Luciano Morpurgo: differenze tra le versioni
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Nel 1938 pubblicò un fortunato libro per l'infanzia, dal titolo ''Quando ero fanciullo'': si è però nel pieno delle leggi razziali e quindi Morpurgo fu costretto a ritirare l'opera. Iniziò un periodo penoso per Morpurgo, che per l'Italia aveva lasciato la sua città natale e che si vedeva da essa ripudiato, impossibilitato a lavorare e a condurre una vita normale. Per i suoi meriti particolari, Morpurgo - che scrisse anche una lettera di supplica a [[Benito Mussolini|Mussolini]] - il 26 ottobre 1941 venne discriminato (e cioè ''escluso'') dall'applicazione piena delle leggi razziali: gli venne quindi consentita la ripresa dell'attività editoriale e la ristampa di ''Quando ero fanciullo'', purché non utilizzasse il suo vero nome ma uno pseudonimo: fu così che nel 1942 riapparve nelle librerie il suo libro, a nome di ''Luciano Spalatino''.
Scampato alle persecuzioni naziste successive al 1943, al termine della guerra Morpurgo riprese in pieno la sua attività: nel 1946 pubblicò con la sua nuova casa editrice ''Dalmatia'' un secondo libro autobiografico, ''Caccia all'uomo'', interamente dedicato alla sua storia personale e alla tragica storia degli ebrei italiani e spalatini nel periodo della guerra e dell'annessione di Spalato all'Italia. Morpurgo è con [[Giacomo Debenedetti]] e [[Silvia Forti Lombroso]] uno dei primissimi testimoni ad affrontare in un racconto autobiografico il problema delle persecuzioni ebraiche in Italia, non dalla prospettiva di coloro che furono deportati nei campi di sterminio ma di coloro che furono costretti alla clandestinità negli anni della guerra.<ref>Anna Baldini (2012), "La memoria italiana della Shoah (1944-2009)", in ''Atlante della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, Vol.3, pag. 758-763.</ref>
Nel dopoguerra Morpurgo venne riconosciuto come uno dei fotografi italiani più importanti del secolo. I negativi delle sue opere - all'incirca 60.000 - vennero acquisiti in due ''tranche'' dal Gabinetto Fotografico Nazionale, in seguito confluito nell'Istituto Centrale del Catalogo e Documentazione (ICCD): un primo blocco nel 1970, quando Morpurgo era ancora in vita, un secondo invece venne ceduto dagli eredi nel 1973.
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