Enigma della camera chiusa: differenze tra le versioni
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Paradossalmente, malgrado l'apparente difficoltà di creare un meccanismo che sia allo stesso tempo verosimile e convincente, la bibliografia della camera chiusa è sterminata: il volume ''Locked Room Murders and Other Impossible Crimes: A Comprehensive Bibliography'', compilato dallo studioso Robert Adey, raccoglie oltre 2000 tra romanzi e racconti che hanno affrontato il genere, molti dei quali con risultati straordinari.
Il capolavoro della camera chiusa è universalmente considerato, anche sulla base di regolari sondaggi tra la critica specializzata, il romanzo ''[[Le tre bare]]'' ([[1935]]), di [[John Dickson Carr]], che contiene anche, in un suo lungo capitolo, quella che ancor oggi rappresenta la più approfondita trattazione teorica sull'argomento, ripresa e ampliata da [[Clayton Rawson]] nel suo ''[[Death from a Top Hat]]'' ([[1938]]) e dal misconosciuto ma geniale [[Derek Smith (scrittore)|Derek Smith]] in ''[[Whistle up the Devil]]'' ([[1953]]). Tra gli italiani vale la pena di citare ''Il terno di San Gennaro''
Esistono in letteratura anche esempi di enigmi della camera chiusa che si svolgono all'aperto, come nel caso di ''[[Uomini che odiano le donne]]'' di [[Stieg Larsson]], dove la stanza chiusa è in realtà una piccola isola. Un'altra variante si può leggere in ''[[Sangue al priorato]]'' di [[John Dickson Carr]], in cui il delitto impossibile avviene in un padiglione circondato dalla neve e le uniche impronte sono di chi è entrato, ma non di chi è uscito.
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