Papa Vittore II: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Parente dell'imperatore [[Enrico III il Nero|Enrico III]], suo padre era un barone della [[Svevia]], il conte Harwig von Calw. A soli 24 anni fu nominato, su insistenza del [[diocesi di Ratisbona|vescovo di Ratisbona]] e zio dell'imperatore Enrico III, anch'egli di nome Gebhard, vescovo di [[Diocesi di Eichstätt|Eichstatt]]. In questo ruolo appoggiò gli interessi dell'Imperatore e divenne infine uno dei suoi più stretti consiglieri.
===L'elezione al Soglio===
Alla morte di [[papa Leone IX]] (19 aprile 1054), [[Ildebrando di Soana]], la più importante figura ecclesiastica del tempo e futuro papa, si trovava in Francia; egli si portò subito in Germania a [[Magonza]] dove arrivò anche una delegazione di nobili romani contrari alla rigida riforma ildebrandina. Ildebrando propose come papa proprio il vescovo di Eichstatt il quale era più vicino alle tesi riformiste. Gebhard von Calw fu quindi nominato papa (in base al ''[[Privilegium Othonis]]'') da Enrico III a [[Magonza]] nel settembre [[1054]].
===Pontificato===
Nel giugno 1055, Vittore incontrò l'Imperatore a [[Firenze]] e vi tenne un [[Concilio di Firenze (1055)|concilio]], che rafforzò la condanna già espressa da [[Papa Leone IX|Leone IX]] sul matrimonio del clero, sulla [[simonia]] e sulla perdita di proprietà della Chiesa. Nell'anno seguente, venne chiamato al fianco dell'imperatore, i cui giorni terreni volgevano al termine. Vittore era con Enrico III quando questi morì a Botfeld, nell'[[Harz]], il 5 ottobre [[1056]]. Come tutore del figlio neonato di Enrico ([[Enrico IV di Franconia|Enrico IV]]) e consigliere dell'imperatrice [[Agnese di Poitou|Agnese]], madre e reggente di Enrico IV, Vittore disponeva di un enorme potere, che usò per mantenere la pace in tutto l'impero e rafforzare il papato contro le aggressioni dei baroni. Affidò ad Ildebrando il compito di continuare la sua riforma, soprattutto in Francia, ostacolando l'elezione di vescovi non ritenuti degni di tale incarico.
In Italia cercò appoggi potenti e li trovò in [[Goffredo il Barbuto|Goffredo I di Toscana]], l'uomo più potente della penisola. Egli aveva sposato [[Beatrice di Lotaringia]], vedova di [[Bonifacio III di Canossa]] (ucciso nel 1052), da cui aveva avuto una figlia, [[Matilde di Canossa|Matilde]] (nata nel 1046). L'imperatore Enrico III aveva cercato di ostacolarlo in tutti i modi fino a prendere in ostaggio Beatrice e la piccola Matilde e portarle in Germania. Morto l'imperatore Enrico III (ottobre [[1056]]), Vittore II si ritrovò a gestire la sorte di questi potenti ostaggi. Con l'aiuto dei consigli di Ildebrando, riuscì a far fare la pace tra Agnese, vedova dell'imperatore, e Goffredo, al quale furono restituite la moglie e la figliastra, oltre al territorio della [[Lorena]].
Le fatiche dei viaggi lunghi ed estenuanti lo fiaccarono notevolmente, tanto che morì, ad appena 40 anni, durante il viaggio di ritorno verso [[Roma]] di [[malaria]] nei pressi di [[Arezzo]], dove si era fermato per ricomporre una diatriba tra i vescovi di Arezzo e Siena.
La corte di Vittore desiderava portare le sue spoglie nella cattedrale di [[Eichstätt]] per la sepoltura. Ma prima che raggiungesse la città, il feretro venne preso da alcuni cittadini di [[Ravenna]] e quindi sepolto nella chiesa di Santa Maria Rotonda, lo stesso luogo di sepoltura di [[Teodorico il Grande]].
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