Bellezza: differenze tra le versioni
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Secondo il testo "Attaccamento e amore" (Grazia Attili, Il Mulino ed., pag. 59-61) (come altri testi scientifici), la bellezza umana (e animale, è noto come in tutte le specie le femmine rifiutino determinati maschi), univoca e non opinabile, corrisponde alla cosiddetta "[[sezione aurea]]" (presente anche in opere architettoniche, tra cui il [[Partenone]]), e quindi ad una struttura cranica delineata in linee architettoniche di tensione idealmente resistenti alle sollecitazioni meccaniche; questa, unitamente ad altri segnali (esterni al cranio) che indichino comunque salute fisica ed assenza di difetti genetici (esperimenti su animali indicano chiaramente che i maschi rifiutati risultano tendenzialmente portatori di svariati difetti nel DNA).
Gli insegnamenti [[religione|religiosi]] e morali spesso mettono a fuoco la "[[virtù]]" e la "[[divinità]]" della bellezza, per delineare la bellezza naturale come un aspetto di una "[[spiritualità|bellezza spirituale]]" (ovvero "[[verità]]") e definire tutte le pretese egocentriche e materialistiche basate sull'[[ignoranza]]. L'antica storia di [[Narciso (mitologia)|Narciso]] per esempio tratta la distinzione fra bellezza e [[vanità]]. Nel contesto moderno, l'utilizzo della bellezza come mezzo per promuovere un'[[ideologia]] o un [[dogma]] è stato fulcro di dibattiti sociali che trattano argomenti come [[pregiudizio]], [[etica]], e [[diritti umani]]. L'utilizzo della bellezza a fini commerciali è un aspetto controverso della "[[guerra culturale]]", all'interno del quale il [[femminismo]] tipicamente afferma che tale utilizzo promuove una percezione dogmatica (cioè "[[Il Mito del Bello]]") piuttosto che virtuosa della bellezza.
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