battaglia fra francesi ed aborigeni che si concluse con un morto e diversi feriti fra questi ultimi. Altre due spedizioni francesi, capitanata da [[Antoine Bruni d'Entrecasteaux]] nel [[1792]] la prima e da [[Nicolas Baudin]] nel [[1802]] la seconda, ebbero contatti amichevoli con le popolazioni aborigene<ref>{{cita libro |autore=Flood, Josephine |titolo=The Original Australians: Story of the Aboriginal People |editore=Allen & Unwin |anno=2006 pagine=pp 58-60}}</ref>.
[[File:Dowling Natives of Tasmania.jpg|thumb|left|''Gruppo di nativi della Tasmania'', dipinto di Robert Downing del [[1859]].]]
Il primo contatto fra gli [[inglesi]] e gli aborigeni tasmaniani avvenne nel [[1777]], durante la spedizione di [[James Cook]]: già quattro anni prima [[Tobias Furneux]] aveva visitato [[Bruny Island]] trovando tracce di presenza umana, tuttavia non riuscì ad incontrare alcun nativo e lasciò dei doni in alcune caverne abbandonate. Anche il capitano [[William Bligh]] visitò Bruny Island nel [[1788]], stabilendo contatti amichevoli con gli aborigeni<ref>{{cita libro |autore=Bonwick, James |titolo=The Last of the Tasmanians |autore=Sampson Low, Son & Marston |anno=1870 |
Tuttavia, i maggiori contatti fra gli aborigeni tasmaniani e gli europei si ebbero a partire dalla fine del [[XVIII secolo]], quando i cacciatori di foche inglesi ed americani cominciarono a pattugliare con frequenza lo [[stretto di Bass]] e le cose nord-orientali della Tasmania, colonizzando le piccole isole dello stretto durante la stagione di caccia (fra novembre e maggio) e stabilendo contatti frequenti con gli aborigeni, per barattare i generi di prima necessità<ref>{{cita libro |autore=Flood, Josephine |titolo=The Original Australians |
Agli inizi del [[XIX secolo]], essendosi il numero di foche drasticamente ridotto, la maggior parte dei cacciatori si spostò verso aree maggiormente popolate. Negli insediamenti rimasero poche decine di europei, prevalentemente marinai cacciati dalle rispettive imbarcazioni ed ex-galeotti: molti di essi si congiunsero con donne aborigene. Alcuni storici riportano che le donne accettavano senza lamentarsi (e anzi, in alcuni casi di buon grado) la loro condizione di mogli-serve dei bianchi, tanto che i mariti permettevano loro di tornare periodicamente alla propria tribù portando dei doni con sé, certi di un loro ritorno<ref>{{cita libro |autore=Bonwick, James |titolo=The Last of the Tasmanians |
Il commercio di donne aborigene ed il loro rapimento da parte dei marinai portò rapidamente ad un declino della popolazione femminile nell'area settentrionale della Tasmania, tanto che nel [[1830]] veniva stimata nella zona nord-orientale una popolazione di sole tre donne a fronte di settantadue uomini: questo contribuì non poco al declino della popolazione aborigena pura.
Fra il [[1803]] ed il [[1823]] vi fu un conflitto (diviso in due fasi) fra gli aborigeni e l'esercito coloniale inglese stanziato sull'isola. La prima parte del conflitto (1803-1808) ebbe inizio a causa della mancanza di cibo, mentre la seconda parte (1808-1823) venne scatenata dal rapimento sistematico di donne aborigene da parte dei coloni per supplire alla mancanza di donne europee. A questi conflitti si affiancarono guerre tribali sempre più frequenti mirate al rapimento delle donne, divenute sempre più rare.
A partire dal [[1816]], anche il rapimento di giovani aborigeni (utilizzati come bassa manovalanza) divenne un'usanza piuttosto comune in Tasmania, sebbene nel 1814 il governatore locale avesse dichiarato la pratica abominevole e nel 1819 il nuovo governatore avesse rincarato la dose decretando che qualsiasi giovane aborigeno prelevato senza il consenso dei genitori avrebbe dovuto essere inviato all'orfanotrofio di [[Hobart]], dove il governo avrebbe provveduto al suo mantenimento sino al raggiungimento dell'indipendenza<ref>[http://www.gwb.com.au/gwb/news/sorry/stolen12.html Bringing them Home - 6 Tasmania<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Tuttavia, nel 1835 venivano registrati 58 giovani di varie età risiedenti assieme ai coloni, più 26 bambini (stando ai registri ecclesiastici dei battesimi) troppo giovani per essere utilizzati come braccianti<ref>{{cita libro |autore=Ryan, Lyndall |titolo=The Aboriginal Tasmanians, Second Edition |editore=Allen & Unwin |anno=1996 |ISBN=
[[File:Benjamin Duterrau - Mr Robinson's first interview with Timmy - Google Art Project.jpg|thumb|''La prima intervista di Mrs. Robinson con Timmy'', dipinto di Benjamin Duterrau del [[1840]].]]
Fra il 1825 ed il 1831 gli aborigeni superstiti (circa 1000) cominciarono un'azione di [[guerriglia]] contro i coloni inglesi. Questa venne scatenata dal ricambio generazionale fra i coloni europei ed i loro discendenti nati in Tasmania: se infatti i primi "pagavano" un affitto annuale agli aborigeni (sotto forma di provviste) in cambio della possibilità di utilizzare i loro terreni di caccia per le attività agricole e pastorali, i secondi ruppero la tradizione, col risultato che gli aborigeni in cerca di cibo cominciarono a razziare le case isolate. La posizione ufficiale del governo era di neutralità volta a placare le ostilità fra le due parti in causa: quando nel 1825 venne [[impiccagione|impiccato]] il fuorilegge aborigeno Musquito si ebbe una spaccatura netta fra i coloni sfavorevoli all'evento, considerato un pericoloso precedente per violenze e angherie verso delle persone che proclamavano il diritto a vivere sulla propria terra e coloro i quali volevano invece il pugno di ferro verso gli aborigeni per scoraggiarne gli intenti rivoltosi. Questi ultimi erano la maggioranza della popolazione europea della Tasmania, e a questa linea di pensiero apparteneva anche il governatore locale Arthur: gli aborigeni, pertanto, furono fatti oggetto di una campagna mediatica estremamente negativa e per il loro futuro si profilarono o la guerra fino al completo annientamento od il trasferimento coatto in zone ancora non colonizzate. Venne inviato l'esercito a presidiare i confini degli insediamenti e nel 1828, con lo scoppio della [[Guerra Nera]], venne instaurata la [[legge marziale]] nei confronti degli aborigeni: a partire dalla definizione della [[Linea Nera]] nel 1830, questi ultimi dovevano essere muniti di particolari lasciapassare se le rotte migratorie tradizionali all'interno dei territori tribali venivano a passare attraverso insediamenti europei, con taglie abbastanza cospicue (5 sterline dell'epoca, equivalenti a circa 850€ attuali, per ogni adulto e 2 sterline per ogni giovane) per la cattura di aborigeni sprovvisti di lasciapassare. Questo sistema di taglie portò rapidamente all'organizzazione di ronde che effettuavano vere e proprie cacce all'uomo che spesso terminavano in eccidi, come nel caso del [[massacro di Cape Grim]]<ref>{{cita libro |autore=John J. Cove |titolo=What the bones say: Tasmanian aborigines, science, and domination |editore=McGill-Queen's University Press |anno=1995 |pagine=25-29 |ISBN=
Nonostante gli aborigeni fossero avvantaggiati dalla conoscenza del territorio e riuscissero a nascondersi e ad eludere i controlli con relativa facilità, essi rimasero turbati dalle dimensioni delle campagne contro di loro, e la continua riduzione numerica della popolazione li portò infine ad arrendersi e ad accettare la deportazione a [[Flinders Island]], verso la fine del [[1831]].<br />
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== La scomparsa ==
[[File:Oyster cove mob.jpg|thumb|Gli ultimi aborigeni della Tasmania rimasti, fotografati ad Oyster Bay.]]
Sebbene generalmente ritenute la causa principale della decimazione e dell'estinzione degli aborigeni tasmaniani puri, le malattie introdotte dai coloni non avrebbero invece avuto un ruolo importante in questo senso almeno fino al 1829: fra queste, le più fatali furono le malattie del sistema respiratorio ([[influenza]], [[polmonite]] e [[tubercolosi]]), alle quali la popolazione autoctona tasmaniana era particolarmente sensibile a causa del lungo isolamento dalle popolazioni dell'entroterra. Un contributo importante al drastico calo della popolazione aborigena venne dato dalle [[malattie veneree]]: le donne aborigene, infettate dagli uomini europei, infettavano a loro volta gli uomini aborigeni, causandone l'infertilità ma non la morte. Altre malattie generalmente devastanti per le popolazioni indigene, come il [[vaiolo]], non raggiunsero mai la Tasmania<ref>{{cita libro |autore=Boyce, James |titolo=Van Diemen’s Land |editore=Black Inc |anno=2008 |ISBN=
Anche i continui scontri con l'esercito ed i coloni causarono numerose perdite fra gli aborigeni, come riportato nella seguente tabella.
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Con la morte di Truganini nel 1879, gli aborigeni della Tasmania erano praticamente [[estinzione|estinti]] allo stato puro, e come tali vennero percepiti dalla popolazione locale. Verso la metà degli [[anni 1970|anni settanta]], tuttavia, cominciarono a crearsi dei movimenti costituiti da persone che contavano fra i loro antenati almeno un aborigeno tasmaniano e che combattevano per rivendicare la discendenza aborigena: fra questi attivisti uno dei più noti è Michael Mansell.
Nel [[1996]] avvenne una scissione fra i due gruppi principali in cui erano raggruppati i discendenti degli aborigeni: dal gruppo numericamente più consistente, il ''Lia Pootah'', si staccò il gruppo ''Palawa'', che nonostante fosse in minoranza ottenne dal governo tasmaniano il potere di stabilire i criteri secondo i quali decidere se una persona sia o meno aborigena<ref>{{Cita web |data=26 marzo 2008 |url = http://www.tasmanianaboriginal.com.au |titolo =Who makes up the Tasmanian Aboriginal community? |editore = Lia Pootah Community| accesso=26 marzo 2008 | cognome=
Il 13 agosto [[1997]] venne votato all'unanimità dal parlamento tasmaniano che riconosceva il danno effettuato agli aborigeni dall'autorità coloniale nelle decadi passate con la separazione coatta dei giovani dei genitori. Oltre alle scuse formali, nell'atto veniva previsto un rimborso economico per la [[Generazione Rubata]], che la Tasmania fu il primo degli stati australiani a versare agli aborigeni, nel novembre 2006<ref>[http://www.premier.tas.gov.au/speeches/stolen.html]</ref>.
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