Mugnano di Napoli: differenze tra le versioni
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L'esame stratigrafico evidenzia materiali [[piroclasti]] quali [[pozzolana]]<ref> La pozzolana è il [[litotipo]] più comune risalente al secondo e terzo Periodo Flegreo (da 35.000 a 500 anni fa).</ref> humificata, tufo generalmente compatto, brecce, elementi lavici, [[xenolite]] di tipo lavico e cinerite relativa alle eruzioni vesuviane e a quelle flegree degli [[Astroni]]<ref>Eruzioni denominate ''Astroni I-II'' del terzo Periodo Flegreo.</ref>. Concludono la sequenza, livelli di cenere, pomice granulare policroma, lapillo e sabbia.
La posizione orografica risulta favorevole in quanto svolge la funzione di [[spartiacque]] dell'assetto [[idrografico]] camaldolese. Quest'ultimo appare caratterizzato da ripidi torrenti i cui ammassi di fango o ''lave'' s'immettevano nell'''[[alveo]] di Camaldoli'', anticamente detto ''il canalone'', percorrendo a nord la pianura
La millenaria erosione dei banchi di [[tufo]] ha generato le ''cupe'', vere e proprie strade-torrente, e i ''cavoni'', profondi valloni che solcano pareti a picco<ref>Sia le cupe che i cavoni costituiscono una nota dominante dei Campi Flegrei e della Pianura Campana. Cfr. De Pasquale V., ''Misteri e simbologia delle tombe a camera del IV-III secolo a.C. esistenti a Napoli'', Irace Print s.r.l., Napoli, 1980.</ref>.
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È presente il [[clima mediterraneo]] di tipo [[temperato caldo]]. Le estati sono lunghe e calde mentre gli inverni sono brevi, relativamente miti ma con intense precipitazioni tra ottobre e gennaio a causa dell'aria umida proveniente dal [[Mar Tirreno]].
Le [[temperature]] [[medie]] invernali sono di solito inferiori ai 10
== Storia ==
L’origine protostorica di questo territorio è stata confermata, nel 2008, dal rinvenimento in via [[Eugenio Montale]], presso contrada ''Senza Fegato'' <ref>Cfr. Comune di Mugnano di Napoli. Ufficio Tecnico Comunale, Legge 490/99: Soprintendenza BB.AA. di Napoli e Pompei, ''Scavo archeologico-stratigrafico in località Senza Fegato-via E.Montale''. Relazione tecnica. Luglio 2008.</ref>, di
Tali resti archeologici si inquadrano nella ''[[facies]]'' culturale di [[Palma Campania]] con capanne a pianta rettangolare e recinti per animali domestici. Le attività di sussistenza si basavano sull'agricoltura e sull'allevamento<ref>Sulla ''facies'' di Palma Campania vedasi: Albore Livadie C., ''L’eruzione vesuviana delle Pomici di Avellino e la facies di Palma Campania''. Edipuglia, Bari, 1999.</ref>.
In epoca classica ([[V secolo a.C.]]) la sua fertile pianura si collocava in posizione strategica tra l'ambiente costiero e collinare, interessato dalla colonie della [[Magna Grecia]], e l’[[entroterra]] campano occupato da [[autoctoni]] [[Italici]] ed [[Etruschi]], gravitando intorno ai grandi
La più antica scoperta archeologica è attestata nel 1829 presso ''[[Masseria]] Monaco'', l’odierna Villa Vulpes-Chianese, che consiste in alcune sepolture ascrivibili agli italici [[Osco]]-[[Sanniti]] di inizi [[età ellenistica]] tra il [[IV secolo a.C.]] ed il [[III secolo a.C.]]<ref>Cfr. Ruggiero M., ''Degli Scavi di Antichità di Terraferma dell’antico Regno di Napoli dal 1743 al 1876: Casandrino e Mugnano di Capodimonte 1761-1829'', V. Morano, Napoli, 1888, pp..</ref>.
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