Frida Misul: differenze tra le versioni
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Trascorsi tre mesi in un ospedale sovietico e un mese in un campo di raccolta americano, Frida Misul intraprende il viaggio di ritorno che la riporta a Livorno, dove ritrova la famiglia, scampata alle deportazioni.
Nel 1946 Frida Misul pubblica a Livorno uno dei primissimi memoriali di deportati ebrei nei campi di sterminio nazisti.
L'opera di Frida Misul è un volumetto di 47 pagine (''Fra gli artigli del mostro nazista: la più romanzesca delle realtà, il più realistico dei romanzi''), scritto di impeto in cui si esprime tutta la rabbia e l'orrore dell'esperienza vissuta.<ref>Frida Misul, ''Fra gli artigli del mostro nazista: la più romanzesca delle realtà, il più realistico dei romanzi'' (Livorno: Stabilimento Poligrafico Belforte, 1946).</ref>
Nel 1980, sollecitata dal Comune di Livorno, pubblica un altro volume di ricordi (''Deportazione: il mio diario'') che amplia e arricchisce la sua testimonianza con nuove aggiunti e particolari.<ref>Frida Misul, ''Deportazione: il mio diario'', supplemento a CN-COMUNE NOTIZIE n.52-53 (1980). III Ristampa, Ospedaletto (Pisa) 2006.</ref>
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