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Il suo primo incarico fu quello di docente di italiano e di filosofia al ginnasio di [[Ragusa (Croazia)|Ragusa]] (1912-1918), passando in seguito a Spalato. A seguito del [[Trattato di Rapallo (1920)]], la sua città natale entrò a far parte del neonato [[Regno dei Serbi, Croati e Sloveni]]: agli italiani di Dalmazia fu concesso di optare per la cittadinanza italiana senza aver l'obbligo di trasferire la propria residenza, ma gli impiegati pubblici - divenuti stranieri in patria - perdettero il lavoro: Tacconi si trasferì di conseguenza al ginnasio di Zara, come docente di lingua francese. Nel 1941 divenne preside del locale Istituto Tecnico Commerciale.
Piegata in pochi giorni la Jugoslavia a seguito dell'[[invasione della Jugoslavia|invasione]] da parte delle [[potenze dell'Asse]], Tacconi accettò la carica di commissario straordinario del governo italiano per il distretto di Spalato: fu insediato il 21 aprile 1941, alla presenza del commissario civile per la Dalmazia [[Athos Bartolucci]], del generale [[Francesco Zingales]] (comandante del Corpo d'Armata celere che aveva occupato la Dalmazia), del senatore [[Antonio Tacconi]] (fratello di Ildebrando), del consigliere nazionale Nicolò Luxardo (zaratino), del presidente della provincia di Zara Antonio Arneri, del podestà di Zara Giovanni Salghetti e del rappresentante del [[Partito Nazionale Fascista|PNF]] Gianfelice. Pochi giorni dopo, Antonio Tacconi venne nominato commissario civile del comune di Spalato<ref>La cronaca di quei giorni convulsi in {{cita|Nardi 1941|pp. 57-65}}</ref>: pur ritenendo l'annessione all'Italia della Dalmazia come l'inverarsi degli antichi ideali degli [[partito autonomista|autonomisti dalmati]], creando un'impropria connessione fra questi ultimi e l'imperialismo fascista<ref>Sulla critica di tale assunto si veda {{cita|Monzali 2007|pp. 311 ss.}}.</ref>, Tacconi condusse il suo incarico con equilibrio<ref>{{cita|Tacconi 1994|Terza di copertina.}}</ref>.
== Opere ==
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